Il concetto è semplice: spendendo di meno si avranno più risorse, ma non solo. Dobbiamo cominciare a chiederci se ciò che compriamo è davvero utile oppure no.
Risparmio e consumi consapevoli sono concetti immediatamente comprensibili, ma forse potremmo ampliare le nostre riflessioni e arrivare a conclusioni ancora più costruttive.
Anche “diventare ricchi” è un’idea che in realtà è più ampia di quanto si creda. Sicuramente il primo pensiero si rifà ai soldi. Ma non sono solo quelli che possono riempire la nostra vita e colmare i nostri vuoti. Il momento storico è davvero difficile, ma come in tutti i problemi che si “presentano alla porta” c’è anche un lato positivo nascosto.
Potremmo filosofeggiare a lungo su questo argomento. Ma probabilmente la realtà è ancora più semplice di quanto crediamo. Possiamo vivere dignitosamente con quello che guadagniamo, evitando di farci inglobare dalla spirale del consumismo. E soprattutto comprendere che come consumatori abbiamo anche un intrinseco “potere”.
E non è necessario essere esperti economisti per capirlo. Basta pensare a come si muove il mercato. Se c’è molta richiesta di un prodotto, il prezzo di questo sale inevitabilmente. Ricordiamoci, tanto per fare un esempio, del Pellet. Ma se smettiamo di “chiedere” al medesimo mercato determinati prodotti, allora il prezzo sicuramente si abbasserà. Certo non possiamo farlo col Pane, (e comunque ci sono alternative anche in quel senso) ma possiamo farlo con le cose superflue. E di cose superflue, in casa, ammettiamolo, ne abbiamo tutti tantissime.
Di seguito poniamo degli esempi su come spendere di meno, risparmiare e ritrovarsi con più risorse in tasca. Ma possiamo applicare il concetto praticamente a qualsiasi cosa. E forse potremmo anche “prenderci gusto” e diventare più ricchi davvero. In tutti i sensi.
Diventare ‘ricchi’ spendendo di meno si può, ecco come invertire il peso dell’inflazione
Pensiamo al nostro stipendio, guadagnato con tanta fatica. Tutti i giorni ci rechiamo al lavoro, “sacrificando” parte della nostra vita e tempo da dedicare alle persone care e ai nostri hobby. Una volta riscossa la busta paga “corriamo” a pagare le spese fisse: affitto, bollette, rata del mutuo o dell’auto, abbonamenti alle Pay Tv, alla connessione Internet, del telefonino e chissà quanto altro. Poi facciamo la spesa, e molto probabilmente gran parte dei soldi se ne sono già andati via.
Dobbiamo fermarci un attimo, e chiederci: ma tutto ciò che ho (e che pago) mi serve davvero? Un classico esempio è lo smartphone di ultima generazione, sicuramente acquistato spendendo centinaia di Euro. I cellulari sono diventati ormai parte di noi, ma un buon telefono può sopperire a tutte le nostre esigenze, anche senza essere un “top di gamma”.
E che dire delle Pay Tv? A fine mese le rate sono tante, ma abbiamo davvero il tempo per vedere centinaia di Serie Tv che magari sono composte da una miriade di episodi? Probabilmente no, perché 8 ore delle nostre giornate le passiamo a lavorare. Poi a fare le faccende. Il poco tempo che rimane forse sarebbe meglio dedicarlo ai nostri affetti.
Sono tutte considerazioni squisitamente personali, ma stanno diventando un fenomeno attuale. Potremmo dire che a livello di massa si è innescato durante il Lockdown del 2020. Lo “stop” forzato ha costretto milioni di persone a rivedere le priorità. A far capire che forse, a furia di correre, non si arriva da nessuna parte. Ma soprattutto che il consumismo non rovina solamente i portafogli ma anche l’Ambiente.
Pensiamo ai vestiti. A chi non piace comprare ad ogni cambio di stagione degli abiti nuovi? E poi, con i Saldi, siamo ancora più invogliati. Uno dei problemi, ad esempio, riguarda l’inquinamento causato dalla Moda. Ogni anno vengono prodotti 100 miliardi di capi d’abbigliamento. In termini di impatto ambientale, questo significa un consumo di acqua immenso, e l’immissione di sostanze inquinanti, nonché la diffusione di microplastiche. Ciò a causa dei vestiti fatti in Nylon e poliestere, ad esempio. Comprando meno vestiti potremo aiutare concretamente a fermare questo fenomeno. E ovviamente avremo più soldi in tasca.
Al supermercato dobbiamo andare per forza, se vogliamo nutrirci. Ma quante cose in più compriamo quando giriamo tra gli scaffali? In fondo le offerte sono molto invitanti. Ma anche in questo caso dovremo chiederci se ci servono davvero 12 bottiglie di ammorbidente, scorte caffè o vari tipi di goloserie. Anche il cibo industriale può rappresentare un danno. Per la salute personale come per l’ambiente. Basti pensare alla frutta e verdura, vendute “fuori stagione”. Sicuramente provengono da Paesi lontani oppure sono state “forzate” con fertilizzanti e prodotti chimici. Possiamo scegliere di non acquistarle, e di magiare le fragole a Luglio, quando è la loro stagione. Mentre a dicembre possiamo “accontentarci” delle mele.
Come anticipato, potremmo continuare a lungo. Una volta acquisito il concetto, però, ognuno di noi può manipolarlo a piacere, e ritrovare la sua ricchezza personale spendendo di meno. Economica, sì, ma anche interiore.