Dazi Trump e Borsa Italiana: le azioni avvantaggiate e quelle che soffriranno

Il punto della situazione per le azioni italiane: quali sono le aziende che continueranno indisturbate anche dopo le dichiarazioni Trump

I mercati finanziari globali stanno attraversando una fase di forte instabilità, tra timori di recessione, tensioni geopolitiche e politiche commerciali sempre più aggressive. L’attenzione degli investitori è sempre puntata sugli Stati Uniti, dove l’amministrazione Trump ha annunciato un nuovo pacchetto di dazi che colpirà diversi settori industriali, generando onde d’urto che stanno già influenzando Wall Street e le principali borse mondiali, ma non solo.

Donald Trump con lo sfondo della bandiera italiana fatta di cibi
Dazi Trump e Borsa Italiana: le azioni avvantaggiate e quelle che soffriranno -trading.it

Le dichiarazioni trumpiane hanno colpito diversi settori, dall’economia, all’espansione geografica e strategica: la Groenlandia nel mirino, il Golfo del Messico che cambia nome in Golfo d’America, e ancora, l’idea di voler inserirsi con forza nel conflitto israelo-palestinese, con la pubblicazione di un video creato con AI che mostra il suo progetto a dir poco scabroso sulle macerie di vittime innocenti.

La maggior parte delle testate italiane sta cercando di fare il punto per interpretare le dichiarazioni del Presidente degli USA, ma non si parla abbastanza di ciò che questo trambusto creerà sulla nostra economia. Quali sono le azioni made in Italy che soffriranno di più i nuovi squilibri mondiali?

Quali marchi invece non subiranno il peso delle parole trumpiane? Ecco, è il momento di fare il punto su Piazza affari per comprendere come gli esteri, che la stampa italiana ha sempre arginato, è invece fondamentale per comprendere anche ciò che succede nel nostro paese, e per raccontare ciò è importante ricordare che i dati vanno sempre interpretati per trasformarli in informazione. Vediamo quindi di fare il punto sulla situazione.

Il sentiment a Piazza Affari dopo le dichiarazioni di Trump

A Piazza Affari il sentiment è misto: da un lato, l’incertezza sui dazi e il loro impatto sulle esportazioni italiane preoccupa gli investitori; dall’altro, alcuni titoli stanno dimostrando una certa resistenza, grazie a strategie aziendali che mitigano gli effetti delle tariffe imposte dagli Stati Uniti.

stretta di mano tra i grattacieli
Il sentiment a Piazza Affari dopo le dichiarazioni di Trump  -trading.it

La volatilità registrata negli ultimi giorni non è una novità: negli anni passati, misure protezionistiche simili avevano già innescato oscillazioni violente nei mercati, senza però generare trend chiari e duraturi. Ricordiamo che Trump è un presidente rieletto, e anche nello scorso mandato adottava le stesse strategie.

Questa situazione porta a una domanda chiave per i trader e gli investitori: come distinguere i veri segnali di mercato dal “rumore” della volatilità? Non tutte le aziende saranno colpite allo stesso modo dai nuovi dazi, ed è fondamentale capire quali titoli potrebbero resistere meglio e quali, invece, rischiano perdite più pesanti. Analizzare le azioni di Piazza Affari può essere una prima indicazione su come muovere i propri investimenti.

Le azioni avvantaggiate: chi è protetto dai dazi?

Alcune aziende italiane sembrano più resilienti all’aumento delle tariffe commerciali imposte dagli USA, grazie a una presenza consolidata nel mercato americano o a caratteristiche specifiche del loro modello di business. Vediamo nel dettaglio quali.

ferrari che sfreccia in pista
Le azioni avvantaggiate: chi è protetto dai dazi? -trading.it

Enel

Enel, leader nel settore dell’energia, è ben posizionata per affrontare l’introduzione dei dazi grazie alla sua solida presenza negli Stati Uniti, soprattutto nel comparto delle energie rinnovabili tramite Enel Green Power. Operando direttamente sul mercato americano, Enel riduce il rischio di tariffe aggiuntive sulle importazioni.

Ferrari

La casa di Maranello è un altro brand immune alle tariffe. Gode infatti di un vantaggio unico: la domanda per le sue vetture è inelastica, il che significa dal punto di vista dei mercati che i clienti Ferrari sono disposti a pagare prezzi più alti senza ridurre gli acquisti, ma ciò accade solo perché si tratta appunto di Ferrari: il fiore all’occhiello del settore e perché ci si riferisce a un pubblico alto spendente, una piccolissima fetta del globo, che non ha molto interesse ai relativi cambiamenti di prezzo. Dal punto di vista del marketing ciò ha un valore enorme: chi acquista Ferrari non lo fa basandosi sul prezzo ma sul valore di esclusività del brand.

Settori meno esposti

Oltre a Enel e Ferrari, altre aziende che producono direttamente negli Stati Uniti o hanno una forte diversificazione geografica potrebbero essere meno vulnerabili ai nuovi dazi. Facendo esempi più concreti, ci si può spostare su settori correlati come il lusso, oppure settori di generi essenziali come l’alimentare e il farmaceutico, che di solito continuano a vendere nonostante la variazione del prezzo. Per esempio, chi è che non acquisterebbe più un determinato medicinale solo perché il prezzo è salito?

Le azioni penalizzate: chi rischia di più?

Dall’altro lato, alcune società italiane sono fortemente esposte al mercato statunitense e all’esportazione, e potrebbero subire un impatto negativo a causa delle tariffe commerciali imposte da Trump.

Stellantis

Stellantis, ex Fiat, è una delle aziende italiane più vulnerabili ai nuovi dazi, a causa della sua ampia rete produttiva che coinvolge stabilimenti in Europa, Stati Uniti, Messico e Canada. Se le tariffe colpissero le auto prodotte fuori dagli USA, Stellantis potrebbe trovarsi costretta a rivedere la sua strategia di produzione o a sostenere costi più elevati. Se Trump imponesse un dazio del 25% sulle auto importate dal Messico, un modello Jeep prodotto in quello stabilimento diventerebbe improvvisamente molto meno competitivo rispetto a un’auto assemblata direttamente negli Stati Uniti. Così per le auto assemblate in Italia e via discorrendo.

Pirelli e Brembo

Le aziende italiane specializzate nella componentistica automobilistica, come Pirelli (pneumatici) e Brembo (impianti frenanti), potrebbero subire contraccolpi pesanti. Queste aziende forniscono molte case automobilistiche americane, e un aumento dei dazi sui componenti prodotti in Europa potrebbe renderle meno competitive rispetto ai produttori locali.

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