Nelle loro varianti, sono stati il principale investimento delle famiglie italiane.
I titoli di stato hanno rappresentato la più diffusa tipologia di investimento, che ha sopperito all’avversione al rischio fungendo da bene rifugio rispetto la volatilità del mercato, percepita, probabilmente anche a causa della radicata diffidenza dell’italiano medio verso le istituzioni, come intrinsecamente dannosa.
I titoli di Stato rappresentano ancora oggi sono una parte cospicua della ricchezza finanziaria del paese, con tassi di interesse relativamente alti e capitale garantito alla loro scadenza. Un binomio di successo che ha saputo fare breccia, compensando gli interessi e le paure degli investitori.
I Titoli di Stato sono obbligazioni emesse dallo Stato per far fronte all’esigenza di liquidità dovuta a squilibri economici, sono strumenti utili per provvedere alla copertura di momentanee insufficienze fiscali e regolare indirettamente la struttura dei tassi di interesse. Essi rappresentano perciò dei prestiti il cui creditore, ovvero l’acquirente, percepisce un interesse a fronte del rischio di insolvenza.
Così come i titoli azionari, che vedono i loro rendimenti ripartiti per mezzo dei dividenti una volta all’anno e il cui ammontare è direttamente correlato all’andamento del mercato finanziario, presentando quindi variazioni imprevedibili, anche i titoli sul debito pubblico sono caratterizzati da rendimenti relativi al contesto economico, in quanto rimborsabili mediante estrazione a sorte il cui reddito cedolare è quindi correlato alla valutazione che il concorso dell’andamento economico ha decretato. L’investitore per valutare il rendimento di tali titoli, deve quindi sempre operare sulla base di aspettative e perciò in termini di rendimenti attesi, valutando con cognizione di causa l’eventuale premio pagato rispetto al rischio insito nell’investimento.
I Titoli emessi dallo Stato Italiano che andremo ad approfondire sono: BOT, BTP, CCT, CTZ.
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Cosa sono i Bot, come e quando vengono emessi
I BOT, buoni ordinari del Tesoro, sono titoli di Stato a breve termine. La loro durata è prefissata e stabilita a tre, sei o dodici mesi, sono titoli al portatore con un taglio minimo di 1.000 € e sono soggetti a un’aliquota fiscale pari al 12,5%. Sono offerti sotto la pari, ovvero al prezzo formatosi nel corso dell’asta di aggiudicazione e sono altresì rimborsati alla pari ovvero a un valore corrispondente a quello nominale che è uguale all’importo di sottoscrizione. Altre tipologie di buoni ordinari del tesoro emessi con scadenze ridotte, sono i Minibot con una durata di 60 giorni e i Minicrobot della durata di soli 29 giorni.
L’emissione avviene due volte al mese, solitamente corrispondenti alla seconda e all’ultima settimana del mese e vengono venduti tramite asta competitiva. L’asta competitiva prevede che ogni richiesta rimanga aggiudicata al prezzo proposto, a partire dalle offerte più alte, le quali sono le prime a essere soddisfatte e procedendo con la stessa logica in maniera decrescente, per le offerte di entità inferiore, fino al completo esaurimento della quantità disponibile. Alle aste possono partecipare solamente gli intermediari finanziari autorizzati nonché le istituzioni di credito.
CCT: cosa sono, come viene calcolato il loro valore
CCT, Certificati di Credito del Tesoro: sono titoli obbligazionari al portatore, a rendimento indicizzato con durata pari a sette anni. Il taglio minimo è pari a 1.000 € e la loro remunerazione avviene tramite rimborso alla pari. Sono titoli il cui valore è legato alla loro indicizzazione rispetto al rendimento lordo dei BOT semestrali, considerati dal semestre precedente alla sottoscrizione e maggiorati rispetto al loro valore da uno spread. Sulla remunerazione finale è conteggiato anche lo scarto di emissione, che è la differenza tra il valore nominale e il prezzo pagato al momento del loro acquisto. Questi titoli obbligazionari si dimostrano particolarmente adatti per quegli investitori interessati a correlare il rendimento nel loro portafoglio a quelli dei tassi di mercato, proteggendo allo stesso tempo il loro capitale per mezzo della rischiosità ridotta e la facilità di liquidazione di questo strumento.
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BTP: cosa sono e quando vengono emessi
BTP, Buoni del Tesoro Poliennali: sono obbligazioni pubbliche della durata variabile e quindi con scadenze di 3, 5, 7, 10, 15, fino ai trent’anni. Il loro taglio minimo è pari a 1.000 € e la loro remunerazione avviene sempre, alla pari o sopra la pari, questo significa che il prezzo minimo di rimborso sarà almeno uguale a quello offerto al momento dell’acquisto, venendo rimborsato al 100%.
I BTP vengono emessi con un meccanismo di asta marginale, questo significa che i titoli sono aggiudicati dai richiedenti tutti a uno stesso prezzo, detto prezzo marginale. Esso viene a costituirsi in base alle offerte ricevute all’interno della sessione d’asta, soddisfacendo le offerte dal prezzo più alto in ordine decrescente fino a esaurimento della quantità disponibile. Il prezzo più basso corrispondente a quello dell’ultima domanda aggiudicata, determina il prezzo marginale.
Questo tipo di buoni del tesoro, risulta particolarmente vantaggioso per quegli investitori che richiedono margini di rischio contenuti a fronte di pagamenti periodici dei rendimenti e buona liquidità. Il parametro di indicizzazione è rappresentato dall’ indice armonizzato dei prezzi al consumo dell’area euro.
CTZ: cosa sono e come vengono emessi
CTZ, Certificati dal Tesoro Zero Coupon: sono titoli di Stato con durata di emissione pari a diciotto mesi o un anno. Il loro taglio minimo è di 1.000 € e la loro remunerazione è determinata dallo scarto di emissione. Essi sono emessi a sconto, quindi sotto la pari, cioè un prezzo inferiore al valore nominale, previa deduzione della ritenuta fiscale del 12,50%. I CTZ sono pertanto titoli di stato sprovvisti di cedola.