La globalizzazione economica così come la conosciamo sta volgendo al termine e lascia indietro le multinazionali. La circolazione transfrontaliera di beni, servizi, capitali e tecnologia ha raggiunto il suo limite.
Le nuove tendenze si associano a politiche di protezionismo e autosufficienza. È un esempio il recente provvedimento dell’Unione europea sulle grandi società di internet.
La liberalizzazione economica ha visto un rapido declino negli ultimi sostituendo il libero scambio con le guerre commerciali e i dazi doganali. A questo si sono aggiunte le diffidenze esacerbate dall’utilizzo poco trasparente dei dati delle multinazionali di internet. Ora sembra probabile che l’economia mondiale si dividerà in blocchi, contraddistinti dalla volontà di autarchia e da un autonomo sviluppo di tecnologie. La guerra nell’Europa orientale darà ulteriore slancio verso questo nuovo orientamento, soprattutto in ambito energetico.
I funzionari dell’Unione Europea hanno concordato giovedì la bozza di un accordo storico volto a vigilare e limitare il comportamento delle più grandi società online. Con le nuove regole il blocco sta cercando di impedire ai giganti della tecnologia come Google, Meta e Apple di realizzare degli oligopoli nel settore. Il cambiamento rispetto alla pratica di multare le violazioni antitrust arriva dopo mesi di colloqui. Il Parlamento e il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sul Digital Markets Act.
Le società coinvolte nel provvedimento sono quelle che in Europa hanno guadagnato almeno 7,5 miliardi di euro di entrate annuali in negli ultimi tre anni, hanno un valore di mercato di almeno 75 miliardi di euro e forniscono servizi in almeno tre paesi dell’UE. Le società con queste caratteristiche sono chiamate gatekeeper e possono essere soggette a modifiche strutturali a seguito di violazioni ripetute.
Alle multe record del valore di milioni di dollari si sostituirà uno spazio economico più equo per le nuove imprese europee. I gatekeeper non potranno più classificare i propri prodotti o servizi come superiori a quelli di altri o riutilizzare a proprio vantaggio i dati raccolti da servizi di terzi. Tra le altre restrizioni quelli sugli annunci online mirati, le nuove regole si applicano soprattutto per ostacolare la sinergia e il monopolio che si creano tra i servizi di messaggistica e le piattaforme di social media.
A queste regole subentrano pene piuttosto severe: potrà essere decurtato fino al 10% del reddito annuale o fino al 20% del suo fatturato globale, che metterebbe in seria difficoltà economica qualunque azienda.
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