Andy Pitman and Sonia Seneviratne, due tra i massimi esperti sugli effetti del riscaldamento globale, mettono in luce i pericoli dovuti alla sottostima dei dati sugli effetti socio economici del riscaldamento globale.
I modelli sugli effetti del riscaldamento climatico vengono presi come costanti, ignorando risultati alternativi in grado di mettere in risalto tutta l’impreparazione agli stravolgimenti futuri. Il professore Seneviratne dell’università di Zurigo ha recentemente supervisionato il capitolo sugli eventi climatici estremi, del panel Intergovernativo sul riscaldamento globale.
Il rapporto pubblicato ciclicamente ogni sei o sette anni, rappresenta lo sforzo congiunto a livello internazionale, dei massimi esperti sul riscaldamento globale. A oggi l’essere umano non è mai vissuto in presenza di un regime climatico come quello che si appresta a vivere. Gli obbiettivi climatici puntano oggi a mantenere il riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi almeno fino al 2050. Le temperature potrebbero aumentare fino ai due gradi centigradi.
Gli effetti che questi avranno sui nostri sistemi politici ed economici sono difficili da prevedere e questa aumenterà tanto maggiore sarà la variazione della temperatura. Gli analisti e i responsabili delle politiche economiche basano naturalmente le loro previsioni su ciò che è già noto, come le correlazioni tra i cambiamenti medi della temperatura e il prodotto interno lordo. Tuttavia i risultati passati non sono rappresentativi delle variazioni possibili dato l’aumento del’incertezza dato dalla variazione di intensità dei fenomeni atmosferici.
I modelli economici potrebbero essere inadatti a prevenire gli effetti negativi del riscaldamento globale
Gli economisti prendono modelli che considerano i livelli di resilienza dei sistemi produttivi, ma non prendono in considerazione la qualità della vita delle persone, in grado di influire enormemente sugli equilibri socio economici, nonché naturalmente sulla produttività dei lavoratori. Oggi più che mai abbiamo consapevolezza di come gli effetti di eventi che coinvolgono globalmente l’economia siano in grado di avere ripercussioni sulla carenza di materie prime, nonché sulle catene di approvvigionamento e infine sugli equilibri sociali.
Nessuna nazione può dirsi oggi immune dagli effetti diretti o indiretti del riscaldamento globale anche solamente in termini di importazioni, che possono causare rallentamenti produttivi e notevoli incrementi di prezzo per i beni di consumo. Ogni paese si prepara a fronteggiare il futuro, sviluppandosi sopratutto in termini di innovazione. Gli investimenti in questo senso sono molteplici in quanto i problemi da affrontare possono essere diversi da quelli che si possono prevedere. Si prende ad esempio in considerazione l’ intensificazione delle precipitazioni in alcuni paesi, le stime tuttavia differiscono tra loro senza considerare che pioggie violente e abbondanti in un territorio possono significare assenza di precipitazioni in territori limitrofi.
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Le scommesse degli imprenditori sugli effetti del cambiamento climatico
Per queste ragioni le scommesse in questo senso si sposano con soluzioni per problemi che potranno essere molteplici e imprevisti. Le startup si sforzano quindi di proporre soluzioni andando oltre i limiti di quell’incertezza rappresentata dai modelli attuali.
L’accelerazione delle start up prosegue anche in Italia, nel 2021 sono già più di tremila le nuove realtà che si inseriscono nel mercato nazionale. Il record di crescita delle nuove attività appare elevato e acuito dall’effetto complessivo dei mutamenti sociali ed economici avvenuti nel 2020. Ogni mutamento crea quelle opportunità in grado di stimolare l’imprenditoria, soprattutto quando compensata da investimenti e fondi a sostegno dell’innovazione.
Tra le regioni italiane primeggiano per numero di nuove starup Lombardia, Lazio e Campania, che seguono il trend sostenuto dall’ottimismo generato dall’arrivo dei fondi europei e dalla ripresa dell’economia internazionale. La sostenibilità ambientale si innesta sulla digitalizzazione e sul settore dei servizi alla persone o alle imprese, rappresentativi del 75% della startup registrate. Tra le attività più presenti in questo senso risultano quelle legate alle gestione dell’energia, mobilità intelligente e consegne a domicilio. Le nuove aziende risultano tuttavia ancora con un capitale e un personale ridotto. Solo metà delle nuove realtà è stata in grado di presentare un bilancio, che arriva in media di 171 mila euro annui. L’impatto occupazionale complessivamente è pari a 17mila dipendenti.