Il gruppo Eni ha beneficiato dell’aumento dei prezzi del greggio in concomitanza con le riaperture a la ripresa dei consumi, che hanno portato a realizzare nel primo semestre 2021 un utile netto pari a 1,20 miliardi di euro, con un flusso di cassa che nello stesso periodo è arrivato a 4,76 miliardi.
Eni ha annunciato in questi giorni la scoperta di un giacimento di petrolio in Messico, a circa 70km dalla costa, a 15 km di distanza da un primo pozzo precedente scoperto.
Le potenzialità dell’area sono state confermate ancora una volta, dato che questo è il settimo pozzo rinvenuto nel bacino di Suareste. Il pozzo è stato scandagliato per accertare la qualità e il potenziale estrattivo, che è stato valutato fino a 3.000 barili al giorno. Il Messico rappresenta oggi per Eni un’area geografica chiave in grado di garantire all’azienda petrolchimica una crescita robusta e organica.
Per arrivare alle recenti scoperte, Eni ha collaborato alla creazione di una joint venture con Cairn Energy proveniente dal mercato del Regno Unito e Lukoil la più grande compagnia petrolifera Russa, nonchè una delle più grandi al mondo, da tempo impegnata anche nel settore energetico italiano. Queste aziende detengono rispettivamente una quota del 20 e del 15%.
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Ottime performance per le quotazioni Eni
Dal punto di vista tecnico le quotazioni Eni si trovano attualmente sul supporto valido dagli inizi di marzo a 10 euro. Il prezzo dell’asset è scambiato all’interno di quello che è la metà superiore del range compreso tra i 10,67 e i 9,50 euro. Le quotazioni che si trovano attualmente molto vicine alla resistenza a 1,55 euro, sono passate dai minimi del 20 luglio a 9,33 euro, fino ai massimi attuali intorno ai 10,22 euro, per un incremento arrivato quasi al 10% in soli 20 giorni.
L’evoluzione della tendenza che dagli inizi di febbraio aveva fatto aumentare il valore delle quotazioni del 25%, sembra essere ora in una fase di equilibrio, scontando il valore su un mercato particolarmente efficiente e tale da non offrire al momento spunti operativi. È possibile tuttavia un ingresso in ottica ribassista qualora la propria strategia preveda di sfruttare il range di prezzo come limite massimo a rialzo o a ribasso, relativamente all’attuale valore registrato sulle quotazioni.
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Al momento gli investitori hanno scelto di premiare Eni, anche per merito delle sue performance patrimoniali. Nell’ultimo trimestre il dividendo di cui la metà verrà erogata a settembre, è stato riportato a 0,86 euro per azione, cresciuto di oltre il 100% rispetto quello del 2020. Eni considera ulteriori possibilità di incrementare gli eccellenti risultati degli ultimi mesi, considerando un trend del prezzo del greggio che non dovrebbe ritornare sotto i 65 dollari prima dei prossimi sei mesi, con un prezzo medio che potrà rimanere intorno ai 68 dollari.
Eni è presente in Messico dal 2006 e detiene attualmente interessi in otto blocchi di esplorazione e produzione, tutti situati nel Golfo del Messico, dove per mezzo di una controllata al 100% realizzata nel 2015 porta avanti una profittevole campagna di esplorazione, al fine di incrementare con ulteriori scoperte la produzione giornaliera di petrolio, arrivati oggi a più di 20.000 barili al giorno che potranno più che triplicare nel 2022 arrivando a 65.000.