Contributi da lavoro part-time: la normativa attuale da conoscere per non perdere la pensione

I lavoratori con un contratto part-time hanno più difficoltà ad accedere alla pensione, ma esistono varie misure che permettono il pensionamento.

Il nostro sistema previdenziale è molto complesso e contiene varie misure per l’accesso alla pensione, tutte con requisiti specifici, tranne la pensione di vecchiaia che prevede nel 2024, 67 anni di età e 20 anni di contributi.  

Lavoro part time
Lavoro part-time e pensione: quanto si perde (Trading.it)

Tuttavia, esistono delle Deroghe che permettono di accedere alla pensione anche con 15 anni di contributi anziché 20 anni. Ma non sempre i contratti part-time permettono l’accesso a tale misure. Analizziamo come si calcola la misura per i lavoratori part-time e quanto si perde sull’assegno. 

Deroga Amato per i contributi di lavoro part-time

Sulla possibilità dei lavoratori con contratto part-time, di accedere alla Deroga Amato ci sono molti pareri discordanti. A chiarire i vari dubbi è la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 4442 del 23 febbraio 2018. 

Pensione con lavoro part-time
Contributi per lavoro part-time: ecco quanto valgono (Trading.it)

La Deroga Amato non permette l’accesso ai lavoratori part-time con un requisito contributivo ridotto a 15 anni rispetto ai 20 richiesti per la pensione di vecchiaia. A ribadirlo è la Corte di Cassazione che precisa i termini di durata per accedere alla misura, nel caso del lavoratore part-time, la contribuzione annua non copre l’intero anno solare (D.L. n. 503/1992).

Come calcolare la pensione con lavoro part-time

Il calcolo della pensione part-time è condizionato dal sistema di calcolo. In particolare, dal sistema contributivo che ha come base di calcolo esclusivamente la retribuzione percepita nella vita lavorativa. Nel lavoro part-time la retribuzione rispetto agli anni lavorati è inferiore, di conseguenza l’importo dell’assegno pensionistico sarà di un importo ridotto.

Il calcolo dell’assegno in base al sistema contributivo, si ottiene moltiplicando il coefficiente di trasformazione per il montante contributivo. Nel caso del lavoro part-time, il montante contributivo è pari al 33% della retribuzione complessiva, pertanto, più sono i periodi lavorati part-time più basso sarà l’importo della futura pensione. 

Il coefficiente di trasformazione è un parametro che si ottiene dall’età anagrafica del lavoratore e se uomo o donna, all’atto della presentazione della domanda di pensionamento. Questi due fattori considerano la speranza di vita media. Pertanto più alto è il coefficienti di trasformazione, più alto sarà l’importo dell’assegno pensione.  

Pensione part-time: la verità sull’importo

Per capire l’importo che si prende in pensione, molto dipende dal sistema di calcolo applicato al montante contributivo e il coefficiente di trasformazione. In linea generale, il lavoro part-time non altera il diritto alla pensione, ma modifica il trattamento pensionistico. Ad esempio: un anno di lavoro part-time ai fini pensionistici vale quanto un anno di lavoro a tempo pieno, ai fini del perfezionamento dei requisiti anagrafici e contributivi. Tuttavia, l’assegno pensionistico derivante da lavoro part-time subisce una diminuzione dell’importo a causa dei versamenti versati in misura ridotti.

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