Debiti meno cari: la novità normativa offre un aiuto concreto

L’ultima decisione di politica monetaria della BCE ha un eco internazionale: debiti meno cari, cosa succede.

Il 17 aprile 2025 la BCE conferma la decisione di ridurre la percentuale che aggrava i debiti, diventando subito meno cari. C’entra l’Eurosistema e l’ammontare del tasso d’interesse: come la manovra di politica economica genera grossi cambiamenti.

sfondo portafoglio con banconote euro e lente con freccia in calo
Debiti meno cari: la novità normativa offre un aiuto concreto- Trading.it

La decisione di politica monetaria ha come impatto maggiore, la riduzione di 25 punti base del tasso d’interesse sulle operazioni di rifinanziamento con la massima priorità nell’Eurosistema.

Diminuisce il tasso di rateazione dei debiti dell’IPNS, di ciò informa l’ente diretto interessato mediante la Circolare n. 89/2025 del 18 aprile, proprio dopo la decisione della BCE.

Da 21,65% il tasso d’interesse sulle operazioni di rifinanziamento più importanti dell’Eurosistema scende al 2,40%. Per l’INPS c’è interesse alla dilazione per regolarizzare le rate dei debiti sui contributi e sanzioni civili all’8,40% all’anno.

Per quanto concerne i piani di ammortamento emessi e notificati con il precedente valore, non ci saranno modifiche. Dal 23 aprile l’interesse sarà calcolato alla percentuale sopra riportata.

Ma nel caso di mancato pagamento o altre difformità con sanzioni?

Confermato, debiti meno cari: con quali sanzioni? Approfondimenti importanti

Nel caso di difformità con sanzioni bisogna indagare affondo sugli istituti presenti. Le sanzioni hanno parametri ben precisi, ma non sono le uniche modalità di gestione della questione dei debiti.

banconote euro diverse
Confermato, debiti meno cari: con quali sanzioni? Approfondimenti importanti- Trading.it

Per le sanzioni civili, se c’è mancato/ritardato pagamento di contributi o premi, secondo quanto disciplinato dalla lettera a) del comma 8 dell’articolo 116 della legge n. 388/2000, queste sono del 7,90% in ragione d’anno. Con tasso 2,40% e maggiorazione di 5,5 punti.

L’INPS ricorda che dal 1° settembre la questione è stata integrata all’art. 30 del DL n. 19/2024, con la fattispecie del ravvedimento operoso.

Secondo questo, se il contribuente paga entro 120 giorni dalla scadenza in una sola soluzione in maniera spontanea prima di contestazioni e richieste di enti, la maggiorazione sarà di 5,5 punti, e quindi gestita con percentuale del 2,40% in ragione d’anno.

Quindi, all’art. 30, comma 1, lettera b), del decreto-legge n. 19/2024, s’interviene anche sul ravvedimento operoso disciplinato dall’art. 116, comma 8, lettera b), della legge n. 388/2000.

Come già previsto dalle modifiche del 1° settembre 2024, se c’è denuncia spontanea prima di contestazioni varie della situazione debitoria da parte di enti impositori entro 12 mesi dal termine dei pagamenti, le sanzioni sono degradate.

Queste lo sono in relazione alla misura dell’omissione uguale al 7,90%, sempre con 5,5 punti e al tasso del 2,40%, se il versamento avviene 30 giorni dalla denuncia.

Dove il versamento sia posto entro 90 giorni, la misura delle sanzioni ammonta a 9,90% in ragione d’anno, con tasso al 2,40% e 7,5 punti.

Nello specifico, l’art. 30, comma 1, lettera b) del DL n. 19/2024 insiste sul ravvedimento, modificandone le sanzioni per evasione contributiva legata a registrazioni, denunce e omissioni o dati non veri. La lettera b) sostituisce la precedente disposizione, ribadendo una sanzione del 30% con massimo del 60% dell’importo non versato entro i termini di legge.

Le modifiche introducono una disciplina più dettagliata, il DL n. 19/2024 rafforza la normativa del ravvedimento operoso, prevedendo sanzioni più precise e riduzioni laddove ci siano regolarizzazioni spontanee e tempestive dei debitori. Ergo, chi si rende conto di aver sbagliato e s’impegna a risolvere, viene agevolato.

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