La distruzione di un’opera d’arte può tramutarsi in un vero e proprio strumento finanziario, con un giro di milioni di dollari.
A Brooklyn è stata incendiata una famosa opera d’arte di un noto artista e writer britannico. L’operazione è stata oggetto di un video, tokenizzato e venduto a quattro volte il prezzo originario del dipinto. In realtà, la stessa operazione di distruzione è divenuta un’opera d’arte.

I responsabili, tuttavia, non sono vandali ma veri e propri professionisti del mondo della finanza, appartenenti alla società di trading Injective Protocol. Dietro a questo gesto estremo, si nasconderebbe una precisa logica di mercato.
Incendiare un’opera d’arte per renderla un NFT: è accaduto a New York
Un’opera d’arte di Banksy è stata bruciata in diretta, come dimostra un video apparso sul profilo X dell’account BurntBanksy. Era stata acquistata dalla compagnia di trading Injective Protocol per 95.000 dollari. Si tratta dell’unico esemplare dell’opera “Morons” (Idioti), affissa presso la Galleria Taglialatella di New York, raffigurante un’asta d’arte ambientata probabilmente nel XIX o nel XX secolo. Sulla scena erano mostrati una serie di dipinti e la seguente scritta incorniciata “I can’t believe you morons actually buy this shit“.

Dopo il video dell’incendio, l’opera d’arte è “riemersa” sotto forma di NF, è stata inserita sulla blockchain di Ethereum e messa all’asta sulla piattaforma OpenSea. L’operazione si è dimostrata vincente, visto che il dipinto incendiato è stato venduto a un prezzo di quattro volte superiore a quello di acquisto, cioè 382.336 dollari.
Lo scopo della vicenda era la promozione degli NFT, i token non fungibili, e la pubblicità a questo nuovo strumento, per convincere sia gli artisti sia gli investitori a usare la cd. crypto art. La creazione di un’opera digitale non offende l’artista ma contribuisce a renderlo immortale. Chi compra un’opera digitale NFT ne diventa l’unico proprietario (riceve un certificato ufficiale di autenticità), perché il bene non può essere riprodotto ma rivenduto al pari delle opere d’arte fisiche. Le opere virtuali con NFT, inoltre, non rischiano di essere danneggiate o di deteriorarsi.
A cosa serve la crypto art?
Le reazioni alla distruzione dell’opera originale di Banksy non sono state unanimi. In molti hanno ritenuto il gesto estremo, assurdo e irrispettoso nei confronti dell’artista. Non si può, tuttavia, negare che gli NFT diventano ogni giorno più famosi e possono muovere milioni di dollari se collegati a beni che appartengono a svariati settori, come l’arte, lo sport, la musica, il cinema, i videogiochi.
Gli NFT, dunque, possono trovare più applicazioni, ad esempio per vendere biglietti di cinema, teatri e concerti o tracciare i prodotti nelle catene logistiche. Possono anche essere usati come avatar nei videogiochi.