Contratti a termine che non sono validi, come funziona per ottenere un risarcimento e possibili importi.
Il mondo del lavoro è complesso, e ha numerose regole che dovrebbero essere rispettate, e che spesso cambiano o sono modificate, in base ai governi che si sono succedono.
Quando si firma un contratto di lavoro, in esso sono contenute le varie clausole che definiranno, al meglio, il rapporto che andrà a intercorrere, tra lavoratore e datore di lavoro. Spesso, infatti, accade che da una parte o dall’altra non si rispettino gli accordi, e da qui in poi, nascono cause in tribunale.
Il Decreto Anti Infrazioni, ha modificato il Jobs Act con nuove tutele per i lavoratori che hanno dei contratti a termine. Si tratta di modifiche che riguardano questo tipo di contratti, sia per ciò che concerne i contratti privati, sia pubblici.
Le modifiche apportate dal suddetto decreto, sono inerenti eventuali risarcimenti per irregolarità dei contratti.
Partiamo dai contratti a termine considerati non validi. Secondo il decreto, infatti, nel caso in cui venisse riconosciuto un vizio, un’irregolarità in questo contratto, si chiederebbe subito la conversione in contratto a tempo indeterminato. Non solo, perché sarebbe corrisposto anche un risarcimento economico.
Nell’ambito di contratti abusivi nel settore privato, il decreto ha introdotto alcune novità, per contrastare l’abuso di contratti a termine in successione, senza un motivo pertinente. Se il lavoratore riesce a provare di aver lavorato in modo continuativo, anche se ufficialmente era diviso in diversi contratti, il giudice può decidere convertire quegli accordi in contratto a tempo indeterminato, più risarcimento. Il risarcimento dovrà essere deciso, a seconda del danno effettivamente subìto dal lavoratore.
Nel caso dei contratti abusivi nell’ambito del settore pubblico, che spesso è una costante che serve a coprire carenze di lavoratori, ci sono delle importanti novità da tenere in considerazione. Il lavoratore con contratto a termine, può ottenere un risarcimento se riesce a provare che il suo contratto era abusivo. Il risarcimento, è da 4 mensilità a 24 mensilità, dell’ultimo compenso ricevuto.
Il giudice, come negli altri casi sopraccitati, decide l’importo del risarcimento, in base a quanto è grave l’abuso commesso. Questo può variare, in base al numero di contratti rinnovati di continuo, e quanto tempo è durato il rapporto lavorativo. Se si prova di aver subìto un danno elevato, si può avere un risarcimento di oltre 24 mensilità.
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