Un nuovo studio rileva un collegamento tra demenza e battito cardiaco accelerato. Per queste patologie è possibile il riconoscimento dell’invalidità, del ticket sanitario e della legge 104.
La pandemia Covid ha messo a rischio molte persone e sono aumentati i casi di demenza e battito cardiaco accelerato. Secondo uno studio ci sarebbe una correlazione tra le due patologie, maggiormente nelle persone con un’età uguale o superiore a sessanta anni. Nello studio si legge che un’elevata frequenza cardiaca a riposo (RHR) può essere un fattore di rischio per la demenza, a prescindere da altri fattori di rischio associati alle malattie cardiovascolari.
Secondo le linee guida INPS, secondo specifici criteri, queste patologie sono invalidanti e permettono il riconoscimento dell’assegno mensile, l’esenzione del ticket sanitario, la legge 104 e tante altre agevolazioni.
Il nuovo studio condotto presso il Karolinska Institutet, in Svezia, pubblicato sulla rivista Alzheimer e demenza, chiarisce alcune lacune derivate da precedenti studi. Lo studio ha coinvolto 2.147 partecipanti che vivevano a Stoccolma da dodici anni. La loro età media era di 70,6 anni e il 62% erano donne. Sebbene questo studio non sia stato in grado di stabilire una relazione causale, ha offerto una spiegazione plausibile per il legame tra un’elevata RHR e il declino cognitivo.
L’autore dello studio, il dottore Yume Imahori, sostiene che se si interviene precocemente, l’insorgenza della demenza può essere ritardata, e questo ha un impatto sostanziale sulla qualità di vita.
Gli studiosi hanno rilevato che il battito cardiaco elevato è associato a numerosa malattie cardiovascolari, come ad esempio: fibrillazione atriale, cardiopatia ischemica, arresto cardiaco, eccetera. Tutte queste malattie, sono note nel campo scientifico come fattore di rischio per la demenza.
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Le patologie cardiovascolari e quelle legate al declino cognitivo, permettono secondo la gravità della patologia, ad un offerta ampia di servizi socio assistenziali, anche in base alla Regione dove si risiede. Il primo input per l’accertamento della malattia, riguarda il medico di medicina generale. Infatti, ha il compito di attivare l’accesso alle varie strutture specifiche che forniscono assistenza socio-sanitaria. Poi, possono essere erogati vari servizi tramite l’Ufficio dei Servizi Sociali del proprio Comune, per tutelare il malato.
Per questa tipologia di assistenza e per eventuali benefici economici, il più delle volte è richiesto l’ISEE aggiornato, e sotto una soglia limite, le prestazioni sono gratuite. Ad esempio come avviene per molte malattie croniche, tipo l’Alzheimer, si ha diritto all’esenzione del ticket sanitario. Inoltre, previsto il riconoscimento dell’invalidità civile, con tutte le prestazioni economiche correlate in base a determinati requisiti. Assegno invalidità e pensione: si possono avere entrambi? La risposta che non ti aspetti
In casi di non autosufficienza spetta l’indennità di accompagnamento e il riconoscimento della legge 104 ai sensi dell’articolo 3 comma 3. Ricordiamo che la legge 104 tutela il disabile con handicap grave e la loro famiglia, con i permessi legge 104 e il congedo straordinario legge 151 di due anni.
Le prestazioni economiche erogate dall’INPS, sono riconosciute in seguito ad accertamenti medici effettuati dalla Commissione medico legale INPS. Inoltre, precisiamo che non devono essere confuse con le prestazioni di inabilita e invalidità previdenziale. In effetti, queste sono misure riconosciute in base al perfezionamento di un requisito contributivo.
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