Ai fini della tutela del piccolo risparmiatore, diventa importante definire quali sono gli strumenti finanziari complessi.
Gli strumenti finanziari possono essere definiti come contratti stipulati tra due controparti e che possono essere negoziati sui mercati finanziari tra investitori, allo scopo di ottenere un profitto dalla variazione del relativo prezzo. Tra i soggetti che utilizzano tali strumenti per investire il proprio capitale, ma anche capitale di terzi affidato alla loro gestione con lo scopo di ottenere un profitto, vi sono innanzitutto gli investitori istituzionali, ovvero grandi banche d’affari, fondi sovrani, compagnie assicurative, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM). Queste istituzioni finanziarie svolgono professionalmente l’attività di gestione e investimento del capitale di terzi e sono proprio le loro transazioni che spostano la maggior quantità di denaro nei mercati finanziari.Tra gli attori dei mercati finanziari ci sono anche i singoli investitori privati, i quali gestiscono i propri risparmi in modo autonomo: rientra tra questi anche il c.d. “retail trader “, che tramite il trading online investe denaro negoziando gli strumenti finanziari che preferisce.
LA REGOLAMENTAZIONE DEI MERCATI FINANZIARI
Quello dei mercati finanziari è sicuramente uno dei settori più regolamentati dell’economia. Questo perchè si tratta di un contesto nel quale vi sono dei soggetti più deboli rispetto ad altri, i cui interessi economici devono essere tutelati: si pensi ai piccoli risparmiatori, molto spesso estranei al settore della finanza e con conoscenze molto limitate in materia, che affidano i risparmi di una vita a banche o altri intermediari abilitati alla gestione professionale del risparmio.
Un ruolo fondamentale in tema di regolamentazione e disciplina dei mercati finanziari è ricoperto, in Italia, dalla Consob (Commissione Nazionale per le Società e per la Borsa). Si tratta di un’autorità amministrativa indipendente che ha principalmente il compito di tutelare gli investitori e di regolamentare il funzionamento del mercato azionario italiano.
In particolare, riveste un ruolo molto importante nell’assicurare la trasparenza delle caratteristiche dei vari strumenti finanziari, al fine di garantire che i risparmiatori abbiano sempre accesso a tutte le informazione necessarie per poter investire il proprio capitale in modo consapevole, soprattutto in relazione ai rischi più o meno elevati cui ci si espone quando si decide di investire i propri risparmi.
La Consob, inoltre, vigila sul comportamento degli intermediari finanziari nei confronti dei risparmiatori (ritenuti la parte debole nell’ambito di un contratto di natura finanziaria), con lo scopo di garantire che questo sia sempre ispirato a principi di correttezza, trasparenza e lealtà. Svolge questo compito attraverso l’emanazione di norme finalizzate a proteggere i risparmiatori da eventuali scorrettezze in cui potrebbero incorrere.
GLI STRUMENTI FINANZIARI COMPLESSI: DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE
In attuazione dei compiti descritti nel precedente paragrafo, nel 2105 la Consob ha emanato una comunicazione avente l’obiettivo di contenere i rischi legati all’offerta di particolari tipologie di strumenti finanziari ritenuti potenzialmente pericolosi per i piccoli investitori. Da qui la definizione di strumenti finanziari complessi, ovvero prodotti finanziari aventi caratteristiche di difficile comprensione per un piccolo risparmiatore (ad esempio, rendimento dell’investimento non facilmente determinabile a priori) e che, a causa di ciò, potrebbero pregiudicarne la capacità di assumere decisioni di investimento pienamente consapevoli.
Successivamente, questa comunicazione Consob è stata rafforzata in attuazione della direttiva europea in materia finanziaria nota come MiFid 2, che prevede l’obbligo per le Autorità nazionali di vigilanza di dissuadere le banche dal collocamento di strumenti finanziari complessi presso la clientela retail. La Consob ha, dunque, un compito di dissuasione verso la sottoscrizione di prodotti finanziari complessi, ovvero dal funzionamento particolarmente elaborato e di difficile comprensione per un risparmiatore medio.
QUALI SONO GLI STRUMENTI FINANZIARI COMPLESSI?
Con lo scopo di tutelare i risparmiatori la Consob ha, dunque, ritenuto necessario distinguere dal vasto insieme dei prodotti finanziari la categoria degli strumenti finanziari complessi, così definiti in quanto pericolosi per gli interessi di un piccolo risparmiatore non pienamente in grado di valutare i rischi cui andrebbe incontro in caso di sottoscrizione di tali strumenti.
Alcune tipologie di strumenti finanziari complessi sono:
- CoCo bond (Convertible Contingent bond): titoli emessi da banche commerciali, che consistono in obbligazioni ibride convertibili e perpetue. Ciò significa che sono titoli obbligazionari senza scadenza e che, al verificarsi di determinate condizioni (riguardanti, ad esempio, la situazione patrimoniale della banca), si trasformano in azioni e dunque in quote di capitale della banca emittente. Sono, perciò, titoli di debito che all’occorrenza si trasformano in titoli di capitale;
- Credit linked notes: sono prodotti finanziari assimilabili a titoli di credito, caratterizzati dal fatto che il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi è legato (da qui il termine “linked”) al merito creditizio di un ente di riferimento specificato nelle notes;
- Quote di fondi di private equity: si tratta di fondi che investono il capitale raccolto in azioni di società non quotate in mercati regolamentati e con elevato potenziale di sviluppo e crescita (c.d. “high grow companies”). E’ un investimento effettuato in un ottica di medio-lungo termine con lo scopo di accompagnare la società durante tutto il periodo di tempo necessario perchè si completi il processo di crescita. D’altro canto, bisogna considerare però l’elevato rischio insito nell’investimento in quote di capitale di società non quotate e che, di conseguenza, non hanno le spalle coperte da mercati liquidi come quelli regolamentati. Da questo potrebbe derivare, infatti, una certa difficoltà qualora si voglia disinvestire vendendo le azioni precedentemente acquistate.