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Economia e Finanza

Contributi figurativi per pensione di invalidità: occhio ai limiti previsti dalla legge

Oggi scopriremo come funziona il calcolo dei contributi figurativi per pensione di invalidità. Bisogna fare attenzione ai limiti e alla valenza.

I contributi figurativi rappresentano quella parte di contribuzione che non corrisponde ad alcun versamento di denaro effettivo a carico del dipendente. In sostanza, quando si parla di contributi figurativi si fa riferimento ad una contribuzione per la quale il lavoratore non deve effettivamente sostenere un costo economico.

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Questa tipologia di contributi rappresentano dei periodi assicurativi che vengono abbonati gratuitamente dallo Stato, in presenza di particolari condizioni. In base a quanto stabilito dalla normativa in vigore, i contributi figurativi non vengono versati dal lavoratore dipendente o dal datore di lavoro.

La contribuzione figurativa, infatti, rappresenta una copertura virtuale che, però, vale a tutti gli effetti come contribuzione, dunque concorre alla formazione del montante che determina la maturazione del requisito che dà accesso alla pensione.

La legge concede quest’opportunità solo i lavoratori dipendenti, con lo scopo di garantire loro una copertura contributiva virtuale in particolari periodi della carriera.

Contributi figurativi per pensione di invalidità: facciamo chiarezza

La contribuzione figurativa è permessa ai lavoratori subordinati del settore privato in particolari momenti del percorso lavorativo. Anche i lavoratori del settore pubblico hanno diritto all’applicazione dei contributi figurativi, ma seguono regole diverse.

Dunque, per i lavoratori dipendenti del settore privato è possibile maturare una contribuzione figurativa in queste occasioni:

  • Durante l’indennità di disoccupazione
  • Quando percepisce la cassa integrazione
  • Durante l’indennità di mobilità
  • In occasione del servizio militare
  • Durante i periodi di malattia o di assenza dal lavoro per infortunio
  • In caso di interruzione obbligatoria del lavoro per gravidanza
  • Durante i periodi di interruzione facoltativa del lavoro per maternità
  • Nei periodi di assenza dal lavoro per donazione del sangue
  • Durante i periodi di aspettativa per svolgere funzioni pubbliche elettive
  • In occasione dei periodi in cui lavoratori aderisce a progetti di lavori socialmente utili
  • Quando percepisce l’indennità Aspi e Naspi
  • In caso di assistenza antitubercolari a carico dell’INPS.

Come avviene l’accredito dei contributi figurativi?

L’accredito dei contributi figurativi avviene su richiesta dei diretti interessati. Generalmente i dipendenti effettuano tale richiesta in occasione della presentazione della domanda di pensione. Di fatto, non esistono termini di scadenza per presentare la richiesta. Fermo restando che esistono casi specifici, in cui si procede con l’accredito d’ufficio.

In tal caso, l’INPS ha il compito di effettuare l’accredito in base ai dati di cui è già in possesso. Generalmente questo fenomeno si verifica quando l’azienda esegue la comunicazione, tramite la denuncia annuale delle retribuzioni dei periodi di contribuzione figurativa. Tale semplificazione si verifica in occasione di maternità, malattia e infortuni.

Diverso è il discorso in caso di servizio militare, in cui è necessario presentare all’INPS il foglio matricolare che è rilasciato dal distretto militare di competenza del lavoratore.

In ogni caso, in base a quanto stabilito dalla legge, il dipendente ha la possibilità di rinunciare l’accredito dei contributi figurativi, in misura completa o parziale.

Secondo quanto stabilito dalla normativa attualmente in vigore non sono previsti limiti al cumulo dei contributi figurativi. Esistono comunque delle eccezioni a tale regola che riguardano il momento in cui si sono verificati gli eventi che hanno dato vita la contribuzione figurativa.

Ad esempio, per il calcolo del montante contributivo che determina la pensione di anzianità è previsto un valore limitato nel tempo, per i periodi accreditati dopo l’indennità di disoccupazione o per assenza dal lavoro per malattia generica.

In tal caso, infatti, questa tipologia di contributi figurativi sono considerati solo per il calcolo della pensione e non per il computo totale dell’anzianità contributiva.

Cosa succede per i titolari di legge 104?

Il caregiver che si assenta dal lavoro usufruendo dei permessi retribuiti concessi dalla legge 104 matura una contribuzione figurativa (durante l’assenza giustificata).

Dunque, coloro che si assentano dal lavoro in virtù dei permessi e dei congedi concessi dalla legge 104 del 1992 maturano una contribuzione figurativa, in questi casi:

  • Congedo parentale
  • Permessi giornalieri retribuiti
  • Permessi retribuiti per i familiari
  • Congedo straordinario retribuito.

Ad ogni modo, in base a quanto stabilito dall’articolo 80, comma 3, della legge 388, del 2000 i soggetti affetti da un’invalidità superiore al 74% hanno diritto alla maturazione di due mesi di contributi figurativi all’anno. Questo calcolo ha inizio dal momento in cui avviene il riconoscimento dell’invalidità da parte dell’INPS.

In questo modo, il soggetto affetto da handicap grave potrà maturare il requisito che dà accesso alla pensione, anche se i contributi figurativi non vengono presi in considerazione per il calcolo dell’assegno.

Inoltre, la legge riconosce quest’opportunità nel limite massimo di 5 anni di contribuzione figurativa.

Floriana Vitiello

Aspirante giornalista. Si occupa della stesura di articoli per il web da oltre 5 anni. La scrittura è la sua più grande passione. Dopo diversi progetti editoriali in veste di Ghostwriter, approda su Trading.it e si dedica all’elaborazione di testi riguardanti pensioni, fisco e tasse. Impegnata in diversi progetti editoriali.

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