Elon Musk, l’amministratore delegato di Tesla, ha perso la causa contro la SEC presso la Corte Suprema degli Stati Uniti, nonostante abbia sostenuto che postare qualsiasi cosa su Tesla rientra nel suo diritto di libertà di parola, costituzionalmente protetto.
Nel caso del “Twitter sitter”, Elon Musk ha presentato ricorso, ma la Corte Suprema degli Stati Uniti lo ha respinto. In questo modo ha mantenuto l’accordo con la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti per far sì che i suoi tweet su Tesla sui social media fossero pre-approvati da un avvocato interno.
Elon Musk, l’amministratore delegato di Tesla, ha perso il suo ricorso contro la Sec perché i giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti hanno rifiutato di prendere in considerazione le argomentazioni presentate nel ricorso. Nel 2018, Musk e la SEC hanno stipulato un contratto in base al quale Musk avrebbe dovuto far pre-approvare da un avvocato interno i suoi post sui social media relativi a Tesla, il produttore di veicoli elettrici.
Musk ha sostenuto che il suo diritto costituzionale alla libertà di espressione è stato violato dal contratto firmato nel 2018. I giudici hanno rifiutato senza rispondere alle accuse, dimostrando di non esserne toccati.
Musk e i fragili confini tra diritto di parola e interessi personali in Tesla
Da quando, nell’agosto 2018, ha twittato di avere “finanziamenti assicurati” per portare Tesla in borsa, Musk e la SEC si sono scontrati sulle sue dichiarazioni sui social media. Il tweet è arrivato dopo che il prezzo delle azioni di Tesla è schizzato alle stelle, costringendo la SEC a denunciare l’azienda per aver ingannato gli investitori.
Musk ha raggiunto un accordo con la SEC nella stessa settimana, rinunciando alla sua posizione di presidente di Tesla in cambio del pagamento di 20 milioni di dollari.
Nell’appello alla Corte Suprema, gli avvocati di Musk hanno sostenuto che l’accordo costituiva una “quintessenza della restrizione preventiva che la legge vieta. Il discorso del signor Musk è ancora incostituzionalmente limitato dalla disposizione di pre-approvazione in questione ogni volta che pensa di parlare in pubblico”.
Nel 2021, Elon Musk ha ricevuto ancora una volta citazioni dalla SEC in seguito alla pubblicazione di un sondaggio su Twitter in cui chiedeva di vendere il 10% delle sue azioni. Gli avvocati di Musk hanno sostenuto il suo diritto alla libertà di espressione e hanno presentato ricorso contro la citazione in giudizio. L’anno scorso, però, una corte d’appello federale ha respinto le sue argomentazioni.
Elon Musk ha revocato l’accordo di pre-screening e ha pubblicato un blog sulla società Tesla, per cui la SEC ha presentato un’obiezione al suo appello e ha chiesto alla corte di respingere tali motivi senza tenere un’udienza.
Musk sta ancora combattendo per il diritto alla libera espressione sul sito di social media Twitter, che è stato acquistato e ribrendizzato in X. In seguito all’enorme acquisizione della compagnia di social media si sono verificati licenziamenti, dimissioni e cause legali. Elon Musk vuole ora trasformare X in un’applicazione all-in-one, mettendolo in competizione con titani del settore come Disney.