Con il termine employee activism s’intende l’azione intrapresa dai lavoratori di un’azienda esprimendo opinioni positive o negative sul datore di lavoro. L’importanza di queste opinioni risiede nell’opportunità per l’azienda sfruttarle per migliorare le dinamiche interne.
L’employee activism si concentra principalmente sulle azioni che possono essere messe in atto per apportare cambiamenti nelle politiche interne all’azienda.
In quest’articolo vedremo cos’è “l’attivismo dei dipendenti” e in che modo sta cambiando il concetto di azienda in Italia e nel mondo.
Non esiste una definizione uniforme di cosa sia o includa l’Employee Activism, o una risposta unica che funzioni per tutte le organizzazioni.
Ogni azienda deve decidere da sola se, quando e come rispondere alle richieste di cambiamento dei dipendenti. Perché, in effetti, se proprio dovessimo definire in maniera deciso il concetto di Employee Activism lo descriveremmo come un modo per raccogliere le istanze dei dipendenti.
L’attivismo di cui stiamo parlando è spesso associato ad azioni che i dipendenti intraprendono in risposta a specifici eventi sociali o politiche e pratiche aziendali. Queste azioni spesso prendono la forma di proteste pubbliche, campagne sui social media, distribuzione di informazioni ai colleghi e altro ancora.
Secondo una ricerca dello studio legale globale Herbert Smith Freehills, oltre l’80% dei datori di lavoro prevede un aumento dell’attivismo tra i propri dipendenti entro il 2024.
In sostanza, questo nuovo modo di fare azienda sta diventando una caratteristica distintiva del posto di lavoro moderno.
L’aumento del cosiddetto “attivismo dei dipendenti” deriva da un cambiamento nei valori dei lavoratori. Con l’ingresso di un maggior numero di Millennials nel mondo lavoro, i valori dei dipendenti stanno subendo un importante evoluzione.
Oggi, sono sempre di più i lavoratori che mostrano un particolare interesse per l’ambito personale e, allo stesso tempi, preoccupazione per il quadro generale e la posizione sociopolitica dell’azienda.
A dimostrazione che l’Employee Activism interessa particolarmente i lavoratori Millenials ci sono i dati raccolti sull’uso di questa pratica. Pare, infatti, che questo metodo sia particolarmente attivo nel settore tecnologico, dove i lavoratori tendono ad essere tendenzialmente più giovani.
In passato, la maggior parte delle aziende considerava il coinvolgimento degli stakeholder un fattore esterno, incentrato sulle persone che non appartenevano al contesto aziendale.
Attualmente, si sta vivendo una stagione di crescita dell’interesse nei confronti delle opinioni interne. Chi amministra le attività aziendali, infatti, è particolarmente attento a ciò che pensa il personale.
I dipendenti sono finalmente considerati un elemento essenziale per ogni attività imprenditoriale e, di conseguenza, c’è interesse per il modo in cui essi sono influenzati dagli eventi politici e sociali.
L’Employee Activism è cresciuto nell’ultimo decennio perché la maggior parte dei lavoratori hanno attraversato periodi di gradi incertezze, come un licenziamento o le fusioni societarie.
Secondo la ricerca della società di comunicazione e marketing globale Weber Shandwick, in collaborazione con KRC Research e United Minds, l’84% dei lavoratori intervistati ha subito un cambiamento.
Sempre dallo stesso studio è emerso che le preoccupazioni maggiori riguardano i cambiamenti che avvengono nei seguenti ambiti:
I dipendenti sentono il crescente bisogno di difendere la reputazione della propria azienda nei confronti di familiari e amici, ma anche in una forma più pubblica, come sui social media, sui siti Web o sui giornali.
Questi lavoratori stanno mostrando una capacità senza precedenti di alterare la strategia di un’azienda e di influenzare la loro reputazione. Per questo motivo è importante riconoscere che gli effetti dell’Employee Activism possono essere sia benefici che dannosi per il datore di lavoro.
Gli attivisti presenti in un’azienda possono esprimere opinioni che sostengono i loro datori di lavoro o usare la loro voce per segnalare aspetti negativi all’interno dell’impresa, distruggendo la reputazione di quest’ultima.
La condivisione pubblica di queste opinioni è permessa dall’uso dei social media: alcuni sono generici, altri indirizzati proprio al mondo del lavoro (es. Linkedin).
Il vantaggio più significativo dell’Employee Activism è la sua capacità di creare cambiamenti positivi all’interno di un’azienda e di una società. Di fatto, grazie a quest’attivismo le aziende sono costrette ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
Le proteste degli attivisti interessano diversi ambiti della vita lavorativa: dai bassi salari ai rapporti della loro azienda con il governo.
Ad esempio, gli attivisti dei dipendenti Amazon hanno recentemente concentrato i loro sforzi sull’inerzia della loro azienda in merito ai cambiamenti climatici.
Questo fenomeno, oltre ad invogliare le grandi realtà aziendali a rivedere le loro politiche interne, influenzano anche le altre aziende che sono spinte ad apportare gli stessi cambiamenti.
Un altro importante vantaggio dell’attivismo dei dipendenti sono i cambiamenti positivi che sta creando all’interno degli ambienti di lavoro. I datori di lavoro hanno iniziato a riconoscere e ad abbracciare l’attivismo come una forza per la loro attività, che ha il potenziale per aumentare la loro reputazione e migliorare le relazioni interne.
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I datori di lavoro stanno anche diventando più chiari sul loro scopo aziendale e sulla loro cultura aziendale. Questa trasparenza spesso porta a un ambiente aperto, in cui i dipendenti sono incoraggiati a esprimere le loro preoccupazioni ai loro leader, instaurando un rapporto di fiducia molto vantaggioso.
Infatti, l’employee activism ha portato i datori di lavoro a entrare maggiormente in contatto con la propria forza lavoro.
Alcune aziende stanno cercando di capire cosa c’è nella mente dei loro dipendenti, riconoscendo che questo gruppo di stakeholder interni è altrettanto importante, se non più importante, dei loro stakeholder esterni.
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