Cosa sono gli ETC e quali sono le differenze con gli ETF

Gli ETC sono dei titoli senza scadenza che vengono emessi da una società veicolo che funge da emittente e intermediario.

Wall Street

Gli ETC acronimo di Exchange Traded Commodities, sono infatti emessi in seguito all’investimento diretto dell’emittente sulle materie prime o in alternativa su titoli finanziari che ne rappresentano il valore.

Il principale vantaggio degli ETC sta nel fatto che danno la possibilità agli investitori di operare senza possedere fisicamente un bene. In questo senso possedere un ETC ha espone l’investitore alle oscillazioni del valore di un solo asset. In modo simile ai CFD permettono di investire su un titolo che replica le performance dell’asset di riferimento.

Gli ETC sono contratti specifici per le materie prime. Al contrario dei future, degli ETF che raggruppano una serie di aziende correlate a uno o più settori economici, o dei CFD, le materie prime possono essere detenute direttamente da una società minore privata che non abbia necessariamente una relazione con la borsa valori.

Una caratteristica rilevante degli ETC è che a differenza dei future essi non comportano la consegna del sottostante alla scadenza. In questo modo si evitano spese di intermediazione o la necessità di riposizionarsi prima della scadenza del contratto.

Quali sono le differenze tra gli ETC e gli ETF

Similarmente agli ETF gli ETC sono negoziati in Borsa come delle azioni e replicano passivamente la performance della materia prima o degli indici di materie prime a cui fanno riferimento. Gli ETF non consentono di prendere di prendere posizione su di una singola materia prima, oro, petrolio, gas, zucchero, soia, etc. possibilità preclusa con gli ETF che, per ragioni di natura regolamentare devono garantire un certo grado di diversificazione.

Gli ETC offrono rendimenti costituiti dalla variazione del valore del sottostante, o in alternativa se questi sono basati su contratti derivati sul valore di questi. Gli ETC sono naturalmente più sensibili all’andamento del tasso di cambio soprattutto se legati in modo diretto alla singola materia prima. Queste sono in genere prezzate a livello internazionale in dollari esponendo gli investitori alle oscillazioni del cambio. Gli ETC quotati sulla Borsa italiana sono oltre 160 e sono accessibili sul mercato secondario a tutti gli investitori.

Su quali asset è possibile investire con gli ETC

Con gli ETC è possibile investire anche su indici legati alle materie prime, su panieri omogenei di merci, indici globali di commodity e indici forward, oltre che alla possibilità di comprare o vendere allo scoperto lo strumento, ovvero vendendo anche prima di avere acquistato.

Il primo grande vantaggio di questo tipo di investimento è quindi quello di operare con differenti modalità. In questo modo si possono scegliere diverse strategie di trading utili a equilibrare l’esposizione al rischio e gestire il portafoglio. L’ETC dà anche la possibilità diretta di inserire titoli senza ridurre i benefici dati dell’esposizione alle materie prime, mantenendo focalizzato il capitale anche su singoli asset. Come altri strumenti finanziari essi possono essere utilizzati in ottica speculativa e con un approccio intraday.

Naturalmente anche questi titoli comportano rischi analoghi a quelli specifici del settore finanziario. Il campo della finanza è davvero molto vasto e nessuno, nonostante le competenze specifiche nel settore, può dirsi in grado di pianificare un investimento completamente sicuro.

La storia del mercato dei capitali ha mostrato come i rendimenti ottenuti sono sempre relativi al rischio a cui l’investitore accetta di esporre il suo investimento. Negli Stati Uniti titoli generalmente molto sicuri, come i Treasoury Bond, hanno generato un rendimento medio negli ultimi 100 anni di circa il 4%.

