Energia, gas e il piano d’emergenza Ue: come influisce il taglio dei consumi sulle nostre vite

Energia, gas, piano d’emergenza, s’incontrano diplomazie e ministri. Il vincolo al taglio del 15 % non sembrerebbe convincente per diversi Paesi europei.

L’Unione Europea volge lo sguardo in Africa, precisamente alla Nigeria.

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Intanto dalla Germania si prova a stemperare. Gli stoccaggi al 65,9% fanno intravedere una ripartenza verso gli obiettivi. Nonostante tutto la speranza delle aziende cola a picco.

Sono tutti al lavoro nel tentativo di venire a capo della strategia emergenziale europea per il gas.

Gas, energia e consumi, come si muove l’Ue

Il piano presentato dalla Commissione immagina un taglio del 15% sui consumi. Tempo previsto 8 mesi, con un cammino intenzionale che potrebbe divenire vincolante nella circostanza di sospensione violenta delle forniture dalla Russia o su istanza di tre Stati membri in crisi.

Non sono mancati i “no”, pesanti quelli di Portogallo e Spagna, Germania e Italia. Vi sono Stati, come quelli iberici, che denunciano di dover accettare un taglio del gas pur non essendo soggetti al Cremlino in questi termini. Altri, come l’Italia, lamentano che sarebbero in questo modo sarebbero penalizzati gli impegni per essersi posti quanto più possibilmente autonomi da Putin.

Attualmente si prevede una transizione al Coreper, ovvero su di un piano di ambasciatori Ue, anche se il fascicolo è prossimo all’arrivo sulla scrivania dei ministri dell’Energia.

Le dichiarazioni della von der Leyen

Non si fa attendere von der Leyen, presidente della Commissione Ue, che chiarisce come l’esecutivo stia vagliando l’ipotesi di un tetto europeo al costo del gas importato. Questo anche alla luce delle criticità affrontate dalle famiglie aventi un reddito esiguo.

Sono tanti i Paesi membri Ue che stanno sovvenzionando famiglie. Si sostengono le ristrutturazioni energetiche di vecchi complessi e si supportano le imprese decisamente lese dalla crescita dei prezzi.

I segnali russi non sono di buon auspicio, mentre proseguono i lavori e le indagini diplomatiche per riuscire a scovare valide alternative a Mosca.

Rotta sulla Nigeria

Il nostro Paese muove i suoi passi in Algeria. Al contempo Matthew Baldwin, vice direttore generale della Commissione per il dipartimento energetico, ha rivelato come si lavori nei contatti con la Nigeria per provare ad ampliare le forniture dal Paese africano. Nell’occasione si è espresso sulla sicurezza del territorio del Delta del Niger, ricevendo garanzie sulla circostanza che ci siano strategie per la riapertura del gasdotto Trans Niger alla conclusione di agosto.

Riferendosi alla Reuters, ha chiarito come le forniture di Gas liquefatto (equivalente al 14% di quelle che percepisce la Ue) abbiano le capacità per duplicarsi. Non mancano problemi di Certo, ci sono gravi problemi di volubilità: l’istituto finanziario chiarisce come gli atti di saccheggio e le estorsioni abbiano lasci costretto il terminal di Bonny Island a lavorare al 60% delle sue potenzialità.

Il costo del gas prosegue la sua crescita in Europa. Sulla piazza olandese di Amsterdam, mercato di riferimento, il prezzo è ora a 167,9 euro al Megawattora (MWh). La mattina era iniziata con l’apertura a 159 euro al MWh.

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