Attenzione ai controlli del Fisco, il contribuente sarà sempre ‘salvo’ se effettua questa operazione

In queste ultime ore la Camera approva in via definitiva la riforma della giustizia e del processo tributario, introducendo in particolare un regime relativo all’onere della prova gravante sul Fisco, che di fatto ‘avvantaggia’ il contribuente in giudizio. Ecco perché

In attesa di una riforma sostanziale in campo previdenziale, intanto arrivano interessanti segnali da un’altra attesissima riforma, quella del processo tributario, che riguarda le controversie tra Fisco e contribuenti.

contribuente
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Ebbene, da quanto emerge dall’approvazione in via definitiva del disegno di legge alla Camera, da ora sarà più difficile condannare il contribuente. E ciò per un motivo ben preciso.

Occorrerà infatti una prova dettagliata e puntuale, che dovrà essere data dall’Amministrazione finanziaria contro il contribuente, a suo dire non rispettoso delle regole in campo fiscale. Tecnicamente l’onere della prova si fa dunque più gravoso per l’Agenzia delle Entrate, tanto che si ridurrà il margine entro il quale sarà possibile sanzionare, e dunque punire, un contribuente ‘non virtuoso’.

Che cosa cambia allora con la riforma del processo tributario su questo punto? Vediamolo insieme nel corso di questo articolo.

Contribuente in salvo contro il Fisco? Ecco l’ok al disegno di legge

Come appena accennato, le nuove regole approvate in tema di riforma del processo tributario danno una grossa mano al contribuente, perché non sarà lui a dover provare l’innocenza, ma se mai il Fisco dovrà ‘circostanziare’ le sue responsabilità, allegando delle prove efficaci, precise, puntuali che – senza dubbio – smascherino le colpe di chi è tenuto al versamento dei tributi e delle tasse e al rispetto di tutti gli altri obblighi di natura fiscale.

Insomma, più difficili le sanzioni per il contribuente grazie a quanto accaduto nell’Aula della Camera nelle ultime ore. In questa sede infatti ecco l’approvazione in via definitiva del disegno di legge “Disposizioni in materia di giustizia e di processo tributario” con 288 voti favorevoli, 11 i contrari e 27 astenuti. La riforma della giustizia e del processo tributario sarà ora seguita dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per l’entrata in vigore definitiva.

In linea generale, il provvedimento è stato varato introducendo novità di rilievo in materia di diritto tributario, sia sulla parte ordinamentale che su quella processuale. L’obiettivo d’altronde è recuperare efficacia ed efficienza in un settore come la giustizia tributaria che, come tanti altri dell’apparato dei tribunali in Italia, necessitava e necessita tuttora di un articolato rinnovamento su più fronti.

Riforma del processo tributario e prova contro il contribuente

Le nuove disposizioni sulla giustizia e sul processo tributario sono interessanti sotto più aspetti, ma qui intendiamo focalizzarci appunto su quanto previsto in tema di onere della prova a carico dell’Amministrazione finanziaria. Cosa cambia nel dettaglio? Ecco i punti chiave delle novità, riguardanti sia il Fisco che il giudice tributario:

  • in base alla disciplina del nuovo procedimento, non sarà più sufficiente la presunzione grave, precisa e concordante alla base dell’accertamento verso il contribuente ritenuto in difetto,
  • ma sarà obbligatoria una valutazione rigorosa, dettagliata e puntuale nelle prove che spetterà al Fisco fornire in giudizio. Viene peraltro reintrodotta la prova testimoniale scritta. In sintesi, il Fisco dovrà provare con molta precisione tutte le violazioni contestate nell’atto impugnato in giudizio.

A sua volta il giudice tributario, con estrema attenzione e zelo, dovrà valutare se le prove prodotte sono sufficientemente dettagliate ed efficaci, da ‘incastrare’ il contribuente alle sue responsabilità e colpe per il mancato rispetto di una o più norme fiscali. In altre parole, il magistrato dovrà compiere una approfondita verifica e non per forza darà ragione al Fisco.

Il giudice potrà annullare l’atto impositivo, di fatto favorendo il  contribuente

Anzi egli sarà tenuto a procedere all’annullamento dell’atto impositivo:

  • sia nell’ipotesi in cui manchino le prove necessarie alla fondatezza dell’accusa;
  • sia quando le prove stesse siano ritenute incomplete, contraddittorie o insufficienti a dimostrare oltre ogni dubbio le ragioni del Fisco stesso.

In altre parole, pretesa impositiva e connesse sanzioni legate alla condotta ‘non esemplare’ del contribuente debbono fondarsi su prove inoppugnabili e schiaccianti. Altrimenti al contribuente non potrà essere richiesto – ed ottenuto – alcunché.

Anzi a quest’ultimo spetta un solo importante obbligo durante il processo tributario, quello di chiarire le ragioni della richiesta di rimborso nelle circostanze nelle quali non sia consequenziale al versamento di somme oggetto degli accertamenti finiti in tribunale.

Riforma della giustizia tributaria: altre interessanti novità

In verità non vi sono solo queste novità in tema di onere della prova da parte del Fisco e responsabilità del contribuente. La riforma approvata mira ad elevare la giustizia tributaria al rango di quella civile, penale, amministrativa. E’ infatti prevista la novità dei magistrati professionali assunti per concorso pubblico: al momento i giudici tributari sono onorari. Mentre le attuali Commissioni tributarie saranno sostituite dalle Corti di Giustizia Tributaria di primo e secondo grado.

Non solo. Al fine di ridurre il contenzioso tributario la riforma prevede un giudice monocratico per le cause fino a 3.000 euro di valore.

Ribadiamo infine che se la riforma della giustizia tributaria e del processo tributario è stata approvata, dobbiamo però aspettare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per l’entrata in vigore definitiva del testo.

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