Donare la casa ai figli non conviene con la normativa 2025: ecco perché

È una scelta ampiamente altruista, ma presenta dei rischi. Ecco perché con la normativa 2025, donare la casa ai figli non conviene

Avere un casa di proprietà rappresenta un traguardo importante per moltissime famiglie italiane. Ad ogni modo, per via dell’aumento dei prezzi degli immobili e delle difficoltà economiche generali, raggiungere questo obiettivo non è sempre facile, soprattutto per le nuove generazioni.

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Donare la casa ai figli non conviene con la normativa 2025: ecco perché – Trading.it

In questo contesto, sono numerosi i genitori che cercano di aiutare i propri figli a costruirsi un futuro stabile e non dover lottare continuamente con il problema della casa. Ma con l’introduzione della normativa del 2025 questa scelta potrebbe rivelarsi poco conveniente. Vediamo perché.

Donare la casa ai figli conviene ancora?

Con la normativa del 2025 viene confermata, oltre ad essere rafforzata, l’esistenza dei limiti temporali relativi alla revocabilità della donazione di un immobile. I creditori del donante possono ancora pignorare la casa nel primo anno, anche se viene trasferita al figlio. Mentre nei successivi cinque anni vi sarà il rischio di un’azione revocatoria, ma solo nel caso la donazione venisse considerata lesiva nei confronti degli interessi dei creditori. Si tratta di un’eventualità che si manifesta qualora il donante rimanga in una situazione precaria dopo il trasferimento del bene.

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Donare la casa ai figli conviene ancora? – Trading.it

Dopo i sei anni, il figlio potrà considerare l”immobile realmente suo. Questo rende l’operazione di donazione potenzialmente rischiosa per entrambe le parti. Ma che cosa succede concretamente dal punto di vista fiscale? Effettuare una donazione di una casa ai figli può comportare gravi conseguenze se dovesse emergere una situazione di debiti pregressi con il fisco da parte del donante.

Se il debito da parte del donatore risulta essere superiore a 50.000 euro, oltre all’assenza di altri beni pignorabili, si configura il reato di sottrazione fraudolenta d’imposta. A questo consegue il pignoramento dell’immobile donato. Non solo, perché la donazione può diventare una fonte di conflitto tra gli eredi dei genitori (e quindi dei donatori). Secondo quanto stabilito dalla legge, sono tutelate le quote minime di eredità riservate agli eredi legittimi, i quali possono contestare la donazione fino a 20 anni dopo l’operazione. Tuttavia, a prescindere da cosa stabilisce la legge è importante fare attenzione a non iniziare una battaglia legale che potrebbe rovinare le relazioni familiari. Ad ogni modo, nonostante la donazione di una casa possa sembrare un gesto generoso e amorevole, la normativa 2025 introduce degli ostacoli fiscali e legali che in alcuni casi ne possono ridurre la convenienza.

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