Dimensionare correttamente la somma da versare sul proprio conto trading è fondamentale. Perchè? Quali fattori influiscono su questa scelta?
Ogni trader alle prime armi, dopo aver richiesto al broker selezionato l’apertura di un conto reale di trading, si trova a dover prendere subito la prima decisione importante della sua carriera: l’ammontare dei fondi da versare nel conto e da destinare alle sue prime operazioni di trading.
L’importanza di questa scelta è legata al fatto che, dall’ammontare del capitale versato sul conto, dipende non solo la grandezza dei profitti conseguibili, ma anche la perdita massima che un trader può subire, qualora le proprie operazioni sui mercati non andassero a buon fine (evento, purtroppo, molto probabile alla luce delle statistiche fornite dai broker).
È obbligatorio investire un determinato importo minimo di capitale?
Alcuni broker online consentono di aprire conti trading anche con versamenti di capitale nell’ordine di poche decine di euro (ad esempio 25 euro), grazie alla possibilità di utilizzare la leva finanziaria. Altri, richiedono un investimento iniziale di alcune centinaia di euro (ad esempio 100 euro o 250 euro). Vi sono anche broker che si rivolgono soprattutto ad una clientela professionale, quindi ben capitalizzata, e che richiedono versamenti a partire da 1000 o 5000 euro.
Quindi, scegliendo un broker che lo consenta, è possibile anche iniziare a far trading con investimenti molto bassi. Bisogna, ovviamente, considerare che fare trading con poche decine di euro non permette di ottenere profitti rilevanti, ma può essere molto utile per muovere i primi passi su un conto reale e testare la propria strategia e il proprio livello di preparazione.
In linea di massima, in una fase successiva, per ottenere invece un arrotondamento mensile costante e nell’ordine di qualche centinaio di euro, è necessario depositare nel conto trading un importo compreso tra 3000 e 5000 euro. Questo ipotizzando di riuscire ogni mese ad ottenere un profitto compreso tra il 2 e il 5%, corrispondente ad una “operatività sostenibile”, ovvero ad una gestione del rischio oculata da trader professionista.
Qualora, dopo qualche anno di attività con buoni risultati, si intenda compiere il grande passo e vivere di solo trading sarà necessario disporre sul proprio conto di una somma pari, come minimo, a 50.000/60.00o euro. Seguendo il ragionamento fatto in precedenza e ipotizzando di ottenere un profitto medio mensile del 3% si potrebbe ottenere un guadagno pari a circa 1.800 euro (da cui detrarre le tasse), che corrisponde a grandi linee ad uno stipendio medio mensile di un impiegato.
I fattori da cui dipende la dimensione del conto trading
La decisione riguardante la quantità di denaro da destinare al trading dipende da alcuni fattori. Vediamo di seguito i più importanti:
- gli obiettivi perseguiti attraverso il trading e l’esperienza maturata: come spiegato poco fa, il fabbisogno di capitale sul conto trading sarà diverso tra un trader il cui scopo è soltanto muovere i primi passi e testare la propria preparazione, un trader che si accontenta di un arrotondamento rispetto alla propria entrata principale ed un operatore professionale, ormai con esperienza pluriennale, che dal trading ricava gran parte del reddito necessario per la propria sopravvivenza;
- l’ammontare complessivo del proprio patrimonio: è preferibile destinare al trading solo una piccola quota del proprio patrimonio personale. Sarebbe opportuno limitare la dimensione del conto trading entro il 10% di tale valore. Ciò significa che chi possiede nei propri conti correnti bancari una somma pari a 100.000 euro potrà destinare al trading 10.000 euro; chi, invece, possiede complessivamente 500.000 euro ne potrà destinare al trading massimo 50.000. Imporre questi limiti alla somma da investire è fondamentale perchè bisogna sempre ricordarsi che il capitale destinato al trading può essere perso interamente e, qualora ciò avvenisse, bisogna fare in modo che la perdita sia sempre sostenibile per le proprie finanze. Inoltre, maggiore è la quota del proprio patrimonio destinata al trading, maggiore è la pressione psicologica cui il trader è sottoposto e questo stato d’animo di tensione è sempre dannoso per un trader;
- la propensione al rischio: ogni investitore ha un proprio profilo psicologico da cui dipende il proprio atteggiamento nei confronti delle situazioni in cui vi è il rischio di perdere il proprio capitale. Vi sono soggetti disposti ad accettare grandi rischi per ottenere grandi guadagni e soggetti che preferiscono limitare i guadagni per non rischiare troppo del proprio denaro;
- gli strumenti finanziari con cui si intende operare: se si intende utilizzare i CFD, grazie all’effetto della leva finanziaria, sarà necessario depositare sul conto trading una somma di denaro inferiore rispetto a chi opera sul mercato regolamentato, dove è necessario coprire con il proprio capitale l’intero valore di mercato dello strumento negoziato;
- l’orizzonte temporale della propria operatività: un trader il cui scopo è ottenere un determinato guadagno speculando su brevi movimenti di prezzo avrà bisogno di un capitale maggiore rispetto ad un altro trader che, invece, punta ad ottenere lo stesso guadagno da movimenti di prezzo più ampi, che si sviluppano in un periodo di tempo più lungo.
Quando si decide al riguardo dell’ammontare del capitale da destinare al trading è sempre bene considerare prima le perdite che il trading può generare, rispetto ai potenziali guadagni, e domandarsi se si è disposti ad accettare di perdere la somma che si intende depositare nel conto trading. Se l’idea di subire una perdita pari a tale somma provoca sofferenza, allora è necessario ridurre l’ammontare del versamento.
Conviene chiedere un prestito?
Prendere del capitale in prestito per fare trading è un’azione da non compiere assolutamente.
Ottenere un prestito significa essere obbligati a restituire l’intera quota capitale maggiorata degli interessi. Ciò significa che per riuscire, con il solo trading, a pagare l’intera somma costituita dal capitale e dagli interessi bisognerebbe ottenere una performance sul proprio conto trading (ipotizzando un versamento di importo pari al prestito ottenuto) di oltre il 100%: pari, cioè, a tutto il capitale preso in prestito più gli interessi. Una performance del genere richiede grandi abilità ed esperienza e, pur sussistendo questi requisiti, richiede spesso qualche anno prima di essere realizzata.
Sarebbe opportuno, inoltre, porre a noi stessi questa domanda, se stiamo pensando di ricorrere ad un prestito per fare trading: “se non ho risparmi da cui attingere e perdo, con il trading, il capitale preso in prestito, come posso poi rimborsare il capitale e pagare gli interessi al finanziatore?”
Perciò, considerando le elevate probabilità di perdita tipiche del trading ed il periodo di tempo elevato necessario per rientrare dal prestito, il consiglio è quello di dedicarsi al trading soltanto se si può attingere dai propri risparmi.