L’Assegno ordinario non spetta ai dipendenti pubblici. Ci sono, però, due ipotesi in cui anche i lavoratori del pubblico impiego possono ricevere la prestazione.
Anche i dipendenti pubblici possono accedere all’erogazione dell’Assegno ordinario, la misura riconosciuta ai lavoratori con ridotte capacità lavorative.
Di solito, la misura previdenziale, erogata nei confronti dei soggetti con una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore a 2/ 3, spetta solo ai lavoratori privati. Ci sono, tuttavia, due eccezioni a tale regola, che permettono anche ai dipendenti del settore statale di usufruire dell’Assegno ordinario di invalidità.
Analizziamo, dunque, la disciplina e vediamo quando operano tali deroghe.
Per ulteriori informazioni sul trattamento, non perdere il seguente articolo: “Assegno ordinario di invalidità: cos’è, come si chiede e come calcolarlo“.
Dipendenti pubblici: perché non hanno diritto all’Assegno?
L’Assegno ordinario di invalidità è una misura a cui hanno i dipendenti del settore privato e i lavoratori autonomi affetti da invalidità pari o superiore al 66%. È, inoltre, parzialmente cumulabile con i redditi da lavoro.
Per poter presentare domanda per la prestazione ed ottenerne l’erogazione, la legge richiede la sussistenza di determinati requisiti. In particolare:
- requisito contributivo: sono necessari almeno 5 anni di contributi versati nel corso dell’intera carriera lavorativa, di cui almeno 3 anni negli ultimi 5 anni precedenti alla presentazione della domanda per l’Assegno;
- iscrizione presso l’AGO (l’Assicurazione Generale Obbligatoria), presso la Gestione Separata o presso una Gestione sostitutiva. L’invalidità che da diritto alla prestazione non deve necessariamente essere irreversibile. In altre parole, il riconoscimento dell’Assegno non dipende dall’immutabilità dello stato invalidante del richiedente;
- riduzione della capacità lavorativa già sussistente al momento dell’assunzione, a meno che non si verifichi un aggravamento successivo o sopraggiungano ulteriori infermità.
Per quale motivo l’Assegno ordinario di invalidità non è solitamente concesso anche ai dipendenti pubblici? La risposta al quesito è molto semplice: perché tale categoria di lavoratori è obbligata al versamento dei contributi presso l’ex INPDAP, che non contempla l’erogazione di questo tipo di prestazioni.
Leggi anche: “Assegno ordinario di invalidità, attenzione: in questi casi c’è la revoca“.
Le due eccezioni alla regola
Ci sono, però , due casi eccezionali in cui anche i dipendenti del settore statale possono presentare richiesta per il riconoscimento dell’Assegno ordinario di invalidità. Nello specifico, ciò è possibile quando i dipendenti pubblici hanno:
- versato dei contributi come lavoratomi autonomi;
- pagato dei contributi nel Fondo Pensione dipendenti privati, anche solo per pochi anni.
Dunque, se un lavoratore, prima di prestare servizio nell’ambito del pubblico impiego, ha svolto un lavoro autonomo oppure ha lavorato nel settore privato, può aver maturato e pagato anni di contributi che gli permettono di accedere anche all’Assegno ordinario di invalidità.
Al momento dell’assunzione come dipendente pubblico, quindi, il diritto alla prestazione non decade; i contributi versati nella Cassa dei dipendenti privati e nella Gestione Separata, infatti, danno la possibilità di poter ottenere l’Assegno ordinario.
La prestazione è vietata esclusivamente a coloro che hanno pagato contributi solo al Fondo Pensione Lavoratori del Settore Pubblico (FPLD).