Semplifichiamo un argomento ostico per i trader: come analizzare i COT reports, come aiutano nella strategia e quali sono i rischi
I Commitment of Traders (COT) Reports sono più difficili da pronunciare che da capire. In parole povere si parla di dati settimanali pubblicati dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), e hanno il ruolo di mostrare come diversi tipi di investitori si stanno posizionando nei mercati dei futures. Pur essendo strumenti tipicamente legati a materie prime, valute e indici azionari, questi report possono fornire segnali preziosi per chi investe in borsa e per questo vengono utilizzati dai trader più esperti per avere una visuale più completa dei vari movimenti di mercato.
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Ad esempio, i Non-Commercial Traders, ovvero fondi speculativi, grandi investitori istituzionali ed hedge fund, spesso riflettono il sentiment di mercato. Se queste entità accumulano molte posizioni long su indici come S&P 500 o Nasdaq, ciò potrebbe essere inteso come un chiaro segnale di ottimismo. Al contrario, un eccesso di posizioni rialziste potrebbe segnalare un rischio di correzione imminente, dovrebbe mettere sull’attenti.
D’altra parte, i Commercial Traders, ossia aziende e istituzioni che operano nei futures per coprirsi da rischi di prezzo, offrono segnali ancora differenti. Se questi attori iniziano ad aumentare le posizioni short sugli indici azionari, potrebbe essere un segnale di prudenza e di possibile rallentamento del mercato. Se tutto ciò può essere ancora confusionario, vi diamo dettagli in più lungo tutto l’articolo: alla fine della lettura sarete in grado di comprendere questo mondo così frastagliato.
Correlazioni, segnali contrarian e limiti dei COT Reports
Un aspetto interessante dei COT Reports è la loro capacità di offrire indicazioni su settori specifici. Ad esempio, se il report indica un aumento delle posizioni rialziste sul petrolio, potremmo aspettarci un impatto positivo sulle azioni delle compagnie energetiche come Exxon o Chevron. Un andamento simile può verificarsi anche con l’oro, andando a influenzare titoli minerari come Newmont e Barrick Gold. Tuttavia, queste correlazioni devono essere sempre analizzate considerando anche il contesto macroeconomico, come inflazione e decisioni della Federal Reserve sui tassi d’interesse. Guardando a meri calcoli, senza inserire la componente geopolitica, potrebbe trarre in errore.
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Uno degli usi più efficaci dei COT Reports è poi l’individuazione di segnali contrarian. Cosa significa ciò? Se ad esempio i Non-Commercial Traders accumulano posizioni estremamente rialziste, potrebbe significare l’arrivo di un momento giusto per ridurre l’esposizione o prendere in considerazione strategie difensive. Storicamente, picchi di posizioni short sullo S&P 500 si sono verificati poco prima di forti rally, come si ricorda nel 2009 e anche nel più recente 2020.
Un altro segnale utile è la divergenza tra prezzo e posizioni di mercato. Tornando sugli esempi, se un indice come lo S&P 500 continua a salire, ma gli speculatori riducono le loro posizioni long, il report potrebbe dare un avvertimento che il trend rialzista sta perdendo forza. Per affinare l’analisi, i COT Reports andrebbero combinati con altri strumenti come analisi tecnica(supporti, resistenze, RSI, MACD) e indicatori macroeconomici (PIL, utili aziendali, politiche monetarie della Fed).
Va però considerato che i COT Reports hanno alcuni limiti. Innanzitutto, vengono pubblicati il venerdì con dati riferiti al martedì precedente, quindi il mercato potrebbe aver già scontato alcuni movimenti, soprattutto in momenti di instabilità forte. Inoltre, i numeri possono contenere rumore statistico, poiché le posizioni potrebbero variare per motivi tecnici e non necessariamente per un cambio di sentiment di mercato, come accennavamo prima, quindi, avere una chiara visione di tutte le componenti economiche e geopolitiche che muovono da dietro le quinte gli scenari, è essenziale per comprendere al meglio i COT ed evitare errori.