Gli indici di borsa consentono un’immediata percezione dell’andamento di una seduta. Perciò, sono strumenti che ogni trader deve conoscere.
Gli indici azionari rappresentano una sintesi del valore dei principali titoli azionari quotati nei mercati cui si riferiscono. Sono costituiti dalle azioni delle più importanti società quotate e hanno la funzione di misurare la performance di un mercato azionario in un determinato periodo di tempo. Solitamente l’informazione fornita dagli indici viene utilizzata per sintetizzare l’andamento di una giornata di borsa, rispetto al prezzo di chiusura di quella precedente.
Gli indici permettono dunque a ogni investitore di ottenere un’informazione rapida e facilmente reperibile sull’andamento di una seduta borsistica, in qualunque momento della giornata.
Il Dow Jones è uno dei più famosi indici azionari della borsa di New York, ovvero del NYSE (acronimo di “New York Stock Exchange”), cui spesso ci si riferisce semplicemente come “Wall Street”. Altri due indici molto noti del mercato azionario statunitense sono il NASDAQ e lo Standard & Poor’s 500 (SP500).
Il Dow Jones è stato creato nel lontano 1882 da Charles Dow, considerato il padre dell’analisi tecnica nonché fondatore del “The Wall Street Journal”, e da Edward Jones, importante statistico finanziario americano.
Sintetizza il valore di mercato dei principali 30 titoli quotati nel mercato azionario statunitense. Non è un indice legato a uno specifico settore dell’economia, in quanto al proprio interno sono compresi titoli appartenenti a diversi settori produttivi. Al contrario di quanto accade, invece, con l’indice NASDAQ 100 che è composto esclusivamente dai titoli azionari delle 100 società con più elevata capitalizzazione del settore tecnologico.
La scelta delle azioni da includere nel calcolo dell’indice spetta alla redazione del “The Wall Street Journal”, ovvero il quotidiano maggiormente diffuso negli Stati Uniti. Non sono previsti dei criteri tassativi sulla base dei quali includere o escludere dei titoli dall’indice: solitamente vengono inseriti nel Dow Jones titoli di società operanti stabilmente negli Stati Uniti e che vengono ritenute leader nell’ambito del proprio settore produttivo.
Le modifiche alla composizione dell’indice sono un evento raro, che può verificarsi soltanto quando vi sono dei cambiamenti significativi alla struttura societaria: ad esempio, in caso di aumenti di capitale, scissioni, fusioni e acquisizioni che riguardano una o più società incluse nell’indice. In queste situazioni, la redazione del “Wall Street Journal” effettua una complessiva revisione dell’indice, che non si limita soltanto alle società interessate dalle operazioni sopra citate, ma che è finalizzata anche a includere o escludere dall’indice anche altri titoli sulla base delle analisi svolte.
L’obiettivo finale delle operazioni di revisione è quello di ottenere un indice che rimanga sempre in linea con l’andamento dell’economia americana, e che quindi costituisca in ogni momento una sintesi del valore di mercato delle principali società di cui è costituito il tessuto economico statunitense.
Ad oggi, le 30 società che compongono l’indice Dow Jones sono le seguenti (in ordine alfabetico):
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Il Dow Jones viene calcolato in tutte le giornate di apertura del mercato azionario, dalle 15:30 alle 22:00 (ora italiana). Il suo valore viene aggiornato dopo ogni transazione avente ad oggetto titoli azionari inclusi nell’indice.
Il valore dell’indice è pari alla somma dei prezzi di mercato delle 30 azioni che lo compongono, divisa per un valore noto come “divisore dow”. Questo divisore è un numero che viene aggiornato nel momento in cui si verificano eventi come la modifica della composizione dell’indice, aumenti di capitale, distribuzione dividendi, frazionamenti azionari, fusioni, scissioni ed ogni altro evento riguardante la gestione di una società che non deve, però, influire sul valore dell’indice nel momento in cui tale evento non modifica il valore complessivo delle società che l’indice rappresenta.
Per comprendere meglio il funzionamento di questo meccanismo di calcolo, possiamo supporre di avere un indice azionario X composto da 10 titoli. Ipotizziamo che la somma dei prezzi di questi 10 titoli sia pari a 500$ e che il divisore sia pari inizialmente a 10: il valore dell’indice X sarà pari a 50 (500$/10). Se uno dei titoli dell’indice X viene scambiato a 50$, ma poi la società decide di procedere ad una operazione di frazionamento azionario 2 per 1, il valore di mercato per azione scenderà a 25$. Se il divisore restasse invariato, il valore dell’indice scenderebbe a 47,5 ($ 475/10). Questo però non rispecchierebbe la realtà perché il frazionamento ha semplicemente ridotto il prezzo delle azioni, aumentandone il numero, perciò non è cambiato il valore complessivo dell’azienda. Per fare in modo che questa operazione non influisca sul valore dell’indice, è necessario diminuire il divisore a 9,5: così facendo, infatti, il valore dell’indice X resta invariato a 50 (475$/9,5), come giusto che sia dato che il valore della società non si è ridotto. È possibile reperire il reale valore aggiornato del divisore Dow sul sito web del Chicago Board of Trade (CBOT), che è il più antico mercato al mondo di futures ed opzioni.
In virtù della metodologia di calcolo descritta, il Dow Jones viene definito come indice azionario di tipo “price weighted”, ossia con fattore di ponderazione costituito dal prezzo dei titoli che compongono l’indice. Questa caratteristica lo distingue dagli altri indici borsistici mondiali (come il NASDAQ) i quali, invece, prevedono una ponderazione dei singoli titoli basata sulla rispettiva capitalizzazione di mercato, ovvero sul valore complessivo di mercato delle azioni in circolazione (pari al prodotto tra il numero di azioni e il loro prezzo di mercato).
Il massimo storico, al momento della scrittura di questo articolo, è stato raggiunto dal Dow Jones in data 25 febbraio 2021, poco al di sopra dei 32.000 punti indice (precisamente 32.032 punti, stando ai dati del contratto future quotato al CBOT).
Grazie agli strumenti finanziari derivati è possibile speculare anche sulle oscillazioni del valore degli indici di borsa, oltre che negoziare i singoli titoli di cui gli stessi sono composti. I derivati più utilizzati sono CFD e futures, ma è possibile anche utilizzare opzioni aventi come sottostante gli indici di borsa, tra cui ovviamente il Dow Jones.
Qualunque broker online che offre la possibilità di fare trading su Forex e CFD, mette a disposizione anche CFD aventi come sottostante i principali indici mondiali, sui quali un trader può effettuare operazioni per quasi tutta la giornata, infatti l’orario di negoziazione di tali strumenti è di solito compreso tra la mezzanotte (o poche ore dopo) e le 23.
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