L’eredità spetta agli eredi di ogni ordine e grado in parti uguali sulle proprietà del defunto, diverso se è presente il coniuge superstite, ma cosa succede se non c’è testamento?
Il testamento ha una funzione importante per gli eredi, molte volte sottovalutata, ma il defunto ha molti discendenti, lasciare traccia delle proprie volontà può agevolare la suddivisione del patrimonio. Ma cosa succede se il defunto non ha lasciato testamento? Verifichiamolo in base alla normativa vigente.
In caso che il deceduto non ha pensato in vita di come ripartire l’eredità tramite testamento, si seguono le regole generali della ripartizione dell’eredità. Nel caso non ci sono discendenti ma è presente solo il coniuge, allora in questo caso concorre all’eredità il coniuge con gli ascendenti. Il Codice civile prevede che quando manca il testamento, il patrimonio sia ripartito rispettando numerose regole. Si tratta della cosiddetta “successione legittima”.
Queste regole che andremo che spiegheremo si applicano nel caso in cui il defunto non abbia fatto un testamento o nel caso sia dichiarato nullo o invalidato. Testamento olografo per lasciare soldi e casa ai figli: 4 errori che lo rendono nullo
Purtroppo, il testamento in Italia non ha ancora la sua importanza, in quanto la gran parte delle successioni avviene senza testamento. Questo rileva la poca cultura del testamento in Italia.
In prima istanza l’eredità è trasferita al coniuge superstite (marito o moglie), ai discendenti naturali e legittimi (figli e figli dei figli). In mancanza del coniuge e discendenti, si passa agli ascendenti (genitori anche adottivi) e ai collaterali (fratelli anche adottivi), infine, agli altri eventuali parenti.
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Secondo la legge la parentela può essere di due tipi: linea diretta (padre – figlio, nonno – nipote), oppure, linea collaterale (fratelli e sorelle, cugini, zio – nipote).
Nell’asse ereditario, gli affini, non possono accedere alla successione legittima, ma solo nel caso in cui il defunto abbia effettuato un lascito nel testamento. Quindi, cognati, suoceri, nuore e generi, non fanno mai parte del testamento.
Riepilogando la legge non prevede furbetti e ammette alla successione legittima le seguenti figure: coniuge, discendenti, ascendenti e altri parenti fino al sesto grado.
Il coniuge è al primo posto ed è l’unico erede quando mancano figli e ascendenti del defunto. Se i coniugi sono separati, il coniuge superstite ha diritto all’eredità, che non ha ricevuto l’addebito della separazione, ha diritto ad un assegno vitalizio se all’atto dell’apertura della successione godeva dell’assegno di mantenimento. Invece, con il divorzio l’ex coniuge non diritti sull’eredità del defunto.
Tuttavia, nel caso in cui il matrimonio è stato dichiarato nullo dopo la morte di uno dei coniugi, l’eredità spetta al coniuge superstite. Questo perché è considerata la buona fede e quindi, si applicano le regole di successione. Però, se al momento della morte l’ex coniuge risulta legato da un matrimonio valido con un altra persona, non ha diritto ad entrare nella successione.
Inoltre, ricordiamo che al coniuge superstite, spetta il diritto di abitazione a prescindere dal possesso o meno.
Nel caso non ci sono figli, al coniuge superstite spettano i due terzi dell’eredità se concorrono alla successione con ascendenti o sorelle e fratelli. In questo caso la parte residua dell’eredità è devoluta agli ascendenti.
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