Nell’attuale contesto la spinta riformatrice del Governo non passa in secondo piano e prosegue nel tentativo di porre rimedio quanto più possibile agli squilibri del Paese.
Carburanti, bollette, cuneo fiscale, sono diversi gli interventi di questa settimana.
La prima novità importante è l’estensione dello sgravo fiscale delle accise sui carburanti. Lo sconto di 30 centesimi viene esteso fino al 21 agosto. Il ministro dell’Economia e delle Finanze e il ministro della Transizione Ecologica, hanno firmato il Decreto per prorogare gli interventi a tutela degli automobilisti e da chi dipende dagli automezzi per il proprio sostentamento. Si estende così al 21 agosto l’attuale taglio per benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione.
Il secondo tema di importanza primaria per le spese famigliari è il costo delle utenze. Le bollette di luce e gas pesano inoltre su commercianti e altre attività economiche. Non sembra intravedersi la fine dei rincari, così il Governo estende la sua tutela fino al terzo trimestre, azzerando gli oneri di sistema e compensando l’aumento dei costi.
Sempre nell’ambito del decreto aiuti, si ragiona su una serie di altre ipotesi, che sono quelle rimaste in essere prima della crisi di governo. Tra questa la riproposizione per un secondo bonus da 200 euro, su cui si dovrà stanziare un fondo di circa 6,8 miliardi. Una seconda ipotesi, più probabile, è la riduzione o l’azzeramento, delle aliquote Iva sui beni di largo consumo.
Abbassare l’aliquota IVA perlomeno su prodotti più importanti è indispensabile per incidere più direttamente sul portafoglio. Il taglio dell’imposta riguarderebbe essenzialmente beni e servizi su cui gravano aliquote del 4-5% e del 10%. Le coperture finanziarie per questa iniziativa vengono proprio dal gettito fiscale guadagnato sull’IVA a causa all’inflazione. Nei primi cinque mesi dell’anno è stato accumulato un gettito extra pari a 10 miliardi di euro.
Sempre in tema di novità del Decreto Aiuti, è stata prevista una novità anche per i requisiti utili a mantenere il reddito di cittadinanza. Faranno numero nel conteggio dei rifiuti che portano alla perdita dell’assegno, anche le offerte di lavoro dei privati e non solo più quindi quelle che avvengono tramite i centri per l’impiego. Dopo due rifiuti a offerte di lavoro congrue, d’ora in poi si sarà costretti necessariamente ad accettare il lavoro proposto. Viceversa, al terzo rifiuto verrà perduto anche il beneficio.
Nei primi 36 mesi di vita del reddito di cittadinanza hanno usufruito della misura ricevendo il pagamento di almeno una mensilità 2,2 milioni di nuclei familiari, per un totale di 4,8 milioni di persone, per quasi 23 miliardi di euro.
Per considerare congrua un’offerta di lavoro viene valutata la coerenza con le esperienze e le competenze maturate, la durata della disoccupazione, la distanza dal domicilio, i tempi di trasferimento mediante mezzi pubblici e la retribuzione offerta. Su questo fronte la misura garantisce uno stipendio che sia superiore almeno del 10% rispetto al reddito di cittadinanza. Per quanto riguarda la distanza invece si considera congrua un’offerta entro 80km o 100 minuti di viaggio dal luogo di residenza.
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