Il prezzo del diesel continua a crescere, superato il costo della benzina, quali sono le ragioni? Chi specula dietro questi aumenti?

Il costo del diesel ha ormai superato quello della benzina. C’è chi specula o si tratta pur sempre di crisi energetica?

Nelle precedenti settimane avevamo constatato una discesa del prezzo dei carburanti. Ebbene, come conseguenza della crisi energetica torna a salire la spesa per il diesel al punto da superare quella relativa alla benzina.

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Una circostanza dal sapore di novità. Il diesel più caro della benzina. Uno scenario che prende forma in queste ore, non vi è stazione di servizio esentata. La spesa per un litro di gasolio è più alta rispetto a quella per un litro di benzina.

Stando agli addetti ai lavori il conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina rappresenterebbe la ragione fondamentale della crescita senza precedenti del costo diesel. Le forniture vacillano e le raffinerie europee sono perlopiù impegnate nei processi produttivi della benzina.

Gli ultimi 7 giorni del mese di agosto hanno visto il prezzo del diesel tornare al di sopra degli 1.8 euro a litro. Per intenderci, la benzina si attesta su una soglia di circa 1.75 euro a litro. Ma dietro un tale e inaspettato “sorpasso” cosa si cela realmente? Quale le autentiche ragioni? Qualcuno specula?

Crisi energetica e crescita costo diesel, ecco le connessioni

Vi sarebbero sintomi inequivocabile dietro l’exploit della spesa per il gasolio. Su tutti, il conflitto in Ucraina, la stringata competenza alla raffinazione nel Mediterraneo e lo sbarramento dei porti verso e dalla Russia.

Tra benzina e diesel vi sono delle differenze sostanziali, in primis la tipologia di uso e i diversi fruitori: la prima viene rappresenta il carburante per eccellenza del trasporto privato, il secondo è quello del trasporto pubblico, dei tir, dei dispositivi in funzione nelle industrie per la produzione di energia.

In Italia le accise sulla benzina sono assai superiori rispetto a quelle sul diesel, proprio in quanto di quest’ultimo se ne serve una tipologia di fruitori che potremmo definire come professionale.

Il taglio delle accise sul carburante verde è stato prolungato dall’esecutivo fino al prossimo 5 ottobre. I Ministri Franco (Economia e Finanze) e Cingolani (Transizione Ecologica) hanno siglato il provvedimento in questione al fine di contenere il costo all’utenza dei carburanti.

Il gasolio sbanca le stime del pre-guerra del 5%

Massimiliano Dona, guida e portavoce dell’Unione Nazionale Consumatori, ha affermato come :

L’estensione dal 20 settembre al 5 ottobre del taglio delle accise, appena 15 giorni, è un topolino che viene mangiato dal gatto.

Stando al presidente il Governo in carica sarebbe solamente impegnato nella conclusione delle questioni di più imminente attualità. Con le elezioni del 25 settembre in arrivo , i tempi si allungheranno, decisioni non se ne prenderanno, e allora perché non prorogare almeno fino alla conclusione di ottobre la suddetta misura?

Sulla prolungamento dell’ultimo taglio, sarebbe stato opportuno pazientare sino al summit dei Paesi Opec+, programmata per il 5 settembre, in modo da rendersi conto se potesse bastare un taglio delle accise di 25 cent.

Incalza Massimiliano Dona e prosegue affermando che da quando, nel corso del mese di luglio, è tornato a crescere il tasso produttivo di petrolio

il prezzo della benzina è sceso di oltre 31 cent al litro, con un ribasso del 15,1%, pari a 15 euro e 63 cent per un pieno da 50 litri, il gasolio è diminuito di oltre 22 cent al litro, con una riduzione dell’11,1%, pari a 11 euro e 26 cent a rifornimento.

In altre parole, se fosse ancora potenziata la produzione, 25 cent potrebbero andar bene, in caso contrario sarebbe un provvedimento completamente insufficiente.

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