Chi perderà agevolazioni e fonti di sostegno è già nel panico: la riforma sulla disabilità rende scontente troppe persone. Nuovo flop legislativo?
L’obiettivo del Welfare State è garantire il miglioramento della qualità di vita del singolo, grande problema è il non riuscire a soddisfare questa implicazione proprio a causa del fatto che i tempi sono più duri economicamente parlando. Allora, subentra la Riforma sulla disabilità, ma peccato che le conseguenze più che benefici, stiano già generando una miriade di contestazioni. Perché?

Se si contesta, è perché la maggior parte delle persone che di solito ottenevano agevolazioni, questa volta potrebbero perderle. Nonostante, si stia comunque trattando di gente che ha delle fragilità importanti. Sarà così o è una cattiva interpretazione del progetto di Riforma alla disabilità?
In primis, è bene tenere presente che con la nuova Legge di Bilancio 2025 che riorganizza la canalizzazione di risorse e ripristina la gestione di settori di rilievo, e le stesse leggi in discussione, sono tutti buoni motivi di preoccupazione date le fragilità in questione e la depressione economica della società. A cui si uniscono i molti e repentini cambiamenti.
Le più importanti modifiche risiedono nella valutazione e nel riconoscimento della condizione di disabilità. Motivo per cui alcuni, nonostante la conformità ai precedenti canoni, potrebbero perdere tutto.
Riforma disabilità, perché tanti sono tagliati fuori? Solo risposte certe!
Riuscire a fare fronte a queste novità, senza perderne una, e al contempo soddisfare le richieste avanzate, non è una questione alla quale tutti riescono a trovare un equilibrio. Specie se si ha a che fare con la vita di tutti i giorni, ed in questo caso, con le esigenze delle persone che vivono la disabilità nel quotidiano. La riforma è poco adatta? Ecco cosa cambia.

Le nuove procedure di valutazione implicano un processo unico per confermare l’invalidità civile. La ragione è velocizzare i percorsi burocratici, ma non si può negare l’incertezza sulle modalità di accertamento, perché nuove. Quindi, si è nel pieno della sperimentazione, realtà presente in sole 9 province italiane. Ecco che la disparità tra Regioni aumenta ancora una volta.
Ma come si stabilisce la disabilità? Ne cambiano pure i termini mediante una nuova definizione che segue un approccio più “olistico”. Cioè il racchiudere quanti più elementi possibile per essere inseriti nella giusta ICF, cioè Classificazione Internazionale del Funzionamento. Anche questo però, richiede tempo anche per adeguarsi alla nuova terminologia.
Inoltre, la visione è quella di creare un “progetto di vita”, personalizzando in base alle esigenze de singolo, i suoi servizi. L’obiettivo è migliorarne nel concreto la qualità di vita. Il coordinamento tra professionisti sanitari e sociali è la chiave. Reperire medici e operatori validi, richiede una maggiore attenzione alle risorse umane.
In sostanza, non è detto che sia un sistema fallimentare a prescindere, ma non mancano preoccupazioni perché per l’ennesima volta ci sono cambiamenti veloci verso un nuovo sistema. Le Istituzioni gestiranno correttamente le nuove misure? Si vedrà nel lungo periodo.