Crollo delle borse nel 2025: i 5 motivi che potrebbero determinarlo e come accorgersene in tempo

Un crollo della borsa nel 2025 potrebbe verificarsi per svariate ragioni, scaturendo da dinamiche macroeconomiche, geopolitiche e di mercato.

Uno degli scenari più preoccupanti è senza dubbio l’eventualità di un’escalation delle guerre commerciali, con la conseguente frammentazione globale. Lo scenario degli esperti prevede nuovi dazi degli Stati Uniti per la Cina (60%) e per l’Europa (10 o 20%), che si legheranno poi a ritorsioni come ad esempio un blocco di Pechino all’export di terre rare o l’affondo dell’Ue sulle Big Tech USA.

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Crollo delle borse nel 2025: i 5 motivi che potrebbero determinarlo e come accorgersene in tempo – trading.it

Da qui si potrebbe procedere verso un crollo dei profitti aziendali in settori esposti tra cui quello della tecnologia, delle automobili e dei beni di lusso, oltre che un’interruzione delle catene di approvvigionamento globali. Il trigger? Le sanzioni USA sui settori strategici cinesi, come il green tech o l’AI, oppure un embargo de facto su Taiwan.

C’è inoltre il rischio che le banche centrali mantengano tassi troppo alti troppo a lungo, nel tentativo di combattere l’inflazione strutturale, arrivando a causare una recessione da ‘hard landing’. Fattori cruciali, in questo senso, il debito corporate USA, con le aziende con rating BBB (40% del mercato) che con tassi elevati non hanno modo di rifinanziarsi, e la crisi immobiliare.

Quali potrebbero far crollare le borse nel 2025? E qual è la reazione corretta?

Una crisi geopolitica nello Stretto di Taiwan potrebbe portare al crollo delle borse nel 2025, uno scenario in cui la Cina intensifica le pressioni militari su Taiwan, attirando sanzioni dall’America o dall’Europa e incappando in blocchi navali. A risentirne maggiormente sarebbe la produzione globale di semiconduttori avanzati (TSMC), il panico nei mercati asiatici si risolverebbe in una fuga verso safe-haven come il dollaro o l’oro.

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Quali potrebbero far crollare le borse nel 2025? E qual è la reazione corretta? – trading.it

Non è da escludere neanche un’implosione del debito sovrano, o negli Stati Uniti o nel Vecchio Continente. Per i primi il deficit federale potrebbe superare il 6% del PIL, facendo salire il debito a 35 trilioni di dollari (130% del PIL), con un downgrade del rating o a una crisi di fiducia nei Treasury. Per il secondo, occhi puntati sull’Italia, con una nuova crisi del debito dietro l’angolo (lo spread BTP-Bund tornerebbe a superare i 300 punti) – l’unico strumento in mano alla BCE è il contenimento dei rendimenti. Il trigger in questo caso potrebbe essere un auction fallito di bond USA oppure un default “tecnico” per shutdown che venga prolungato in Congresso.

Infine, a far crollare le borse potrebbe essere pure un eccesso di passività, con gli ETF e i fondi indiciali (40% del mercato USA) che amplificano vendite indiscriminate in situazioni critiche. Si accompagnerebbero esposizioni nascoste in opzioni 0DTE oppure swap su crediti (come tra l’altro è successo nel 2008). A risentirne il settore tech, in particolar modo il comparto AI, con una bolla speculativa simile a quella del 2000 (P/E maggiore di 30). L’innesco potrebbe arrivare da un evento imprevisto, come il fallimento di un hedge fund esposto a leveraged positions, che provoca margin call a cascata.

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In ogni caso, il trader può reagire monitorando gli indicatori leading (e quindi credit spreads, VIX, Baltic Dr), hedgiarsi con put option su indici ampi (su tutti S&P 500, Euro Stoxx 50), aumentare la liquidità e le posizioni in asset non correlati (Bitcoin, franco svizzero, oro) e stare alla larga da settori ad alto leverage (real estate, utility), privilegiando cash cow difensivi (beni primari, farmaceutica).

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