Le elezioni del prossimo 25 aprile sono imminenti, programmi e campagna elettorale si infiammano. Intanto le imprese avanzano le proprie istanze.
Tre su tutte: la riforma fiscale, un taglio netto alla complessità della burocrazia e l’abrogazione del salario minimo.
Sono tante le tematiche messe in tavola dal mondo delle imprese. Leitmotiv la semplificazione degli iter fiscali e burocratici, l’accesso al credito, una pianificazione industriale per le PMI, la questione energetica, il mondo del lavoro e le politiche attive, le disapprovazioni a Reddito di Cittadinanza e Salario minimo.
I contesti associativi più importanti stanno del resto avanzando in questi giorni una serie di istanze ad hoc alle forze della politica. Analizziamo le più incisive.
Le elezioni insorgono e vi sono tematiche e posizioni comuni, si prenda il caso della riforma fiscale e della semplificazione degli iter burocratici. Ma non mancano richieste maggiormente specifiche. Confindustria si appella ad esempio affinché sia rivista l’IRES e sia cancellata l’IRAP.
La soluzione di Confartigianato immagina non solamente l’archiviazione dell’IRAP ma finanche:
CNA ribadisce la richiesta di un iter fiscale alleggerito, agevole e finalizzato al progresso.
Non mancano anche in questo caso appelli ad hoc
l’uso dei ricavi all’evasione per diminuire il peso delle tasse, più garanzie circa il diritto e i procedimenti, struttura duale di prescrizione nella imposizione fiscale sui redditi d’impresa e di lavoro autonomo, tassazione proporzionale sulla retribuzione che viene lasciata in azienda e trattenuta IRPEF solamente sulle rendite appartenenti all’insieme personale dell’imprenditore o del professionista, imposizione fiscale premiale sui guadagni sproporzionati rispetto alla retribuzione di riferimento per la società ai sensi degli ISA.
Con le elezioni in arrivo sono tanti i temi roventi. Sempre circa il mercato del lavoro, Confindustria è convinta sia essenziale un check-up degli ingranaggi del welfare e delle politiche attive, innanzitutto del Reddito di Cittadinanza. In più afferma la sua contrarietà all’esordio del salario minimo per norma, esprimendo la preferenza per la contrattazione collettiva e l’opposizione alla “fuoriuscita” contrattuale.
Confartigianato rinnega salario minimo legale e si dice propenso a una buona contrattazione collettiva e alla bilateralità. In più arriva, d’altro canto, l’appoggio al “lavoro di cittadinanza” e in linea di massima alle politiche attive più efficienti, ad automatismi premiali per le aziende disposte ad assumere, a sussidi all‘imprenditoria femminile.
CNA preme sulla contrattazione, invoca nuove decurtazioni del cuneo fiscale e provvedimenti a favore di percorsi formativi e di ricerca per addetti al lavoro maggiormente specializzati
Il PNRR, le politiche energetiche e la conversione green sono strade da percorrere con priorità a parere delle realtà associative degli industriali. Altra istanza che accomuna Confartigianato e CNA è quella che batte sulle politiche industriali per le PMI e il lavoro autonomo.
Confartigianato avanza la proposta di disposizioni ad hoc per comparti ben definiti, si pensi a agricoltura e turismo, CNA si muove per l’internazionalizzazione invitando al proseguimento dell’esperienza dei Temporary Manager.
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