La popolazione cinese che conta attualmente 1,41 miliardi di persone, potrebbe iniziare a ridursi prima del 2025. Tuttavia, la Cina che ha mantenuto negli ultimi decenni una consistente crescita economica, ed è riuscita fino adesso a compensare gli effetti economici del calo demografico.
Determinanti in questo senso, l’aumento dei livelli di istruzione, oltre alla migrazione dalle campagne verso le grandi metropoli, che ha aumentato il contributo sul Pil dei lavori impiegatizi e del settore industriale, rispetto ai lavoratori del campo dell’agricoltura e dell’allevamento. L’attuale obbiettivo cinese è abbastanza chiaro, superare in modo graduale ma determinato il suo meccanismo di dipendenza dalle legislazioni e dalle politiche dei paesi occidentali. In questo momento storico il gigante asiatico ha bisogno di assicurarsi la continuità della sua crescita economica, non tanto per mezzo di nuovi accordi commerciali, ma partendo dalla rigenerazione del suo indice demografico, stabilendo nuove condizioni normative affinché la popolazione possa permettersi di arrivare al secondo e al terzo figlio.
Pechino ha affermato a questo proposito che regolamenterà il settore del doposcuola al fine di ridurre i costi per le famiglie al fine di aumentare il numero dei nuovi nati. L’economia cinese non conosce più tabù in termini di ideologie politiche, applicando a seconda della convenienza sistemi che sembrano essere l’estrapolazione dei metodi più diretti e funzionali dei regimi politici che si sono alternati negli ultimi cento anni.
Politica, natalità e tecnologia: tre ambiti che Pechino vuole sotto il controllo del PCC
Secondo il Comitato centrale del Partito Comunista Cinese, la crescita demografica e l’età media della popolazione sono la chiave per il sostegno dello sviluppo economico. Con questa dichiarazione congiunta al Consiglio di Stato, Pechino si prepara a mettere in atto tutti quei cambiamenti legislativi per semplificare e agevolare le famiglie cinesi alla nascita del terzo figlio. La pianificazione delle nascite è stata una politica controversa che ha tuttavia realizzato gli obbiettivi sul lungo termine dello sviluppo di una classe media, che si trova ora a dover sostenere il costo sociale in termini di lavoro e contributi, al fine di sostenere una popolazione che diventerà con l’aumento della qualità e delle prospettive di vita in Cina, sempre più anziana. A questo fine il governo si impegna a ridurre i costi e le spese educative, sanitarie e dell’istruzione del neonato, così come in passato attuando misure speculari aveva disincentivato la nascita del secondo figlio.
Oltre a questo si impegna a garantire una qualità dell’insegnamento uniforme all’interno degli istituti scolastici al fine di limitare la competizione per l’iscrizione del proprio figlio in scuole elitarie, che vanno a favore di una classe sociale rispetto all’altra. Il tasso di natalità in Cina è in diminuzione dal 1960, con una ripresa del tasso demografico avvenuta nel 2016, a partire dall’abolizione della politica del figlio unico. La pandemia in Cina come d’altronde come nel resto del mondo, ha creato notevoli incertezze e timori per il futuro, tali da incidere sul tasso di natalità delle famiglie. Per la Cina il 2020 è stato l’anno con il più basso numero di nascite degli ultimi sessant’anni. Pechino prospetta un nuovo incremento del tasso di natalità nel 2025.
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I giganti tecnologici coinvolti nella riduzione del costo dell’incremento demografico cinese
Una delle soluzioni prospettate al fine di ridurre i costi e semplificare l’accesso all’istruzione per i cinesi, che nasceranno all’insegna della rigenerazione del Paese, è quella del tutoraggio a distanza. I servizi online che dovrebbero supportare questa possibilità sono offerti tra gli altri dai giganti tecnologici Alibaba Group e Tencent Holdings, su cui vi è l’obbligo di offrire il servizio entro ristretti limiti di prezzo. In questi mesi sono state diverse le IPO che si sono avvicendate da parte di aziende intenzionate a sfruttare questa nicchia di mercato offrendo servizi di insegnamento e apprendimento a distanza, tuttavia Il governo cinese si prepara a chiudere le fila della sua sovranità digitale, indispensabile a questo punto del suo processo di modernizzazione per non lasciare che i mutamenti culturali possano compromettere la guida del partito unico.
Proprio la scorsa settimana il Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo Cinese ha approvato la Data Security Law, finalizzata a controllare le attività economiche dei giganti tecnologici cinesi, in grado di eludere i controlli fiscali, ma anche quelli sulle politiche di sicurezza nazionale, con questa normativa molte aziende nel settore educativo che proponevano i propri servizi alle famiglie sono state scrutinate e limitate nel loro esercizio, mentre altre come VIPKid, Huohua Siwei hanno dovuto rimandare il proprio ingresso nel mercato azionario.