Il contratto di conto corrente è tra i più importanti e riguarda i rapporti tra il cliente e l’istituto di credito, ma prima di aprirne uno è preferibile essere informati su alcuni aspetti molto interessanti. I dettagli.
Il conto corrente è oggi un contratto diffusissimo, in quanto offre molteplici servizi al cliente: accredito/addebito interessi, bonifici bancari, rilascio del libretto di assegni, pagamento utenze (gas, energia,
telefono ecc. ecc.) e molto altro.
Di seguito intendiamo fare una panoramica sintetica proprio su questo contratto, chiarendo alcuni aspetti essenziali, che ogni cliente che si appresta ad aprirne uno, dovrebbe sapere e ricordare.
Quali sono i vantaggi dell’apertura di un conto corrente? Cosa valutare prima di aprirne uno e cosa invece controllare dopo averlo aperto? Scopriamolo insieme in questa guida rapida.
Che cos’è il contratto di conto corrente
Dare una definizione precisa del contratto di conto corrente non è complesso, in quanto le norme sono molto chiare sul punto. Esso consiste:
- appunto in un contratto avente effetti per il cliente e l’istituto,
- con il quale sono regolati i rapporti tra le parti,
- allo scopo di poter gestire il proprio denaro.
Dal punto di vista pratico l’apertura del conto corrente comporta per l’istituto di credito l’assunzione di specifici doveri. La banca infatti si obbliga nei confronti del cliente a prestare un’attività, che si sostanzia in un servizio di cassa, vale a dire nel provvedere nell’interesse del cliente correntista, su ordine di quest’ultimo e con le sue disponibilità, ai pagamenti e alle riscossioni.
Come funziona in breve il contratto di conto corrente
Il conto corrente può essere aperto, e dunque il relativo contratto può essere firmato, presso una banca o presso Poste Italiane, nell’ambito dell’attività di Banco Posta. In particolare, laddove si parli di apertura, si fa riferimento all’attivazione del rapporto di conto corrente, dopo la conclusione del relativo contratto.
Grazie al conto il cliente:
- può disporre in ogni momento delle somme depositate, provvedendo al prelievo con semplici operazioni di cassa, oppure ordinando alla banca di compiere versamenti a favore di terzi o autorizzandola ad
addebiti sul proprio conto. - può avvalersi del cd. accreditamento, il quale comporta l’acquisizione di somme nel conto,
e che si compie con versamenti del correntista stesso, bonifici da parte di terzi o
incassi dovuti ad altre operazioni.
Il conto corrente si identifica per il tramite del cd. codice IBAN, mentre la gestione di esso ha un costo che cambia da banca a banca, e che può essere collegato a ciascuna singola operazione oppure ad un canone mensile
omnicomprensivo.
Cosa considerare prima di aprire un conto corrente e cosa controllare? Il rilievo della documentazione per il cliente
Sottoscrivere un contratto di conto corrente implica di considerare con attenzione le varie offerte sul mercato, proposte dalla pluralità di banche e istituti di credito. Soprattutto, l’interessato ad aprirne uno, farà bene a leggere con attenzione la documentazione di trasparenza, prima della firma al contratto. E’ conveniente dunque non soltanto ascoltare cosa viene detto dall’operatore, ma anche dare un’occhiata alle regole scritte, relative al rapporto che va ad instaurarsi tra cliente e istituto.
Prima di sottoscrivere il contratto di conto corrente, il cliente ha pieno accesso alla Guida predisposta da Banca d’Italia, in modo da poter scoprire le caratteristiche dello strumento e conseguire tutte le informazioni sul contratto, incluse quelle sui costi del servizio.
Lo ribadiamo per chiarezza: il cliente ha altresì diritto di leggere la documentazione di trasparenza, ovvero il Foglio Informativo prima di concludere il contratto ed il Documento di Sintesi, il quale riassume le condizioni economiche. Così avrà piena consapevolezza delle propri scelte.
Cosa considerare dopo aver aperto un conto corrente? Il rilievo delle variazioni unilaterali del contratto
Non solo. Dopo l’apertura è sempre consigliabile controllare e monitorare il rapporto di conto corrente:
- con un’accurata lettura degli estratti conto e dei documenti informativi ricevuti a casa;
- domandando, in ipotesi di dubbi e difficoltà interpretative, chiarimenti al proprio istituto di credito.
Occhio anche alle variazioni unilaterali, che modificano le condizioni del contratto sottoscritte all’inizio. Di ciò si trova traccia nel Testo unico bancario e l’istituto:
- può modificare unilateralmente le condizioni contrattuali del conto corrente,
- a patto che la modifica sia comunicata al cliente con la formula “Proposta di modifica unilaterale del contratto”,
- con preavviso allo scopo di permettere al cliente l’esercizio del diritto di recesso.
Non solo. La modifica unilaterale in oggetto deve essere collegata ad un giustificato motivo, che la banca deve dettagliare in una comunicazione. Ecco perché, a tutela del cliente, le modifiche peggiorative adottate senza rispettare queste condizioni sono inefficaci.
A chi rivolgersi per tutelarsi dopo l’apertura del conto corrente?
Infine ricordiamo che il titolare del conto corrente può sempre tutelarsi e veder riconosciute le sue legittime pretese, rivolgendosi anzitutto alla banca con la quale ha sottoscritto il contratto di conto corrente.
Laddove emergano errori o inesattezze, che possano peraltro danneggiare la posizione del cliente, questi potrà senza indugio rivolgersi all’ufficio reclami della banca per esprimere le proprie richieste.
In un secondo tempo, potrà altresì fare riferimento all’Arbitro Bancario Finanziario. Si tratta di una figura mirata a risolvere le controversie, che possono insorgere tra i clienti e le banche e gli altri intermediari in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari. Costituisce di fatto un’opportunità di tutela più agevole, veloce ed economica rispetto a quella offerta dal giudice ordinario.
Molto utili sono anche le associazioni per la tutela dei consumatori, sparse sul territorio. Esse possono dare una efficace consulenza e chiarire quali sono tutti i diritti dei correntisti/clienti.