Crisi dell’editoria, un altro punto (si spera) dell’agenda del governo che sarà. Intanto l’Associazione Italiana Editori (Aie) propone suggerimenti alla classe politica: credito di imposta, copyright, incentivi alla lettura.
L’intera filiera dell’editoria corre attualmente grossi rischi per via della crisi della carta.
Una realtà che ha messo in guardia l’Aie. Da qui prendono forma le quattro richieste avanzate dall’Associazione nei riguardi del prossimo Esecutivo.
Crisi dell’editoria, ecco cosa sta accadendo
La cosiddetta filiera del libro conta 3,4 miliardi di ricavo e comprende 5.200 case editrici, 5.000 librerie, oltre 70.000 dipendenti nel comparto. Numeri non trascurabili.
Nel testo si chiarisce come sia la prima attività produttiva culturale del Paese e la quarta in campo europeo. Manco a dirlo, il settore europeo in questione è numero uno al mondo.
Leggere vale a dire cultura (occhio comunque a cosa si legge): è piacere di una lettura, è interesse e conoscenza, strumento formativo, accademico, lavorativo, e molto altro. Ragion per cui il libro partecipa e non poco allo sviluppo economico e sociale di un intero territorio.
La crisi dell’editoria, quindi, potrebbe valer dire crisi culturale, crisi sociale e, perché no, crisi economica.
Le quattro proposte dell’Aie, sosteniamo la lettura e la cultura
Innanzitutto, per fronteggiare la crisi della carta, il cui prezzo è aumentato sino all’80% nell’ultimo semestre, l’Associazione richiede per l’oggetto libro il cosiddetto credito di imposta già predisposto per magazine e periodici, fondamentale per il proseguo dell’attività di diverse società.
Il destino del libro si gioca intorno alla sua caparbietà nel procedere verso un costante rinnovamento. Il comparto attende da tempo un provvedimento di sistema che abbia come prospettiva il lungo periodo, con impulsi allo sviluppo e all’internazionalizzazione per l’intero settore produttivo.
L’Aie propone anche misure a sostegno della valorizzazione del diritto d’autore e della battaglia e contrasto alla pirateria, una circostanza in espansione e piuttosto attuale, che annualmente demolisce addirittura 771milioni di ricavo e 5.400 posti di impiego.
Infine, non manca una proposta dedicata all’aspetto più importante e allo stesso tempo strategico: la lettura. Disporre di più libri vale a dire diffondere maggiore cultura, a disposizione di tutti i cittadini. Un percorso che andrebbe a vantaggio di formazione e socializzazione. Il documento parla chiaro a riguardo: per costruire un domani che sia migliore e con maggiori prospettive sarà essenziale sostenere
l’acquisto di beni e servizi culturali, dando continuità alla 18App e sviluppando strumenti analoghi per altre categorie di cittadini. Aiutiamo le famiglie e gli studenti nell’acquisto di libri di studio per scuola e università. Sosteniamo le infrastrutture della lettura: biblioteche e librerie, in particolare nelle aree svantaggiate.
L’invito alla classe politica
Troppe volte nei programmi e nelle agende della politica, specie in campagna elettorale, non si trova spazio da dedicare a Cultura, Scuola, Università, Libri, Editoria.
E da queste tematiche a quelle di Giovani e Futuro sono davvero due passi.
Il destino di un Paese passa dai libri, da quelli buoni, dal sostegno di chi li scrive, di chi li pubblica, di chi li stampa, di chi li promuove e di chi li vende.
L’augurio è che in primis la classe politica possa leggere, perché solo così potrà afferrare l’urgenza di un aiuto imminente a una intera filiera che da sola potrebbe reggere un Paese. Sosteniamo la cultura.