Dalla creazione del Bitcoin, nel 2009, sono sempre più gli investitori, anche privati, che hanno deciso di investire sulle criptovalute.
Le qualità uniche di questi asset hanno attirato investimenti in modo spontaneo e senza una pianificazione centralizzata, portando il mercato a valere fino a tremila miliardi di dollari.
Bitcoin e le criptovalute si sono distinte nel tempo per volatilità, rendimenti ma anche rischi che contraddistinguono un asset con un quadro regolamentare ancora in evoluzione.
Sono diverse le ragioni per cui oggi l’investimento in cripto non è adatto a tutti. Occorre un preciso profilo di rischio rendimento e un buon livello di educazione finanziaria.
Nuovi dubbi sulla tenuta del mercato sono venuti alla luce in questi giorni da quando l’exchange di criptovalute FTX ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti. Il suo Ceo Sam Bankman-Fried si è dimesso dalla sua carica; la crisi di liquidità ha richiesto l’intervento delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo. FTX, il suo fondo per il trading sulle criptovalute Alameda Research e circa altre 130 società hanno avviato procedure fallimentari volontarie.
Le azioni delle società legate alle criptovaluta dell’Exchange e alla sua blockchain sono scese venerdì dopo che FTX, ha innescando un potenziale crollo a catena nel settore. L’impatto è stato sentito anche sul mercato azionario. Oggi, infatti, le criptovalute sono offerte anche dagli istituti finanziari tradizionali e detenuti sotto forma di futures. FTX si trova al momento in una situazione in cui ha bisogno di essere finanziata cedendo i suoi asset che tuttavia rimangono rischiosi per qualunque privato.
Lo shock è stato improvviso; il vero rischio di andare avanti attendendo che il mercato si riprenda sia che invece si perde fiducia in un’intera asset class, che non ha il supporto dei fondamentali.
La corsa agli sportelli sugli exchange di criptovalute
Anche Crypto.com uno dei maggiori exchange crypto mondiali e il maggior network al mondo di carte di credito con cashback in criptovalute è in queste ore soggetto a una perdita di fiducia causata da svariati avvisi diffusi sul web. Secondo diversi utenti di Twitter conosciuti e seguiti per la loro conoscenza del settore Crypto.com sembra vicino a un imminente fallimento.
Gli utenti stanno cercando di liberarsi in massa dal token o l’azienda stessa sta vendendo token sul mercato per soddisfare le richieste di prelievo o in preparazione di un crollo del mercato. All’invito a non detenere le proprie crypto sull’exchange, seguono naturalmente i dubbi, il panico immotivato potrebbe causare esso stesso il fenomeno temuto togliendo la liquidità alla piattaforma.
Alcuni utenti verificati suggeriscono come Crypto.com possa aver usato i depositi degli utenti per attività speculative proprie. Il ché non sarebbe una sorpresa; ammesso che gli introiti siano stati reinvestiti riuscendo a ottenere profitto.
Un periodo particolarmente avverso per le criptovalute? Secondo Warren Buffett uno dei pochi asset sicuri sono i terreni agricoli
Nonostante il suo recente pullback, il Bitcoin è salito di oltre il 120% negli ultimi cinque anni. Mentre la più grande moneta crittografica del mondo ha chiaramente fatto breccia diventando popolare, ci sono molti investitori che rivelano criticità; tra questi Warren Buffett.
Secondo l’investitore che gestisce uno dei portafogli più seguiti dai trader a livello internazionale, l’investimento migliore in questo periodo è il settore agricolo. È importante puntare quindi su asset con valore d’uso conclamato e tangibile, accessibili facilmente attraverso fondi di investimento immobiliare quotati in borsa.
Il pericolo principale rimane il rischio di contagio nel settore finanziario. In questo contesto un secondo pericolo si affaccia sulle criptovalute; è l’effetto indiretto su questa classe di attività delle nuove normative che possono subentrare in modo aggressivo per arginare gli effetti sulle borse.
La volatilità attuale sarà di breve durata in quanto principalmente guidata da liquidazioni improvvise e dovute al panico. Tuttavia gli eventi che sono emersi negli ultimi giorni aggiungano ulteriore enfasi alla più ampia narrativa dei pericoli delle attività finanziarie decentralizzate; ovvero fuori dal controllo di un istituto o garante centrale.