Finalmente si può tirare un sospiro di sollievo? C’è una documentazione che può salvare dai guai: i disoccupati possono far uso di questi aiuti, sono una manna dal cielo!
Depressione economica, inflazione con conseguente carovita, precarietà e mancanza di stabilizzazione per i cittadini: cosa si può fare per risolvere dei problemi che si stanno sempre più cronicizzando? Con gli ultimi aggiornamenti, la situazione sta raggiungendo una fase di crisi molto alta, proprio per questo bisogna conoscere l’importanza di aiuti sostanziosi come quelli proposti per i disoccupati, che tra tutti, sono la categoria maggiormente danneggiata.
L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro, ma com’è possibile che il numero di disoccupati faccia così paura? Se il ruolo in società è così importante, non ci dovrebbero essere così tante persone senza impiego. Perché le aspettative e basi costituzionali paiono tradite? Il discorso vale specialmente nei confronti dei più giovani che vorrebbero dare il massimo, ma sono impelagati nell’oceano della precarietà. Anni persi, sogni infranti, e poche possibilità di consolidare un’indipendenza sana.
In altri Paesi si diventa adulti molto più velocemente. Non è solo una questione di cultura, perché se è vero che in Svezia è normale fare questo passo a 17 anni, bisogna capire perché in Italia non sia possibile. Di certo, il sentimento di cura e il legame familiare è sentito diversamente, ma quel che si attesta è che seppur un giovane adulto italiano decide di andare via dalla casa di origine, lo fa a 30 anni e senza garanzie.
Ecco che qui salta all’occhio la più grande polemica: come si può consolidare l’indipendenza in queste condizioni? I due aiuti servono proprio per sostenere economicamente, e per integrare nella maniera più veloce, dinamica e concreta possibile, le persone nel mondo del lavoro.
Quali sono gli aiuti per i disoccupati? Misure grandiose con massima resa!
Nello specifico, dopo aver analizzato il contesto attuale, ci si domanda quali siano i bonus e le misure che meglio potrebbero garantire un incremento dell qualità di vita. Misure vecchie, nuove ed aggiornate, ce ne sono di più tipologie, tutte con l’intento di soddisfare al meglio il benessere della collettività. Attenzione però, niente è automatico, sono misure da richiedere!
Quindi, la manovra di Governo vorrebbe quanto più possibile superare questo Gap internazionale dell’Italia rispetto tutti gli altri attori presenti nelle scenario di riferimento europeo. Ma non solo, perché sul fronte interno ci sono sempre meno giovani, perché la maggior parte emigrano. Ci sono diversi bonus che permettono il reinserimento lavorativo mediante misure di sostegno del reddito.
La prima misura ha il nome di NASPI, cioè Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego. Essa è il principale strumento in gioco per chi da dipendente, ha perso involontariamente il posto di lavoro. Ma si tratta anche di chi ha versato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti allo stato di disoccupazione. Il massimo dell’importo è di 1300 euro in base alla retribuzione media e della durata dei contributi pagati, anche questa ha un limite, cioè 24 mesi.
Segue poi una disoccupazione destinata a lavoratori coordinati e continuativi, autonomi occasionale, e professionisti senza cassa. Una sorta di indennità, per intenderci. Anche qui la somma da conferire varia in relazione alla retribuzione e alla durata della collaborazione. Si chiama DISS-COLL, ed è una chicca nel fronte degli aggiornamenti.
C’è ancora da considerare il Sostegno al Reddito, abbreviato Bonus SAR, una misura destinata a chi ha lavorato con contratti di somministrazione, e adesso si ritrova disoccupato. Il contributo da percepire è di 1000 euro al lordo della imposte. Ma come fare domanda per non perdere questi preziosi aiuti?
Corsa alla conquista dei benefici: errori da non commettere e tempistiche da rispettare
Fatto il punto della situazione, compreso di quali aiuti si sta parlando, è giunto il momento di chiarire i passaggi da compiere per inoltrare correttamente la domanda. Appunto, sono molteplici gli errori che potrebbero far perdere la possibilità di conquistare i due aiuti ai disoccupati. Dalle tempistiche da rispettare a tutti i documenti e requisiti che devono essere soddisfatti.
Nel caso del Bonus SAR serve esser disoccupati da minimo 45 giorni, aver maturato 110 giorni di lavoro o 440 ore in caso di part-time nell’ultimo anno. Mentre per la NASPI bisogna fare attenzione ad alcuni documenti. Si deve avere la copia dell’ultima busta paga, della carta d’identità e del codice fiscale, e della lettera di licenziamento o modello UNILAV nel caso di interruzione del rapporto di lavoro domestico.
Ancora serve il contratto di lavoro quando la richiesta avviene a scadenza con contratto a tempo determinato, e il permesso di soggiorno se si tratta di extracomunitari. Per ultimo rispettare la modifica della compilazione del Modello SR163 e del SR156. In passato il primo, era necessario per la NASPI, al fine di validare la titolarità del codice IBAN tramite timbro e firma, ma dopo una circolare dell’INPS, non risulta più tale.
Infatti, vi subentra il modello SR156, essenziale per la domanda della NASPI, un modulo che serve anche per dichiararsi immediatamente disponibili al lavoro. Vi figurano nell’immediato i dati anagrafici, la condizione di disoccupazione, i lavori svolti, e si conferisce al patronato un mandato di assistenza. Occhio ai tempi però, la domanda per la NASPI va inviata entro 68 giorni dalla fine del rapporto di lavoro. Se si supera questo limite, non verrà accettata!