Non sei esperto di finanza ma vuoi ‘scommettere’ su azioni e obbligazioni, in modo da aumentare i tuoi risparmi. La prima cosa che fai è parlarne con la tua banca di fiducia: sono loro che devono indirizzarti verso i prodotti migliori. E tu giustamente ti fidi, meglio un funzionario che conosci da tempo che, per esempio, un intermediario che spunta dal nulla. Ma se poi le cose vanno male e perdi tutto o quasi? Di chi è la colpa?
Il funzionario che ti ha consigliato i prodotti sui quali investire ha agito in buona fede, per il bene tuo e della banca per cui lavora, ma qualcosa è andato storto e il tuo capitale ha subito un drastico ridimensionamento. Come comportarsi in questi casi? La banca è obbligata a dare tutte le informazioni prima di fare sottoscrivere un investimento, rischi compresi. La legge dice che, prima dell’investimento, il soggetto che lo propone dovrà «acquisire, le informazioni necessarie dai clienti e operare in modo che essi siano sempre adeguatamente informati» ed inoltre «utilizzare comunicazioni pubblicitarie e promozionali corrette, chiare e non fuorvianti».
In caso di contestazioni e controversie, spetterà al funzionario provare di aver agito con la massima trasparenza richiesta. Quindi sarà sempre la banca a dovere dimostrare di avere informato al meglio il cliente sulla natura, i rischi e le implicazioni della specifica operazione o del servizio. I risparmiatori che subiscono un danno in seguito alla sottoscrizione di investimenti finanziari hanno diritto al risarcimento, e c’è una novità.
Ora lo potranno fare anche oltre il termine decennale: lo ha sentenziato la Corte di Cassazione. Attenzione, perché oggi, secondo la sentenza 32226/2024, il termine decennale di prescrizione, preso come riferimento per ottenere il risarcimento da parte della banca, decorre dal momento in cui gli investitori hanno acquisito consapevolezza della perdita subita e dunque non dalla data di acquisto dei titoli. Per quantificare il risarcimento, si dovrà prendere in considerazione il capitale investito, detraendo le somme eventualmente recuperate attraverso cedole e rimborsi.
Le banche dovranno quindi obbligatoriamente conservare tutti i documenti anche oltre i 10 anni perché potrebbero essere coinvolti in contenziosi anche molti anni dopo la firma del contratto.
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