Quando i mercati iniziano a tremare, molti scappano. Ma c’è anche chi osserva con calma, aspettando il momento giusto per agire. Il ribasso in corso non è nato ieri: da metà febbraio qualcosa ha cominciato a scricchiolare, poi l’accelerazione improvvisa, complice la politica dei dazi di Trump.
Ma per GianGerardo questo non è il momento di farsi travolgere. È il momento di ragionare. Perché dietro ogni crisi si nasconde una dinamica che può rivelare segnali importanti, se si sa dove guardare.
La tensione è reale, il panico si sente, ma non è detto che tutto vada a rotoli. GianGerardo lo sa. E invece di inseguire l’ansia collettiva, si concentra su cosa potrebbe succedere davvero. Perché i mercati cadono, sì, ma poi qualcosa si muove. E quando la pressione è forte, spesso arriva un intervento: quello delle banche centrali.
Da settimane i segnali erano chiari. Il ribasso era partito in sordina, ma poi, come un sasso lanciato in uno stagno, ha iniziato ad allargare i suoi cerchi. Il colpo di grazia è arrivato con i dazi, che hanno scatenato un’ondata di vendite. Ma chi ha vissuto altri momenti simili sa che, quando le cose si mettono davvero male, le banche centrali difficilmente stanno a guardare. Di solito tagliano i tassi, e quel taglio può cambiare le carte in tavola.
In molti attendono segnali forti dalle autorità monetarie. E se arrivassero davvero? GianGerardo, che da tempo studia l’andamento macroeconomico, sa che un intervento deciso non è da escludere. Ma sa anche che la reazione dei mercati può essere tutt’altro che scontata.
GianGerardo conosce bene gli effetti di un taglio dei tassi. Non solo può dare ossigeno all’economia, ma può anche rilanciare alcuni strumenti finanziari. I titoli obbligazionari come i BTP, con duration elevata, sono tra i primi a beneficiare di questo tipo di interventi. Il motivo è semplice: più un titolo è sensibile ai tassi, più reagisce positivamente a un loro calo.
Ma l’effetto non si ferma qui. Anche i mercati azionari potrebbero rispondere con rinnovata fiducia. Tuttavia, attenzione: non sempre un taglio dei tassi ferma un ribasso. In passato è accaduto l’opposto. I tassi sono scesi, ma le Borse hanno continuato a cadere. Per questo GianGerardo non dà nulla per scontato.
In certe fasi il sentiment si comporta come una valanga: parte piano, poi travolge tutto. E anche se le misure monetarie sembrano rassicuranti, non è detto che i mercati ritrovino subito stabilità. Ecco perché serve una strategia che contempli anche l’imprevisto.
Il suo approccio resta cauto, orientato al breve termine. Operazioni mirate, pensate per restare agili, senza esporsi troppo. Sa che nei momenti di frizione può succedere di tutto. E anche se l’istinto dice di reagire in fretta, spesso è la calma l’arma migliore. Osservare, valutare, decidere solo quando si ha una visione più chiara. Nessuna mossa impulsiva. Solo strategie semplici, ma pensate.
La vera domanda, ora, è: come ci si muove quando anche le certezze iniziano a vacillare? Forse non esiste una risposta unica, ma una cosa è certa: in tempi di incertezza, l’intelligenza vale più della velocità.
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