ESG acronimo inglese di Environment, Social, Governance sono le realtà imprenditoriali che si basano sul rispetto e sul contributo alla sostenibilità ambientale.
Le attività di credito, di investimento, nonché quelle di natura produttiva, sono oggi sotto l’occhio vigile dei legislatori pronti a limitare le attività dannose per l’ambiente. Le emissioni nocive direttamente prodotte o finanziate sono diventate sempre meno remunerative soprattutto in Europa.
Gli investitori hanno già contribuito al mutamento della tendenza, tanto che la fine di agosto ha visto la nascita dei primi derivati ESG. È notizia recente infatti che JP morgan ha stipulato la nascita di un derivato con Enel, impegnandosi a sviluppare soluzioni alternative ai carburanti fossili.
I derivati ESG incentivano la sostenibilità ambientale?
Secondo i promotori si tratterebbe di una strategia atta incentivare la sostenibilità ambientale correlata ai prodotti finanziari. JPMorgan Chase è il più grande sottoscrittore al mondo di green bonds. Prevede di espandere significativamente la sua offerta di prodotti di investimento classificati sulla base del rispetto degli standard ecologici. L’etichetta ESG sta venendo di fatto associata a servizi e asset finanziari che diventano sempre più ampi. In questo caso JPMorgan ha costituito con Enel un cross currency swap. Permetterà a entrambe le parti di definire la conversione di valuta sulla base del rispetto degli obbiettivi ecologici.
JPMorgan afferma che l’obbiettivo dell’operazione è quello di espandere il più possibile gli ESG al mondo della finanza con vendite dirette che hanno raggiunto un valore che soltanto quest’anno è pari 1 trilione di dollari. La diffusione sempre più capillare di questi investimenti ha reso questa categoria rappresentativa di quasi il 30% degli asset a livello globale.
La sfida attuale è quella di raggiungere un equilibrio, che metta in relazione l’impatto materiale di questi asset sul cambiamento climatico, con la stabilità finanziaria. Troppo spesso infatti gli ESG rischiano di trasformarsi in strumenti eccessivamente complessi e speculativi, che diventano controproducenti date le possibili ricadute sociali.
LEGGI ANCHE>>ESG, la nuova frontiera degli investimenti: cosa sono e perché si stanno diffondendo
Gli ESG diventano occasione di speculazione
La volatilità può sicuramente contribuire a rendere questi asset interessanti, contribuendo al loro finanziamento da parte degli investitori. Può d’altro canto spingere i prezzi su livelli eccessivi e tali da avere ripercussioni negative sull’economia reale. Quest’anno arriveranno sul mercato altri prodotti esotici legati agli ESG, come ad esempio quello creato da Deutsche Bank per la società di energie rinnovabili Continuum Energy Levanter Pte. Tuttavia questa sembra più un operazione pubblicitaria che associa l’etichetta ESG a una copertura sull’esposizione dell’obbligazione di Continuum quotata in dollari.
Il mercato degli ESG sarà sottoposto a un processo di verifica che segua la sua espansione bilanciando il potenziale ecologico con il rischio di mercato e il rischio di credito. La proliferazione di questi derivati dovrà anche riportare l’attenzione su quelli che sono gli obbiettivi ecologici, sotto i quali questi asset possono essere associati alla definizione ESG. Risulta spesso troppo semplice per le società raggiungere gli standard necessari a ottenere questa etichetta senza che dietro alle attività associate non vi sia un vero impegno alla sostenibilità. Nuovi indicatori chiave dovranno quindi rideterminare quali caratteristiche gli ESG così come i loro derivati dovranno avere per essere definiti tali. Contribuendo così efficacemente allo scopo per il quale sono stati creati.