Governo e Fisco non concedono scampo all’illegalità. In un momento in cui la crisi economica ci attanaglia come in una ragnatela gigante, le Autorità ci tendono una mano per sbrogliare la matassa ed evitare di soffocare.
Nel contempo, però, sono pronte a punirci, se ci rendiamo protagonisti di abusi che compromettono la già delicata situazione finanziaria nazionale.
Fino a poco tempo fa, potremmo dire fino a ieri, ad essere responsabili direttamente dei controlli sulle abitazioni, in seno al possibile abusivismo edilizio, erano i comuni. Adesso tutto sta per cambiare e potrebbe non essere piacevole.
Se apporti modifiche a una proprietà senza il relativo consenso o esegui lavori edili non conformi ai permessi, stai violando la legge.
Anche i lavori edili sono illegali se manca l’avviso di inizio lavori (comunicazione di inizio lavori, CIL). Si tratta di una formale comunicazione da parte del proprietario dell’immobile al Comune circa l’intenzione di apportare una modifica alla disposizione interna di un edificio.
A rischio di persecuzione per violazioni urbanistiche italiane è la persona nominata su un permesso di costruire se il lavoro non è conforme a tale permesso.
Chi ha commissionato l’opera potrebbe non essere necessariamente il proprietario dell’immobile.
Possono essere ritenuti responsabili anche il costruttore o la persona che ha eseguito l’opera abusiva o il responsabile dei lavori.
Vale anche la pena notare che se un nuovo proprietario ha incaricato o istigato il venditore a svolgere determinati lavori illegali prima dell’acquisto della proprietà, entrambe le parti potrebbero essere responsabili.
La prima possibile conseguenza della commissione di abusi edilizi è l’eogazione di una sanzione amministrativa.
Questi variano a seconda del tipo di lavoro illegale svolto. Possibili sanzioni amministrative includono un ordine di demolizione. Ciò comporterebbe la rimozione di tutte le opere edili abusive e il ripristino dell’immobile allo stato originario.
Se il comune non emette un ordine di demolizione, può sequestrare l’immobile e il proprietario sarà sanzionato. Ciò equivarrà al valore del lavoro illegale o al valore di mercato stimato del lavoro.
Il lavoro che si discosta da un permesso o il lavoro svolto senza una notifica CIL è soggetto a sanzione. Le multe partono da 516 euro. Tuttavia possono equivalere al doppio dell’aumento del valore di mercato stimato dell’immobile in base al lavoro svolto.
A condizione che i lavori siano conformi alle norme urbanistiche ed edilizie vigenti al momento dell’esecuzione dei lavori, è possibile richiedere la concessione edilizia retroattiva.
Il lavoro illegale in edilizia è un atto criminale in Italia. In quanto tale, è quindi potenzialmente punibile con l’arresto e una pena detentiva. Più frequentemente, tuttavia, la punizione prevede pesanti multe.
Le sanzioni variano a seconda della tipologia di reato commesso e si aggiungono alle sanzioni amministrative citate in precedenza. In particolare, in caso di mancato rispetto di regolamenti edilizi, norme urbanistiche e concessioni edilizie, la sanzione è esclusivamente pecuniaria.
Nel caso in cui un’opera edilizia differisca dalla concessione edilizia, i trasgressori rischiano una pena detentiva fino a due anni più una multa da 5.164 a 51.645,00 euro. Allo stesso modo, se la costruzione non è autorizzata o, nonostante un ordine di sospensione dei lavori, i lavori sono proseguiti.
Cosa accade con le nuove norme fiscali?
La casa sarà sempre più nel mirino del Fisco. Molto presto cambieranno le procedure di controllo sugli immobili e molto probabilmente per molto proprietari di casa arriverà qualche gatta da pelare in più. Nel testo per la delega fiscale infatti potrebbe entrare, come sottolinea ilSole24Ore, una nuova procedura di controllo totalmente affidata all’Agenzia delle Entrate che dunque avrà un ruolo chiave nelle verifiche su abusivismo e accatastamento.
Chi l’ha sempre scampata, ora potrebbe avere davvero le ore contate.