Diversamente titoli molto più rischiosi e volatili come le azioni, hanno avuto un rendimento molto superiore, con rischi aggravati dalle variazioni di prezzo. Le variazioni negative del valore hanno toccato in alcuni anni valori del 20 e del 30%. Naturalmente il rischio è anche la variabile a cui si è maggiormente legata la profittabilità di un asset. Maggiori sono le incertezze maggiore sarà l’apprezzamento del bene in caso di esito diverso da quello di partenza.

Due titoli con cui fare trading sugli ETC nel 2022

In questo senso gli ETF direttamente legati alle materie prime si inseriscono in modo trasversale nelle tendenze dovute alle incertezze dell’economia globale. La difficoltà di stimare quali saranno i settori economici su cui investire, la possibilità del perdurare dell’inflazione si inseriscono nel trend delle materie prime e delle energie rinnovabili.

Gli investitori spostano i capitali su settori a più ampia crescita come l’azionario o su beni rifugio come l’oro ma anche gli immobili, preferendoli a rendimenti di titoli a tasso fisso.

In questo contesto un ottimo asset su cui fare trading è sicuramente un ETC sull’oro. Il metallo giallo è un asset sicuro, con un valore storicizzato che prospetta ancora per i primi sei mesi del 2022 un’ottima volatilità. Un altro tipo di ETC su cui investire per migliorare il potenziale di rendimento del proprio portafoglio sono quelli alle quote di emissione di CO2.

Alla Borsa di Londra hanno fatto recentemente il loro debutto ETC relativi al prezzo dei Carbon Credits. Questi rappresentano licenze che le aziende europee devono acquistare per permettersi di immettere nell’atmosfera un certo quantitativo di Co2.

Il mercato dei Carbon Credits e ETC SparkChange CO2

Il VCM o mercato libero dei Carbon Credits ha una dimensione globale e opera su base volontaria. Imprese, organizzazioni o anche individui, che vogliono neutralizzare o ridurre le emissioni generate dalla propria attività, possono acquistare Carbon Credits sul mercato. Il prezzo dei Carbon Credits ha segnato nel mese di novembre un nuovo record storico sul mercato europeo, superando il valore di 90 euro. Ogni certificato corrisponde a un’indennità pagata per le ricadute sociali e ambientali per ciascuna tonnellata di Co2 emessa. Comprare indirettamente le quote di emissione avvantaggiandosi delle crescenti normative ecologiste può essere nel 2022 un investimento remunerativo con cui utilizzare gli ETC.

SparkChange CO2 è ETF che permette di investire sul valore dei carbon credits, accessibile in precedenza soltanto alcune tipologie di operatori. Ad aprirlo anche agli investitori è stato proprio SparkChange Physical Carbon EUA ETC quotato al London Stock exchange dagli inizi di novembre 2021. Le quote di emissione nel sistema di scambio europeo sono un numero limitato. L’European exchange trading sistem, Il sistema di scambio di quote di emissione dell’Unione europea, pone un limite all’anidride carbonica emessa dalle imprese con un mercato che copre il 45% delle emissioni dell’Unione Europea.

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Il potenziale economico degli acquisiti dei diritti di emissione CO2

La società che emette ETC acquisisce una parte dei diritti di emissione, con due principali vantaggi, ridurre la possibilità di emissioni totali e incrementare il valore complessivo del mercato. Se inquinare diventa un costo sancito da norme e valore di mercato ogni EUA acronimo di European Union Allowances equivale a una tonnellata di CO2. Ogni azienda può acquistare le sue quote o rivenderle in caso non le abbia utilizzate.

Oltre alle dinamiche di mercato gli EUA sono a loro volta ridotti all’interno di un piano programmatico voluto dall’Unione Europea. A questo si dovrebbe affiancare la capacità delle aziende di decarbonizzare i processi produttivi a vantaggio delle energie rinnovabili.

SparkChange CO2 di fatto sottrae a industrie, centrali elettriche e compagnie aeree la possibilità di rilasciare in modo diretto o indiretto, sostanze inquinanti nell’atmosfera.

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