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Debiti 2025: la normativa è durissima, cosa succede a chi non può pagare

Debiti 2025, è bene conoscere meglio la normativa, e quali sono le conseguenze in caso non si riesca a pagare il dovuto.

I debiti sono senza dubbio un peso non indifferente per chi li contrae. Soprattutto quando si perde il lavoro o si vive una situazione di precarietà economica, non è affatto semplice far fronte a essi.

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Purtroppo, però, una soluzione va trovata, perché, in base al debito contratto, possono esserci importanti conseguenze, che destabilizzano la quotidianità di chi le subisce. È bene informarsi in merito, e non lasciare la questione irrisolta. Chi è creditore ha certamente interesse a non lasciar perdere, per cui è sempre bene non mettersi in queste situazioni e se ci sono soluzioni, adottarle.

Diamo, dunque, uno sguardo più dettagliato alle possibili conseguenze, in caso di non versamento dei debiti.

Debiti, cosa succede davvero se non si salda il dovuto

Una cosa da sapere, in linea generale, è che il creditore può pignorare i beni di chi ha contratto il debito. Di certo, non si va in carcere, ma accade che vengano pignorati i beni, il che non è comunque piacevole.

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Pignoramento vuol dire che possono essere “attaccati” conto corrente, stipendio, pensione, titoli di credito, polizze assicurative, beni mobili, auto, canoni affitto, proprietà immobiliare, usufrutto, e molto altro. Bisogna sapere, però, che i beni possono essere pignorati entro certi limiti.

Lo stipendio, entro un quinto, la pensione idem, il conto corrente su cui è depositato lo stipendio può essere preso entro la parte eccedente il triplo della misura annuale di assegno sociale. La casa, se si trova nel fondo patrimoniale, può essere pignorata solo in caso di debiti fatti per le necessità familiari.

Se si tratta di debiti fiscali, la prima casa non può essere pignorata. Se si contraggono debiti con le banche, si farà fatica ad aprire conti correnti, si faticherà ad accedere a nuovi mutui o prestiti, non si potranno fare assegni.

Chi non ha beni intestati non rischia nessun pignoramento. Il pignoramento scatta dopo sentenza del giudice, decreto ingiuntivo senza opposizione entro 40 giorni, assegno o cambiale, cartella esattoriale, atto notarile che certifica obbligo pagamento, contratto mutuo fatti dal notaio.

Il bene viene messo all’asta, e se avanzano delle cifre devono essere ridate al debitore. Se il creditore non riterrà soddisfacente il ricavato, può pignorare anche altri beni. Attenzione, perché in caso si accetti l’eredità di un debitore, si accetteranno anche i debiti.

Anna Di Donato

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