Esenzione IMU, ci sono buone notizie: La Corte Costituzionale ha tolto ogni dubbio e ha stabilito come funziona davvero l’esenzione.
A pochi mesi dalla scadenza della prima rata IMU, ci sono novità per quanto riguarda l’esenzione dalla tassa. La Corte Costituzionale ha risolto alcuni cavilli legislativi e ora è tutto più chiaro.

L’imposta municipale unica o imposta municipale propria è un tributo in vigore dal 2012. È di tipo patrimoniale, essendo applicato sul componente immobiliare del patrimonio. Il 16 giugno 2025 è previsto il pagamento della prima rata IMU, proprio a ridosso delle vacanze estive. Poi il saldo il 16 dicembre 2025, vicino alle feste natalizie. Il saldo dell’IMU è dovuto per i proprietari di seconde case, oltre che per i proprietari di terreni agricoli. La tassa non è invece dovuta per le abitazioni principali, salvo che siano qualificate come case di lusso.
Intorno alla materia, spesso ci sono state divergenze, soprattutto nella definizione di abitazione principale e i requisiti per l’esenzione. Per beneficiare dell’agevolazione, la normativa e la giurisprudenza richiedevano che l’intero nucleo familiare del proprietario avesse sia la residenza anagrafica sia la dimora abituale nello stesso immobile. Ovvero, se i coniugi avevano residenze e dimore separate in due immobili diversi, situati nello stesso Comune, l’esenzione IMU poteva applicarsi solo a una delle due abitazioni. Ma qualcosa è cambiato.
Esenzione IMU prima e seconda casa: cosa ha deciso la Corte costituzionale
Quello che è cambiato dipende dalla Corte costituzionale che con una sentenza del 2022, ha riscritto le regole dell’esenzione IMU per l’abitazione principale. “Per abitazione principale deve intendersi l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente”. Di fatto la corte aveva contestato che l’esenzione IMU valesse solo nel caso in cui l’immobile posseduto venisse utilizzato come abitazione principale di tutto il nucleo familiare.

Dopo la sentenza, quindi, i coniugi che risiedono e hanno dimora abituale in due differenti immobili hanno diritto entrambi all’esenzione IMU, e questo a prescindere dal Comune in cui risiedano. La sentenza è stata poi avvalorata e confermata anche dalla Cassazione, dando ragione, per esempio, alle coppie che vivono in abitazioni differenti, per esigenze personali o di lavoro, che potranno richiedere l’esenzione per ognuna delle due abitazioni. Un altro punto sul quale i Comuni chiedevano la revoca dell’esenzione per due abitazioni, era il consumo di luce e gas, tuttavia la Corte di Giustizia tributaria di secondo grado della Lombardia, con una sentenza fresca di febbraio 2025, ha stabilito che gli scarsi consumi delle utenze domestiche, comunque, non giustificano la revoca dell’agevolazione IMU prima casa per il venir meno del requisito della dimora abituale.