Le donne lavoratrici che hanno avuto almeno un figlio, e che vedranno il loro assegno pensionistico calcolato per intero con il sistema contributivo, potranno anticipare la pensione di vecchiaia di 4 mesi per ciascun figlio. Ma attenzione ad uno specifico limite.
C’è un‘agevolazione in ambito previdenziale, che le regole in materia riconoscono alle lavoratrici madri, ma che forse non è conosciutissima e che dunque giova ricordare.
In proposito è di rilievo l’importantissima legge n. 335 del 1995, la quale reca la riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare.
Di che si tratta? Ebbene, per le lavoratrici madri c’è la possibilità di sconto fino ad un anno sull’età pensionabile, entro un limite ben preciso. Nel corso di questo articolo approfondiremo perciò questi temi, anche in considerazione di un dibattito sulla pensione e sulla riforma da dare al mondo della previdenza, che al momento continua ad essere in cantiere, ma senza date precise circa la sua effettiva introduzione ed attuazione. Intanto è dunque preferibile dare un’occhiata all’assetto di sconti e agevolazioni oggi vigenti, come nel caso delle lavoratrici madri.
Pensione e agevolazioni per la lavoratrice madre: perché può anticipare l’età pensionabile? La fonte normativa
Attenzione al perimetro di applicazione dello sconto citato, infatti l’agevolazione con taglio dell’età pensionabile vale:
- per le lavoratrici madri che vedranno l’assegno del tutto calcolato con il sistema contributivo;
- tramite uno taglio e un’anticipazione della pensione di vecchiaia pari a 4 mesi per ciascun figlio.
Il fondamento di ciò è nella citata legge 335/1995 ed è oggi una misura pensionistica che assume particolare rilievo, se pensiamo che si tratta pur sempre di una piccola abbreviazione dei tempi per andare in pensione, in una fase in cui i requisiti per il trattamento pensionistico stanno diventando sempre più rigidi a causa dell’applicazione del meccanismo della speranza di vita.
In altre parole, nei tempi odierni si vive di più e perciò, onde contribuire alla stabilità e solidità del sistema previdenziale, la legge sta progressivamente spostando in avanti il requisito anagrafico per andare in pensione. E oggi ciò appare in tutta evidenza, se pensiamo che – in assenza di una riforma pensioni strutturale – si tornerà sicuramente all’applicazione della legge Fornero dall’inizio del prossimo anno.
Come funziona in sintesi il meccanismo di anticipo dell’età pensionabile?
Ricapitoliamo in breve quali regole di favore sono previste per le lavoratrici:
- vale l’anticipo di età rispetto al requisito per avvalersi della pensione di vecchiaia (ora 67 anni) uguale a 4 mesi in meno per ciascun figlio nel limite massimo di 12 mesi;
- la donna lavoratrice che ha avuto due figli potrà così anticipare l’uscita di 8 mesi, mentre in ipotesi in cui i figli siano tre scatterà l’anticipo massimo dell’età pensionabile, ovvero 12 mesi.
Così stando le cose, non cambierà nulla per la donna che ha avuto 4 o più figli, rispetto a chi ne ha avuti 3. Infatti il beneficio sarà comunque pari ad un anticipo pensione di 12 mesi, e non maggiore.
Non tutte le donne lavoratrici possono accedere a questo sconto in materia di pensioni, e non conta l’età anagrafica bensì quella di inizio dell’attività di lavoro. Infatti, ribadiamo che l’agevolazione scatta per chi ha l’assegno determinato in via esclusiva con il sistema contributivo, vale a dire ha iniziato a lavorare dal primo gennaio 1996.
Non potranno invece accedere all’agevolazione in oggetto le donne lavoratrici con un’anzianità contributiva precedente al primo gennaio 1996, tranne il caso di esercizio della facoltà di opzione al sistema di calcolo contributivo, così come la legge riserva loro. Ma attenzione perché detta possibilità vale solo se la lavoratrice ha un’anzianità contributiva al di sotto dei 18 anni al 31 dicembre 1995 e uguale, o maggiore ai 15 anni di cui almeno 5 anni posteriori al 31 dicembre 1995.