Disabilità: perdi le cifre che ti spettano se non rispetti questi termini stabiliti

Una bambina disabile ha chiesto un risarcimento per i presunti danni che la scuola le avrebbe arrecato, come è andata a finire.

Era solo una bambina piena di sogni e speranze, la scuola per lei doveva essere il trampolino di lancio per una vita più consapevole. Ma qualcosa è andato storto.

alunna disabile e compagni di scuola in aula
Disabilità: perdi le cifre che ti spettano se non rispetti questi termini stabiliti – trading.it

Una bambina disabile che va a scuola e una famiglia che spera in un sostegno adeguato per la figlia. L’educazione scolastica deve essere attenta ai bisogni dei bambini ‘speciali’ e la prima cosa che viene in mente è la presenza di un insegnante di sostegno così come previsto dalla legge. Ma sembra che non tutto sia andato come sperato dai genitori e che la bambina, oggi adolescente, abbia risentito di un’infanzia senza sufficiente aiuto per la sua situazione disabilitante. Cosa che le avrebbe procurato, a dire dei genitori, danni morali ed esistenziali.

Peccato però che il ricorso per un risarcimento danni sia stato fatto solo 15 anni dopo la frequentazione della scuola dell’infanzia. Ed è proprio questo il nodo che ha decretato poi il giudizio finale del Consiglio di Stato.

Danni morali ed esistenziali per una bambina disabile: otterrà il risarcimento?

L’assegnazione di un insegnante di sostegno non è un privilegio ma un diritto fondamentale che tutela l’integrità della persona. Ma, secondo una sentenza del Consiglio di Stato, la violazione di tale diritto non comporta automaticamente il diritto al risarcimento, poiché ogni caso è diverso da un altro. E poi c’è un altro punto sul quale insiste la legge.

maestra con bambina disabile che gioca
Danni morali ed esistenziali per una bambina disabile: otterrà il risarcimento? – trading.it

Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 00306/2025,  ha chiarito i limiti entro cui può essere richiesto il risarcimento danni per mancata o insufficiente assegnazione del sostegno scolastico agli studenti con disabilità. La ragazza che sostiene di non avere avuto un sostegno adeguato quando frequentava la scuola d’infanzia, a distanza di quasi quindici anni, chiedeva il riconoscimento di danni patrimoniali, non patrimoniali, biologici, morali ed esistenziali, in conseguenza della mancata assegnazione di un assistente educatore quando era ancora una bambina. Le motivazioni presentate parlavano di violazione del diritto alla salute e alla formazione della personalità, con effetti negativi sulle proprie funzioni naturali, comprese quelle biologiche, sociali e relazionali.

La scuola che frequentava si è costituita in giudizio. Nel pronunciarsi, il Consiglio di Stato ha riconosciuto la necessità, anche nei casi di inadeguato sostegno scolastico, di provare rigorosamente il cosiddetto danno conseguenza. Dunque la ragazza o chi per lei, dovrà dimostrare se davvero c’è un nesso tra l’omessa assegnazione dell’assistente educativo e le conseguenze subite. Il danno morale e biologico, infatti, è risarcibile solo se si dimostra la commissione di un reato nei confronti dell’alunno disabile oppure un peggioramento con prove cliniche della condizione psicofisica, mentre il danno alla vita di relazione è riconosciuto solo se non è stato rispettato il “progetto di vita” tracciato nel Piano Educativo Individualizzato (PEI), lo strumento che definisce obiettivi e percorsi personalizzati per l’alunno.

Il Consiglio di Stato, pur riconoscendo l’importanza del diritto al sostegno, ha confermato la legittimità del rigetto del ricorso, anche in considerazione della lunga distanza temporale tra i fatti e l’iniziativa legale.

Gestione cookie