Con la ripartenza del Fisco molti i contribuenti preoccupati di un possibile controllo, ma come capire se c’è un accertamento in corso?
Le preoccupazioni di solito nascono quando non si è pagato o dichiarato il dovuto. Quindi, non è per tutti e anche se il web crea allarmismi, bisogna valutare nella sua individualità. Ad esempio, se il contribuente non ha pagato le tasse, può correggere tranquillamente la propria situazione, tramite la dichiarazione dei redditi o con il ravvedimento operoso. Ma cerchiamo di capire come opera l’Agenzia delle Entrate nei controlli fiscali.
L’Agenzia delle entrate quando esegue un controllo formale sulla posizione tributaria del contribuente, invia all’indirizzo inserito nell’anagrafica tributaria, un avviso di accertamento. L’avviso di accertamento, notificato al contribuente, deve essere sempre motivato, pena la nullità dell’atto. Inoltre, deve indicare i seguenti dati:
a) imponibili accertati in base a quelli dichiarati e le aliquote applicate;
b) le imposte liquidare, sia al lordo sia al netto, con indicazione delle detrazioni, ritenute di acconto e crediti di imposta;
c) indicazione dell’ufficio con il responsabile del procedimento, in modo che il contribuente potrà recarsi per chiedere informazioni;
d) la scadenza di pagamento e le modalità;
e) l’organo giurisdizionale per presentare eventuale ricorso.
Se l’Agenzia delle Entrate invia una notifica di accertamento, il contribuente può optare per due possibilità: riconoscere la somma dovuta e ottenere una riduzione, oppure, presentare ricorso. In arrivo Rottamazione quater e 150 giorni in più per pagare le cartelle esattoriali
Se il contribuente accetta l’atto di notifica e quindi, riconosce che le somme sono dovute (tale azione è definita “acquiescenza“), ottiene una riduzione delle sanzioni amministrative in determinati casi. La riduzione delle somme da pagare, si ottiene solo se il contribuente rinuncia ad impugnare l’atto. Oppure, rinuncia a presentare istanza di accertamento con adesione. Infine, ha dei termini ben precisi per il pagamento che sono 60 giorni dalla notifica dell’atto.
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L’azione di acquiescenza può risultare un valido strumento per il contribuente, infatti, le somme dovute si possono versare sia a rate, sia in un’unica soluzione. Bisogna effettuare il pagamento tramite apposito modello presso le banche o agenti della riscossione. Il modello da utilizzare per il pagamento è l’F24 o il modello F23. Le partite Iva devono utilizzare l’F24 telematico. Inoltre, per gli importi rateali sono dovuti gli interessi calcolati dal giorno successivo al termine di pagamento della prima rata. Infine, il contribuente deve inviare copia della quietanza all’Agenzia delle Entrate, del versamento effettuato, entro dieci giorni dal pagamento della prima rata o del pagamento complessivo.
Fonte: Scheda Agenzia delle Entrate “Acquiescenza”
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