Guerra tra Russia e Ucraina: l’interruzione del gas avrà effetti drammatici

Quanto pesa il ruolo di petrolio e gas naturale nelle nuove tensioni tra Russia e Europa. Quanto il continente dipende dal loro approvvigionamento dalla Russia?

Il ruolo del gas naturale gioca un peso importante nelle dinamiche geopolitiche in corso tra Mosca e l’Occidente.

gas naturale Russia

Uno sguardo ai conflitti passati rivela una forte correlazione tra l’impennata dei prezzi del petrolio e la volontà di Mosca di affermare in modo unilaterale la sua volontà oltre i confini nazionali. Durante i due attacchi militari della Russia contro i suoi ex vicini sovietici, in Georgia nel 2008 e in Crimea nel 2014 i prezzi del petrolio erano a livelli elevati e superiori ai 100 dollari al barile.

Attualmente, il petrolio è di nuovo in ascesa, raggiungendo i massimi degli ultimi sette anni tra i 91 e i 92 dollari al barile. I guadagni derivati dall’indotto sono in grado di riempire le casse statali emancipando Mosca dalle preoccupazioni insite nelle sanzioni occidentali o nelle minacce di isolamento economico.

Crisi tra Europa e Russia, la dipendenza energetica dal gas naturale

Anche se storicamente, i conflitti che coinvolgono il petrolio sono generalmente partite dalle nazioni che ne avevano bisogno, il possesso di vaste riserve di questa materia prima può anche stimolare il conflitto, dando alla parte più potente un senso di invulnerabilità.

Questo è particolarmente vero quando loro potenziali avversari sono democrazie sensibili ai contraccolpi e agli effetti sull’opinione pubblica del rialzo dei prezzi. Mentre Stati Uniti ed Unione Europea cooperano facendo fronte unico in relazione a una potenziale invasione dell’Ucraina, non sono poche le preoccupazioni per la dipendenza energetica dell’Europa.

Fino al 40% del gas naturale necessario al continente è fornito dalla Russia. Questo desta timori sul potenziale della risposta che l’Europa è in grado di dare se Mosca dovesse tagliare la sua fornitura.

Perché il gas naturale è importante per questa crisi?

Molti paesi europei dipendono dalla Russia per le importazioni di gas naturale e, in misura minore, di petrolio. Il primo tra questi è la Germania, la più grande economia europea e oggi un importante alleato chiave degli Stati Uniti. La Germania per vece dei suoi cancellieri è sempre stata una protagonista nei negoziati sul futuro dell’Europa.

Nessun paese acquista più gas naturale dalla Russia della Germania. Il Paese dipende dalla materia prima in particolare nel periodo invernale, data la necessità di utilizzarlo per il riscaldamento.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha visitato la Casa Bianca questa settimana. Tra gli argomenti dei colloqui con il presidente Biden saltati in primo piano Nord Stram 2. Il gasdotto tra Russia e Germania non ancora operativo è stato a lungo al centro di alcuni dibattiti tra gli Stati Uniti e i suoi alleati. La Germania sostiene l’utilità del gasdotto, mentre gli Stati Uniti vedono questa vicinanza come un tallone d’Achille nella potenzialità offensiva dell’Europa. Il progetto è stato in grado di creare un cuneo nel rapporto tra Germania e Stati Uniti e di conseguenza nella relazione diretta tra la volontà di Washington e quella della UE.

Crisi tra Europa e Russia, il ruolo di Gazprom e Nord Stream 2

Il gasdotto da 11 miliardi di dollari attraversa il Mar Baltico ed è di proprietà del gigante energetico russo Gazprom. Nord Stream 2 va dalla Siberia occidentale alla Germania e ha il potenziale di riscaldare 26 milioni di case tedesche a un prezzo particolarmente conveniente. Il gasdotto è importante anche per la Russia non solo in termini economici ma anche strategici. Esso infatti rimuove i rischi associati all’invio di gas attraverso i paesi di transito, consentendo alla Russia attraverso Gazprom di spedire gas direttamente al suo più importante cliente europeo.

Il gasdotto evita di passare attraverso l’Ucraina riducendo nel complesso i costi operativi di un miliardo di dollari all’anno. Questo significa anche che Nord Stream 2 è oggi un buon deterrente per la guerra in Ucraina.

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Quanto è dipendente l’Italia dal gas russo?

Secondo Eurostat più del 38% del gas naturale utilizzato dai membri dell’Unione europea nel 2020 è stato importato dalla Russia. Tra i paesi più dipendenti dal gas russo Repubblica Ceca, Lettonia e Moldavia che dipendono dal Paese al 100%. Anche l’Italia pur collocandosi nella seconda metà della classifica dipende dal gas russo per ben il 43%.

Putin ha già dimostrato di poter usare il gas naturale come strumento politico. Nonostante un taglio improvviso e completo del gas russo verso l’Europa è improbabile, è un ipotesi che mette sotto pressione i decisori politici.

Il commissario europeo per l’Energia Kadri Simson ha affermato che un’alternativa all’approvvigionamento di gas è possibile solo ottenendo volumi aggiuntivi dalla Norvegia, dall’Azerbaigian, dal Qatar e dagli Stati Uniti. Questa alternativa assicurerebbe il gas necessario all’Europa con costi naturalmente molto superiori a quelli attuali, che sconterebbero comunque i loro effetti sull’economia.

Con l’impennata dei prezzi, le vendite di gas naturale della Russia sono salite a oltre 60 miliardi di dollari nel 2021. La più grande compagnia del gas del paese, Gazprom, è una partecipata di Stato, così le entrate derivanti dalle vendite costituiscono una parte importante del bilancio federale della Russia.

Due terzi dei proventi delle esportazioni della Russia provengono da petrolio e gas, costituendo circa la metà delle entrate del bilancio della Russia. Lungi dal poter essere una possibile fonte di ricatto, un’esclusione dal mercato dell’Unione Europea sarebbe un’arma a doppio taglio. L’intreccio di interessi è quindi per il momento indissolubile e anche se il Cremlino potrebbe scegliere di tagliare le forniture per dare un segnale di forza esso avrebbe un impatto significativo anche sull’economia di Mosca.

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