E se le proprietà del mondo quantistico potessero essere applicate a una valuta digitale? Un’idea per dinamiche economiche innovative.
Avete mai sentito parlare di superposizione quantistica? Secondo una delle teorie dei quanti, una particella può esistere in più stati contemporaneamente. Applicare questo concetto al mondo delle criptovalute è possibile, immaginando che ogni unità rappresenti una sovrapposizione di diversi valori potenziali. Al momento della misurazione, ovvero quando si effettua una transazione, allora si concretizzerebbe un valore; un algoritmo ottimizzato potrebbe scegliere (idealmente) lo stato con valore maggiore.
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E che dire dell’entanglement quantistico? Si potrebbe sfruttare questa possibilità per legare il valore della criptovaluta a diversi asset o indicatori economici. In uno scenario di questo tipo, se uno di questi indicatori aumenta di valore, per via dell’entanglement, allora la criptovaluta ne risentirebbe immediatamente in modo positivo. Ulteriore conseguenza è la creazione successiva di una rete di correlazioni, che possa spingere il valore sempre più verso l’alto. Ma vediamo quali altre ipotesi dal mondo quantistico si possono applicare alle crypto.
Meccanica quantistica e applicazioni al mondo delle crypto: altre ipotesi
Per gestire l’offerta e la domanda al massimo delle potenzialità e in tempo reale, si potrebbero utilizzare gli algoritmi quantistici di ottimizzazione. Grazie a un sistema quantistico, infatti, analizzare immense quantità di dati economici non sarebbe impossibile, prevedendo con precisione quali possano essere le tendenze di mercato. Un costante incremento del prezzo sarebbe in questo caso favorito dall’emissione di moneta e dalle politiche monetarie.
Per non parlare poi dei contratti intelligenti, che potrebbero essere potenziati proprio attraverso la meccanica quantistica, contribuendo alla creazione di condizioni favorevoli per l’apprezzamento della valuta. Ipoteticamente si potrebbero programmare delle operazioni automatiche per reinvestire i profitti oppure limitare le vendite in massa, così riducendo la volatilità negativa. Tutto molto bello ma, scendendo a patti con la realtà, questi esercizi teorici possono essere davvero applicati?
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Bisogna innanzitutto partire dal presupposto che la meccanica quantistica è intrinsecamente probabilistica, determinare un aumento costante con certezza andrebbe a cozzare con la natura stessa di questi sistemi. Inoltre, un sistema che incrementa sempre il proprio valore senza possibilità di diminuire violerebbe i principi base dell’economica e ne scaturirebbero bolle speculative destabilizzanti.
Al momento, poi, la tecnologia quantistica è ancora in una fase sperimentale, per realizzare una criptovaluta che si basi su questi principi sarebbero necessari avanzamenti nella computazione quantistica e nella sua accessibilità al pubblico. Per non parlare dell’eventuale monitoraggio costante delle autorità, che vedrebbero in un sistema progettato per aumentare sempre di prezzo uno schema finanziario fraudolento – fattore che sfiducerebbe gli investitori, tra l’altro.
La meccanica quantistica potrebbe tornare utile per rendere le transazioni e i portafogli inviolabili (crittografia quantistica), scongiurando migliaia di attacchi informatici. E non solo, perché i computer quantistici sarebbero in grado di validare le transazioni rapidamente, con la possibilità di migliorarare la scalabilità della rete. Infine, si potrebbero sfruttare questo sistemi per sviluppare nuovi algoritmi di consenso, raggiungendo un accordo nella rete in modo più efficiente (superando il Proof of Work o il Proof of Stake).