Il credito di imposta autotrasportatori è una boccata di ossigeno per un settore in affanno a causa della crisi energetica.
Un nuovo intervento a favore del settore trasporti è incluso nel testo del decreto Aiuti recentemente approvato. Il credito di imposta autotrasportatori vale a specifiche condizioni. Ecco quali.
Come molti già sapranno, nel giorno 2 maggio l’approvazione di nuove norme a sostegno dell’economia, del tessuto imprenditoriale e della cittadinanza ha rappresentato una ulteriore tappa nel percorso di ripresa del paese, che ora deve fare altresì i conti con una delicata situazione internazionale e con i marcati aumenti dei costi dell’energia e dei carburanti.
Proprio con riferimento al prezzo di questi ultimi, appare opportuno ricordare che cosa è stato predisposto all‘interno del decreto Aiuti, cui si collega uno stanziamento totale corrispondente a 14 miliardi di euro.
In rapporto al settore degli autotrasportatori, che più di altri sta risentendo dei rincari delle ultime settimane, ecco un credito di imposta ad hoc sui costi dei carburanti per le imprese. Di seguito i dettagli per accedere a questa ulteriore agevolazione.
Credito di imposta autotrasportatori nel decreto Aiuti: come funziona?
La finalità di detta nuova agevolazione è presto spiegata. Con essa, il Governo intende almeno parzialmente diminuire l’onere economico legato al boom dei prezzi del gasolio utilizzato come carburante.
I beneficiari del meccanismo del credito di imposta in oggetto sono le imprese:
- aventi sede legale o stabile organizzazione nel nostro paese;
- esercenti le attività di trasporto indicate all’art. 24-ter, comma 2, lettera a), del testo unico delle accise approvato con il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504.
Detta agevolazione si sostanzia di fatto in un contributo straordinario in forma di credito di imposta. La sua misura è il 28% della spesa effettuata nel primo trimestre dell’anno in corso, per comprare il gasolio impiegato dagli stessi autotrasportatori in veicoli di categoria euro 5 o superiore.
Attenzione però: l’agevolazione in esame spetta a coloro che utilizzano veicoli di almeno 7,5 tonnellate.
Il calcolo è da ritenersi al netto dell’imposta sul valore aggiunto comprovato con le fatture d’acquisto.
I mezzi debbono essere ovviamente quelli utilizzati per l’esercizio delle attività di trasporto suddette.
Ulteriori caratteristiche
In base alle norme vigenti, ricordiamo altresì che il citato credito d’imposta:
- è sfruttabile soltanto in compensazione;
- non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive;
- è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto gli stessi costi, a patto che detto cumulo, considerata anche la non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive, non porti ad oltrepassare il costo sopportato;
- può essere richiesto anche per i veicoli che si occupano di trasporti specifici.
La misura appare dunque ben strutturata, ma ciò non può sorprendere alla luce del fatto che il Governo è consapevole delle difficoltà che l’intero settore trasporti sta attraversando in questo periodo. Non poche le imprese che rischiano di arrivare al fallimento, laddove non riescano a sopravvivere al boom dei prezzi.
Credito di imposta autotrasportatori: le ragioni della novità
Nelle ultime settimane la crisi energetica ha colpito duramente anche e soprattutto il settore dei trasporti. L’aumento dei costi dell’energia e del gas ha infatti riguardato altresì il prezzo del gasolio per autotrazione. Chiaramente uno scenario che ha prodotto molto caos tra gli autotrasportatori ed anche la paralisi delle attività in alcuni ambiti.
Intervenire con il citato credito di imposta autotrasportatori è apparso così opportuno. Ben il 70% circa delle merci nel nostro paese viaggia sui camion, conseguentemente un eventuale blocco generalizzato dei trasporti comporterebbe a cascata delle conseguenze anche per altre attività.
Ricordiamo altresì che la riduzione accise gasolio ha costituito il primo intervento a favore degli autotrasportatori. Si tratta di una iniziativa che ha è stata estesa più volte, ma che aveva bisogno di ulteriori interventi, distinti e mirati.
Ecco perché il 2 maggio 2022 il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Aiuti, riconoscendo il menzionato credito d’imposta autotrasportatori, un nuovo evidente sostegno a favore del comparto, la cui stabilità è gravemente minacciata dalla crisi energetica in atto.