Con la manovra approvata dal governo Meloni cambiano gli assegni e migliorano i redditi di tutti i pensionati.
Da gennaio 2023 gli assegni più bassi e a diminuire, beneficeranno di un’indicizzazione del 120%.
Le pensioni sono un tema dibattuto di grande attualità date le sempre più scarse risorse economiche e i necessari compromessi per garantirne l’erogazione. Il diritto alla pensione è il tema attorno a cui sta ruotando il dibattito tra governo e parti sociali; l’ipotesi oggi più realistica è proprio Quota 41.Tuttavia, la misura al momento costerebbe circa 5 miliardi di euro all’anno e risulta poco sostenibile.
Per sostenere l’impegno verso i pensionati e i bisogni di chi si trova a subire gli effetti dell’erosione del potere d’acquisto in modo passivo, la prima manovra varata dal governo Meloni si presenta un doppio bonus per questa categoria.
Gli assegni minimi indicizzati all’inflazione acquisita del 7,3%, saranno ulteriormente rafforzati da un incremento del 20% sull’inflazione. A partire dai 523,38 euro di pensione mensile gli italiani tireranno un sospiro di sollievo. In questo modo gli assegni lieviteranno di circa 45 euro al mese rispetto ai minimi.
Il 31 dicembre 2022 scadranno diverse forme di pensionamento anticipato, lasciando come unica opzione disponibile la legge Fornero. Per evitare di ricorrervi il Governo ha dato disponibilità per coloro che non intendono lasciare il lavoro, anche in possesso dei requisiti per il pensionamento, di contare su una decontribuzione. In cambio della rinuncia temporanea alla pensione chi deciderà di rinviare l’uscita dal mondo del lavoro, vedrà crescere ogni mese la busta paga di almeno il 9,19%.
Posticipare la pensione per incrementare lo stipendio: soluzione temporanea in un percorso di riforma pensionistica pluriennale
Un interessante strumento di flessibilità, proposto dal nuovo esecutivo che rischia altrimenti di far sembrare la riforma delle pensioni una soluzione temporanea e poco efficace rispetto alla sua sostenibilità. Altri tipi di manovre inciderebbero sui conti pubblici risultando poco considerevoli della consapevolezza della situazione economica nel prossimo futuro.
La pensione spesso non basta a mantenere dopo il lavoro il proprio stile di vita; è per questo che il governo cerca di rifondare la capacità di spesa di chi in pensione è stato colto di sorpresa dalla complicata fase economica.
Il disegno di legge di bilancio varato dal governo è concepito come un percorso pluriennale. L’obbiettivo della maggioranza è oltre, riuscire a compensare i costi dei rincari energetici quello di avvicinarsi il più possibile e con sicurezza alle promesse elettorali. Tra quelle più rilanciate negli anni avvicinare gli importi delle pensioni più basse a mille euro al mese. Una riforma promessa più volte in passato da Forza Italia che potrebbe diventare realtà seppure con dei ritocchi dell’obbiettivo per il trattamento minimo.
Scorporato l’adeguamento che sarebbe comunque scattato con la perequazione del 100%, l’ulteriore crescita dell’assegno è di 8 euro al mese. Questo si traduce in un bonus di 104 euro l’anno, calcolato partendo dal livello minimo del 2022.