Non esiste futuro per la Rai senza certezza delle sovvenzioni. L’imposta tuttavia rimane tra le voci della bolletta elettrica che dovranno essere chiarite in un provvedimento atto a chiarire gli oneri presenti al suo interno.
L’ipotesi di eliminare l’imposta dalla bolletta dell’energia elettrica, rilanciata nei giorni scorsi da alcuni rumors di stampa, non trova conferme nell’esecutivo. Tuttavia tutte le voci di spesa correlate anche indirettamente al costo finale dell’energia e dato l’importo indicato sulla fattura energetica dovranno essere esplicitate, al fine di favorire la consapevolezza del consumatore sui singoli costi e poter confrontare i servizi alternativi, favorendo così la concorrenza tra le diverse aziende nel settore, data la liberalizzazione del mercato dell’energia.
Tra gli oneri impropri a cui il governo italiano dovrà provvedere, secondo l’impegno sottoscritto per poter ottenere i pacchetto di aiuti compresi nel PNRR, vi sono quelli riguardanti la messa in sicurezza del comparto nucleare, le misure di compensazione territoriale, le agevolazioni tariffarie del settore ferroviario e il sostegno per la ricerca di sistema.
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Il Parlamento dovrà discutere delle misure e soluzioni richieste dalla Commissione Europea per aumentare la trasparenza nella bolletta elettrica su cui l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente è al lavoro ormai da tempo, al fine di fornire ai consumatori il chiarimento delle voci di spesa che rientrano nell’insieme degli oneri di sistema. L’Unione Europea non fa esplicito riferimento al canone Rai, ma richiede espressamente che i fornitori non facciano rientrare nel pagamento finale, costi che non sono correlati al settore dell’energia. L’imposta dal punto di vista giuridico si riferisce infatti al pagamento di un canone di abbonamento “a chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”.
Il tema della certezza delle risorse atte a finanziare un’azienda radiotelevisiva deve essere trattata con la giusta considerazione. La presenza di risorse certe che non dipendano dal mutare delle condizioni politiche, è fondamentale se si vuole garantire l’autonomia, l’indipendenza e la capacità della Rai di poter pianificare correttamente un piano industriale, tale da garantire gli investimenti e la produzione di contenuti radiotelevisivi e multimediali. Proprio a questo proposito nel 2015 il governo Renzi introdusse il pagamento del canone nel modo in cui lo conosciamo oggi. Questo ha ridotto enormemente l’evasione fiscale nonchè l’importo del pagamento, passato da 113 a 90 euro, per un introito complessivo certo che è stato quantificato a 1,7 miliardi di euro l’anno lordi. Se una riforma in merito dovrà essere portata avanti, questo non significa che scorporando il canone dalla bolletta elettrica questo debba sparire completamente. Una decisione alternativa dovrà essere trovata in meno di un anno e mezzo, in quanto il termine massimo concesso al governo italiano per provvedere alle richieste del Parlamento europeo scadrà a dicembre 2022.
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