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Criptovalute

Crash di Bitcoin brucia 200 miliardi in un’ora. C’è da preoccuparsi?

Ieri sera intorno alle 20:30 italiane si è verificato un improvviso crollo di tutto il mercato cripto, per un totale di circa 200 miliardi di dollari bruciati in poco più di un’ora.

Il crollo della MartCap totale del mercato cripto (Credits: https://www.tradingview.com)

In poco tempo il mondo dei trader in cripto, dopo esser sobbalzato sulla sedia visti i grafici o le pioggia di notifiche dagli exchange, si è spaccato in due. Da una parte coloro che erano troppo esposti in leva e hanno assistito inermi a una repentina pioggia di liquidazioni che hanno prosciugato molti conti di trading, dall’altra il giubilo per gli ottimi punti di ingresso di chi aspettava un rintracciamento importante come questo per aprire posizioni long su bitcoin o qualche alt molto estesa, ma ancora interessante.

Sui social la serata è stata animata dallo scontro tra pessimisti e ottimisti, tra chi ha venduto tutto in preda al panico e chi è andato all in per sfruttare dei prezzi che non si rischieranno di trovare più per diverso tempo, almeno per alcuni cripto-asset che hanno toccato punte del -30% o peggio. Tra ipotesi di complotto e previsioni più o meno campate per aria, facciamo un attimo di chiarezza su cosa è successo, cosa possiamo aspettarci e, soprattutto, come trovarci tra coloro che gioiscono al prossimo crash. Che, come insegnano i grafici se li si osserva un po’ più da lontano, sono sempre frequenti e la questione non è se, ma quando ci sarà il prossimo.

I fatti

Scorreva tutto regolarmente in una giornata che ha segnato i nuovi record storici di prezzo per tantissimi cripto-asset, dai nuovi arrivati, fino al king del mercato: Bitcoin. Questo ha toccato per un momento i $68,500, per poi lateralizzare tranquillo qualche ora, dando poi spazio anche a diverse Alt di registrare belle candele verdi e far realizzare profit ai trader in gioco.

Neanche il tempo di stappare la bottiglia buona dopo cena, che ecco l’amara sorpresa che hanno trovato i tanti che non hanno saputo accontentarsi e avevano ancora posizioni long importanti di breve periodo.

Bitcoin che crolla rovinosamente in zona $62.800, tirandosi ovviamente dietro, per il consueto effetto domino, una marea di alt coin. Tra queste si sono registrate perdite anche superiori al 30%. Tutto in meno di un paio d’ore e subito prima di rimbalzare regalando tanti sorrisi a coloro che avevano ordini d’acquisto già pronti su quei livelli di prezzo.

Le liquidazioni che fanno ingrassare le balene

Un aspetto interessante da notare di questi episodi, è la regolarità con la quale i crash simili causino un sempre crescente numero di liquidazioni sugli exchange. Questo accade naturalmente perchè talvolta si sottovalutano i rischi e si aprono posizioni con leva esagerata o non si impostano stop loss adeguati.

Il risultato è che le cosiddette Whales, le balene, dopo aver assistito felici, con la tavola apparecchiata, alla liquidazione di decine di milioni di dollari dei piccoli investitori, si divertano poco dopo a comprare sul mercato spot, a prezzo naturalmente ribassato, i preziosi cripto-asset che gli sfortunati avevano lasciato a garanzia dei propri investimenti speculativi.

Le liquidazioni sui maggiori Exchange (Credits: https://www.coinglass.com)

Ciò non fa che spostare “fisicamente” sempre più Bitcoin e CriptoValute in genere nei loro wallet, con la naturale conseguenza di riuscire ancor meglio a controllare i prezzi con piccole manipolazioni, rese agevoli anche dall’immaturità del mercato cripto. Un mondo a dir di tanti ancora troppo giovane e impreparato per gestire con maturità le capitalizzazioni impensabili raggiunte negli ultimi mesi.

Come possiamo osservare dall’estratto fornito da Coinglass, solo per il crash in questione, di dimensioni peraltro non eccessive allontanando un attimo il grafico, oltre 200 bitcoin e 1300 Ether sono stati liquidati, passando quindi di mano in modo non proprio voluto. A lungo andare non è certo qualcosa che possa far bene, ma solo il tempo ci dirà quando i piccoli trader impareranno a prepararsi a queste eventualità, che ormai capitano con una frequenza sempre maggiore e in costante aumento.

Era prevedibile?

Le avvisaglie e gli strani movimenti on chain delle ore precedenti hanno insospettito i più, che dopo l’ATH di ieri pomeriggio, molto repentino e con volumi fragili a sostenerlo, non era decisamente fuori dalle possiblità un ritracciamento, anche importante.

Con il senno di poi chiaramente è facile e come sempre chi ci ha preso si diletta nel dare spiegazioni. Noi ci limiteremo a ripetere una massima che vale più o meno in tutti i mercati, ma nel mondo dei cripto-asset in partocolar modo:

Real move is slow and steady

Ossia i veri movimenti sono lenti e costanti. Una salita così rapida e non supportata da ordini d’acquisto costanti anche in cima, spesso è una salita solo illusoria. Prevederlo con certezza era chiaramente impossibile, ma accontentarsi e ridurre le posizioni dopo uno sprint simile, spesso si rivela essere la mossa più saggia.

Ipotesi Evergrande

Una delle teorie che raccoglie maggior consenso nei gruppi dedicati all’argomento, vede nell’annuncio di ieri circa l’inflazione del dollaro e nell’affair Evegrande l’innesco di queste montagne russe.

A supporto della tesi Evergrande, una transazione di ben 1,907 Bitcoin (in quel momento del valore di circa 150 milioni di dollari) partita da uno dei cosiddetti wallet dormienti, ossia dei wallet di Bitcoin che non registravano transazioni in uscita da molti anni. Nel caso in questione ben otto.

La transazione on chain che in tanti attribuiscono a Evergrande e che potrebbe aver fatto da innesco per il crollo di qualche ora dopo

Gli amanti della dietrologia vedono in questa ingente smobilitazione di cripto-asset, la fonte cui Evergrande ha attinto per saldare in extremis alcune cedole e prendere tempo rimandando il punto di non ritorno che la vedrebbe andare definitivamente gambe all’aria, con le plausibili conseguenze nefaste che tutti ci aspettiamo nei mercati, in quello scenario catastrofico.

Al di là di tuttto, come sappiamo, la trasparenza della blockchain permette sì di vedere quali movimenti vengono fatti fuori dagli exchange, le dimensioni e l’orario di esecuzione, persino talvolta dove vanno a finire quei fondi, ma naturalmente non possono dirci nulla circa chi ha fatto queste azioni e perchè.
La discussione è ancora aperta e probabilmente non si avranno mai sentenze definitive su quanto accaduto, ma è sempre interessante tenere d’occhio questi aspetti nuovi, che i mercati tradizionali non hanno mai potuto lasciar trapelare.

 

Valerio Diaco

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