Arrivano inaspettate notizie sul fronte della decisione sull’età pensionabile. Da una parte il Ministero della Sanità dichiara la minore aspettativa di vita, dall’altra il Governo non cambia le norme.
Ad un certo punto della vita, dopo aver lavorato (magari duramente) per tanti anni, viene proprio il desiderio di andare in pensione. E godersi il meritato riposo. Chi è in “dirittura d’arrivo”, però non sarà felice di sapere che le tabelle per l’accesso al trattamento di quiescenza sono rimaste invariate. Ma andiamo con ordine.
Come ben sappiamo, per andare in pensione occorrono almeno 67 anni di età e 20 di contributi pieni. Tra l’altro con diversi tipi di riserve. Ad oggi, la Legge prevede il ricalcolo dell’età pensionabile ogni 2 anni, per permettere all’INPS di adeguarsi a quella che viene definita “l’aspettativa di vita”. In teoria, grazie al benessere generale, si presume sempre che l’età aumenti, ma non è detto. Anzi, a seguito della pandemia da Covid sembra che l’aspettativa di vita sia scesa di ben 3 mesi. Ecco perché alcuni “rumors” suggerivano che questo periodo di tempo sarebbe stato considerato nel nuovo calcolo. Purtroppo non è così.
Età pensionabile, cosa dice la nuova circolare INPS
La circolare Inps numero 28 del 18 febbraio 2022 ha incorporato ciò che è stato deciso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze il 27 ottobre 2021, ovvero: “gli ingressi a pensione non subiranno alcun incremento nei requisiti anagrafici o contributivi“. Questo significa, nella pratica, che per accedere alla pensione di vecchiaia saranno in vigore gli stessi parametri di oggi almeno fino al 2024. I requisiti, 67 anni d’età per entrambi i sessi. Per quanto riguarda invece l’accesso alla pensione anticipata rimangono “congelati” i requisiti attuali fino al 2026, come stabilito dal Dlgs 4/2019.
Nonostante la flessibilità che il Governo sta cercando di introdurre per far andare in pensione un lavoratore quando lo ritiene opportun, ci sono comunque dei limiti. Ad oggi, resta in vigore la regola dei 67 anni che varrà fino al 2026; è previsto un aumento di 2 mesi tra il 2027 e il 2028 e di altri 3 mesi (quindi 5 in tutto) dal 2029 in poi.